Anima: come eliminare pensieri ed emozioni negativi
Quando si lavora su se stessi in un modo continuo e ripetitivo, i risultati si generano, in quanto si impara a non identificarsi più con la propria Mente duale e volgersi all'unione con la propria Anima. Pensieri ed emozioni negativi spariscono per dare spazio al proprio potenziale interiore.
Anima, la possibilità di conoscere che cosa sia non sta nelle descrizioni o nelle parole, anche se queste possono essere utili per comprendere cosa si intende. Inoltre, a differenza di quanti credono, quando si inizia a lavorare sulla propria Anima, si supera l'attaccamento al proprio corpo ed alla propria mente.
In questo articolo l'intento è quello di descrivere, grazie all'esperienza fatta insieme ad altri, che cosa sia l'Anima, per poi dare indicazioni pratiche su come lavorare.
Il primo risultato che si può constatare da tale lavoro, è il non identificarsi più con le emozioni e pensieri negativi. Magari si può continuare a provarli, solo che la differenza si crea proprio nel non dargli peso, e questo significa non identificarsi.
A questo punto vorrei descrivere l'esperienza di vivere la propria Anima, anche se, come ho scritto sopra, non è facile limitarsi alle frasi.
L'Anima è uno spazio interiore che si vive, nel quale si lascia andare assolutamente l'identificazione con il corpo, la mente e quindi con i pensieri e le emozioni in generale. È come vedere il proprio corpo che vive, i pensieri e le emozioni che si manifestano, senza rimanere incastrati in questi.
Una bella metafora per comprendere questo è il palombaro che indossa lo scafandro per andare nel fondale marino. In tal caso il palombaro non crede di essere il proprio scafandro, cioè non si identifica con esso e sente l'assoluta differenza che c'è tra sé e lo scafandro. Sostanze completamente diverse.
Si diviene il testimone, almeno inizialmente, della propria vita, e poi successivamente l'artefice della vita.
A questo punto vorrei dare alcuni consigli da mettere in pratica per iniziare tale lavoro che si fa insieme a: costanza e umiltà. La prima è fondamentale per iniziare a rendersi conto che ha avuto inizio una vera trasformazione dal dentro. L'umiltà è l'artefice della lotta contro il proprio Ego che insiste per sopravvivere e non lasciarsi sopraffare dal lavoro che si è iniziato.
Stabilito questi presupposti di base si può iniziare il lavoro costruendo dentro di se il proprio testimone, cioè quella parte di se che osserva tutto ciò che accade dentro e fuori senza giudicare e criticare se stessi e gli altri. Compito difficile questo , che va fatto anche se inizialmente si commettono errori.
Faccio un esempio: mettiamo il caso che di fronte ad un caro amico non riesco a trattenermi e quando dice o fa alcune cose, mi lascio prendere dalla rabbia e lo aggredisco verbalmente. In tal caso una volta iniziato il lavoro, sarò presente a tale evento, come fossi un testimone ed osservo tutto ciò che accade dentro e fuori di me.
Solo l'osservazione, e quindi l'accettazione di questa rabbia, senza criticarla o giudicarla "(sono stato proprio uno stupido a comportarmi così"; o anche, "che arroganza questo suo modo di fare, e proprio un......."), innesca una trasformazione. Ancora meglio se nel momento in cui mi osservo mentre mi sto per arrabbiare e riesco a gestire tale aspetto, il processo si accelera.
La presenza può essere allenata attraverso un semplice esercizio: stabilisci che nell'arco della giornata dedichi un tempo stabilito (es. tre ore) per allenarti. Stabilisci che ogni volta che ti trovi ad aprire una porta o sportello dell'auto, ti soffermi un attimo e dici dentro di te "sono presente a me stesso".