E tu, quante possibilità ti dai di essere felice?
I valori sono la nostra bussola, strumento fondamentale per arrivare alla nostra meta. I criteri che adottiamo per realizzare i nostri valori sono altrettanto importanti e determinano in quanta parte riusciremo a vivere nella soddisfazione di ciò che per noi è importante
Stamattina riflettevo sul concetto di Felicità e pensavo a quante volte e in che modo questa parola abbia assunto un significato differente nel corso della mia vita. Un tempo, il mio concetto di felicità coincideva esattamente con la definizione del vocabolario Garzanti, ovvero con uno “stato d’animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri”. Con un’idea del genere in neurologia credete che mi sentissi spesso felice? Ora che ci penso, in effetti, mi sentivo felice davvero di rado.
“Ritenere soddisfatti tutti i propri desideri” è, infatti, qualcosa di veramente complesso, probabilmente impossibile. Quante cose desideriamo? In quanti ambiti? Ogni quanto? Mi rendo conto ora che, spesso, dopo aver soddisfatto un desiderio ne avessi subito un altro da appagare. Succede anche a voi? Si chiama assuefazione edonistica ed è la cosiddetta sindrome del “profumo della forneria”: quando entri dal panettiere, i tuoi sensi sono stimolati dal profumo del pane ma, dopo alcuni minuti, lo stesso profumo pare svanire nel nulla. Quello che succede, in realtà, è che tu smetti di esserne consapevole e, per riprovare di nuovo la stessa piacevole sensazione, dovresti uscire dal locale e poi rientrarci. Con la felicità, è la stessa cosa. Inoltre, capita anche che nella lista dei nostri desideri da realizzare ce ne siano alcuni (troppi, a volte) al di fuori del nostro controllo e, pertanto, impossibili da realizzare per definizione.
Poi, mi sono fermata a riflettere su quando mi sentissi felice e, in particolare, su cosa dovesse accadere perché io mi ci sentissi. Nel fare questo, mi sono resa conto che, per essere felice, avevo posto a me stessa tantissime condizioni che dovevano realizzarsi contemporaneamente e che, in questo modo, mi ero di fatto garantita una vita tutt’altro che traboccante di gioia. Realizzato che questo modus operandi era davvero poco utile, ho preso il mio bell’elenco di condizioni necessarie per esser felice, ho cancellato le “e” che le legavano e le ho unite con delle belle “o”. Si, avete capito bene! Mi spiego meglio: se, una volta, perché io fossi felice doveva accedere “x” e dovevo fare “z” e sentire “k” ora sono felice se accade questo o quello, se faccio y o z etc. In questo modo mi sono data molto più possibilità per essere felice!
Dato che sono un Coach, vi propongo un esercizio che vi aiuterà a riflettere su questo argomento. Stilate un elenco delle condizioni che, secondo voi, devono verificarsi affinché voi siate felici.
1.
2.
3.
…..
Ora, collegate tutte queste condizioni con delle “e” e riflettete: quante possibilità ci sono che tutte queste condizioni si verifichino contemporaneamente? Fatto questo, prendete alcune di queste “e” e trasformatele in “o”. Che effetto vi fa? Bene! Vi siete appena dati più possibilità di essere felici!
Un’ultima considerazione: fate in modo che le condizioni che avete posto siano sotto il vostro diretto controllo. Sperare che altri realizzino tali condizioni significa, di fatto, affidare ad altre persone il nostro destino. Come diceva Franklin Delano Roosvelt “nessuno può farti sentire infelice se tu non glielo consenti”. Oggi, per me la felicità non è aver già realizzato tutto quello che desidero, ma sapere che sto facendo di tutto per realizzarlo.
Un abbraccio e a presto
Eleonora
Immagine | Camdiluv ♥