L’epilessia infantile

L’epilessia infantile è un disturbo che sotto varie forme interessa circa il 2-3% dei bambini in Italia. Per combatterla occorre diagnosticare correttamente di quale forma si tratti e adottare una giusta terapia, senza mai dimenticare il sostegno ai genitori

L’epilessia infantile

L’epilessia infantile colpisce ogni anno cinquecentomila persone in Italia (2-3% della popolazione infantile), ma la disinformazione spesso finisce con l’isolare le famiglie che si trovano da sole faccia a faccia con il loro problema. Le crisi in età evolutiva sono poi tanto più importanti a causa delle conseguenze a carico dello sviluppo. Il 1° Maggio non onora solo i lavoratori: la Lega Italiana contro l’Epilessia promuove da dieci anni la Giornata Nazionale per l’Epilessia. Il programma prevede di dare ampio spazio all’epilessia infantile per promuovere l’informazione e combattere i pregiudizi che ancora circondano questa patologia.

 

Epilessia infantile: tipologie

Una prima distinzione riguarda le forme idiopatiche da quelle sintomatiche. Le prime hanno spesso una radice familiare e sono comunque legate a una predisposizione del bambino. Le seconde invece, sono causate da lesioni del sistema nervoso centrale. In base alla tipologia di crisi si distinguono le forme parziali da quelle generalizzate. Tra le forme idiopatiche generalizzate, le più note sono "il Piccolo e il Grande Male". Il Petit Mal rappresenta più della metà di questi casi e compare in bambini in età scolare i prescolare con attacchi quotidiani (anche plurimi) durante i quali il bambini sembra assente. Lo sguardo è fisso, a volte associato a piccole contrazioni muscolari, per un periodo di tempo che varia tra i 5 e i 15 secondi.

 

Il Grand Mal esordisce più frequentemente durante l’adolescenza con crisi tonico-cloniche generalizzate anche molto intense e che spesso spaventano chi osserva. Spesso i fattori scatenanti sono la privazione di sonno, il ciclo mestruale, lo stress e l’assunzione di alcol. Queste crisi non vanno confuse con le convulsioni febbrili che possono presentarsi nei bambini fino ai 6 anni in caso di febbre superiore ai 38,5 °C, causate da una certa suscettibilità dell’encefalo alle alte temperature.

 

Epilessia infantile: terapie

La terapia farmacologica che viene stabilita dopo una serie di esami e osservazioni è perlopiù sintomatica, finalizzata al controllo degli episodi epilettici. La posologia viene stabilita in base alla natura, la frequenza e alle modalità di insorgenza delle crisi. I medici tendono inoltre a considerare anche la tolleranza dei genitori alla vista del figlio. Nel caso ci sia una resistenza ai farmaci, è possibile tentare la neurochirurgia anche in età evolutiva o l’impianto nel collo di uno stimolatore del nervo vago.

 

La prevenzione delle crisi

Ci sono alcune accortezze che possono aiutare nella prevenzione delle crisi epilettiche come la corretta assunzione del farmaco, controlli periodici e evitare le cause scatenanti come quelle descritte in precedenza. Anche l’alimentazione è importante: alcuni medici consigliano una dieta particolare ricca di grassi e proteine e povera di carboidrati che sembra efficace nella gestione delle convulsioni. Anche la tranquillità dei genitori e la capacità di parlare al bambino perché prende coscienza della propria situazione è fondamentale.

 

Anche nel caso dell’epilessia infantile, così come per molte altre condizioni, la condivisione e il supporto tra pari è fondamentale. In Lombardia ci sono gruppi self help di genitori che si incontrano regolarmente per parlare dei figli affetti da epilessia. Per tutti coloro che non abbiano nelle vicinanze gruppi di questo tipo, esistono anche spazi online attraverso cui condividere ansie, speranze e consigli.