Psicologia del turismo: turista “fai da te” o no?
Dalla voglia di “fuggire”, a quella di suscitare invidia e ammirazione di amici e conoscenti al desiderio di esplorare nuove culture... La psicologia del turismo studia le motivazioni con cui scegliamo le nostre vacanze, ma ci a insegna anche a rispettare i luoghi di cui siamo “ospiti” per un turismo sempre più etico e sostenibile.
C’è chi sceglie già il “pacchetto completo” dei viaggi organizzati per non dover pensare proprio a nulla, chi sa cogliere al volo le migliori offerte “last minute” e “low cost” e chi parte affidandosi al proprio spirito di improvvisazione... Mille e uno sono i modi per andare in vacanza a seconda non solo delle nostre “tasche” ma anche delle nostre motivazioni, vediamo meglio allora cos’è la psicologia del turismo.
La psicologia del turismo e le scienze psicologiche
La psicologia del turismo rappresenta una nuova branca della psicologia sociale sviluppatasi soprattutto dalla metà degli anni’90 quando, accanto all’intensificarsi dell’offerta del “turismo di massa”, si è iniziato a porre attenzione ai valori di un turismo sostenibile, ispirato allo sviluppo e al rispetto delle realtà locali. Questo ha richiesto interventi di previsione e valutazione dell’impatto ambientale, sociale e culturale dei flussi e delle strutture turistiche nelle realtà territoriali, ambito, questo, di peculiare interesse della psicologia del turismo.
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La psicologia del turismo e le motivazioni del turista
I turisti non sono tutti uguali, ben lo sanno gli operatori turistici sempre più attenti a diversificare e personalizzare l’offerta per rispondere alle esigenze più diversificate; chi cerca l’esplorazione e l’avventura, chi l’assoluto relax, chi ancora di socializzare e fare nuove amicizie...
Secondo vari Autori che si sono occupati di psicologia del turismo, tuttavia, quella del turista rimane spesso una posizione sostanzialmente passiva là dove si cerca di deresponsabilizzarlo il più possibile da impegni e incombenze garantendogli ora l’assoluto riposo in linea con tempi e ritmi rallentati e “naturali”, ora con divertimenti e trasgressioni che consentano una rottura dagli schemi lavorativi e sociali del quotidiano.
La psicologia del turismo e la modernità
Ma è possibile invece essere turisti responsabili e consapevoli pur vivendo una parentesi di assoluta evasione dalla realtà di tutti i giorni? Senz’altro sì, purché non si pretenda di assoggettare l’offerta locale alle abitudini di casa propria ma si accetti di “staccare” affidandosi a ciò che di nuovo e magari per noi meno consueto un Paese ha da offrire. Se siete a Rabat nulla vi ristorerà più di un thè alla menta appena fatto, per il familiare caffè ristretto si potrà aspettare il ritorno in ufficio!
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