La logica della paura
La paura è un’emozione che può inibire ogni forma di azione e condizionare il pensiero e la scelta. Uno degli strumenti che possiamo utilizzare per superarla è valutarla in modo oggettivo, senza lasciarci intrappolare nel dubbio che incute timore, un punto di vista diverso, quello del counseling filosofico
Capita a tutti di avere paura, di una situazione, di un evento futuro, di un giudizio o di una relazione. Come ogni evento che succede anche la paura può essere analizzata con mezzi logici, senza fermarci davanti al suo aspetto terrificante, ma andando a capire come nasce e su quali presupposti cresce e si consolida dentro di noi.
Analisi delle conseguenze possibili
Altra pratica per contenere le paure è quella di non farsi cogliere impreparati dalle situazioni, soprattutto da quelle che ci spaventano. Prefigurarsi le possibili azioni o stati d’animo a cui un certo evento può portare ci permette di essere preparati e capire che quello che succede è “normale” in quanto lo avevamo già pensato come possibile. Il fattore sorpresa è destabilizzante è vero, ma se ci concentriamo e analizziamo tutte le possibilità che ogni scelta comporta potremo essere più sereni nel comprendere ciò che ci accade nel momento in cui ci accade.
Durante un colloquio di lavoro per esempio potrebbe accadere che il nostro interlocutore ci metta in difficoltà, che saggi la nostra pazienza, che ci induca all’irritazione o alla confusione, che ci metta alla prova sui nostri obiettivi. Occorre quindi allenarsi e fortificare la conoscenza di noi stessi ponendosi con la mente nella situazione per iniziare a ragionare preventivamente e non abbandonarsi all’emozione del “non ci ho mai pensato”.
Analisi oggettiva della situazione nei suoi aspetti fisici
Un esercizio per limitare l’aspetto terrificante della paura è darle un volto, costruire un identikit di quello che ci spaventa nei suoi aspetti più materiali. Marco Aurelio nei suoi pensieri istruiva se stesso sull’esercizio della descrizione oggettiva. Descrivere a noi stessi l’evento o l’oggetto della nostra paura per definirlo in certo senso in modo scientifico, logico, scevro da qualsiasi riferimento a giudizi di valore o emozioni. Gli uomini si sentono portati per cultura, educazione o passione ad aggiungere sempre un giudizio ad un fatto: nessuno di noi è solito descrivere le cose nude. Un colloquio di lavoro spaventa? Proviamo a pensare a cosa si verifica sul piano fisico in quell’occasione: due esseri viventi, ricoperti di tessuti perfettamente sagomati per evidenziare la bellezza e l’armonia dei corpi si pongono in posizione frontale, osservandosi e scambiandosi informazioni sotto forma di messaggi vocali per riuscire a comprendersi nell’ottica di una valutazione. Quasi ironico no?
La distinzione degli eventi
A volte la paura è data da un eccessivo senso di responsabilità che si sente premere sulle spalle. La preliminare distinzione che Epitteto insegna è quella tra le cose che dipendono da noi e quelle che non dipendono da noi. È inutile quindi avere paura o preoccuparsi di qualcosa di cui non abbiamo il controllo: imparare che l’uomo ha dei limiti è la prima lezione che l’epoca contemporanea ci ha fatto purtroppo dimenticare. Ma quali sono le cose che dipendono da noi? I giudizi. Solo ciò che pensiamo dipende in realtà da noi, la nostra valutazione delle cose e delle persone, solo questo. La paura è già il sintomo di un’avvenuta attribuzione di valore: significa che ho dato importanza a qualcosa, in questo caso un’importanza negativa. Il primo passo quindi per contenere le paure è quello di rivedere il nostro modo di guardare la realtà e guardare alla paura come ad una rappresentazione che noi creiamo del reale e sulla quale possiamo lavorare. che possiamo far evolvere.
Una paura non è destinata ad esistere per sempre, è qualcosa che possiamo far evolvere perché è parte di noi, non della realtà. La paura come dice Epitteto è qualcosa che appartiene a “tutti quelli che sono propriamente fatti vostri”, quindi modificabile. Tutto il resto è ciò che non dipende da noi: ciò che possediamo, il nostro corpo, il posto di lavoro, la famiglia. Paura di volare? Epitteto direbbe che l’unica cosa che possiamo fare è agire sul nostro modo di vedere l’aereo perché l’effettiva sicurezza materiale del volo è qualcosa che non dipende in alcun modo da noi. Ed ancor meno dalle nostre paure.