L’emetofobia, quali paure nasconde
L’emetofobia, ovvero la paura irragionevole di vomitare, si configura come una vera e propria fobia che può a vari livelli risultare limitante o invalidante per chi la sperimenta nel tentativo di evitare situazioni in cui, a torto o a ragione, potrebbero verificarsi episodi di vomito. Come per tutte le fobie, non va presa troppo “alla lettera”…
Navigando in rete si può reperire senza difficoltà il forum emetofobia.it, che rappresenta una vera e propria community online di scambio e automutuoaiuto di persone che soffrono di emetofobia.
Come per molte altre problematiche, accade spesso che la rete diventi il mezzo per creare occasioni per raccontarsi e parlare di questioni di cui spesso, per vergogna, si tace nel mondo “offline”.
Una delle conversazioni più “affollate” di questo forum è quella che prende le mosse dal post di un’iscritta di vecchia data che racconta di aver superato questa problematica grazie ad un percorso psicoterapeutico.
La protagonista in questione testimonia lei stessa una verità importante: l’emetofobia – come tutte le fobie – simboleggia paure e ansie più profonde che sono solo simbolicamente spostate su un oggetto esterno, l’atto emetico, per renderle controllabili…
L’emetofobia come fobia specifica
L’emetofobia, sebbene coloro che ne soffrano possano correttamente rientrate nei criteri di diagnosi di quella che da “manuale” viene definita fobia specifica, non è una problematica con caratteristiche unitarie.
Non solo perché ogni persona è a sé, ma anche perché può essere sperimentata con differenti livelli di gravità, essere quindi più o meno limitante per la persona, ed esprimere ansie e paure più o meno disorganizzate della personalità, ma in generale questa fobia può limitare chi ne soffre in una varietà piuttosto ampia di situazioni: da pranzi e cene fuori – nel timore di ingerire cibi che possano causare vomito – a gite e viaggi – per la paura degli effetti collaterali di mal d’auto o mal d’aereo – a contatti di vario tipo per il timore di venir contagiati da qualche virus gastrointestinale.
A dispetto di tale paura, paradossalmente, chi soffre di emetofobia vomita molto più difficilmente rispetto ad una persona che non ha questo problema, perché il corpo stesso agisce un rifiuto per via riflessa che riesce a sopprimere lo stimolo emetico anche là dove sarebbe invece necessario.
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Significati simbolici dell’emetofobia
Determinate forme di emetofobia possano insorgere sulla base di episodi di vomito vissuti in maniera traumatica, spesso nell’infanzia, altre non necessariamente.
Tuttavia, per quanto l’atto emetico richiami tutte le attenzioni e le energie di chi lo teme, il vomito non è il problema, per quanto possa prestarsi a rappresentare simbolicamente alcuni significati di ciò che realmente si teme. Molte possono essere le dimensioni di significato simbolicamente associate al vomito e che variano da individuo a individuo e trovano una propria collocazione peculiare nella storia emozionale di vita di ognuno.
Basti pensare ad esempio all’atto emetico come atto espulsivo di qualcosa che non può venir “digerito” e quindi elaborato e assimilato dalla persona, o al vomito come ad uno stimolo riflesso che viene agito dal corpo dal nostro sistema nervoso autonomo al di fuori della nostra intenzionalità e quindi, al di fuori del nostro controllo.
O ancora a come il rigettare il cibo equivalga al tramutare un elemento di nutrimento e sostentamento, e quindi un nutrimento benefico, in un prodotto di scarto simbolicamente velenoso e pericoloso da tener dentro di sé.
Gli obiettivi di un percorso psicoterapeutico
Un percorso psicoterapeutico si pone l’obiettivo, come osservava la citata partecipante del forum sull’emetofobia, di lavorare con la persona in un percorso di comprensione e di ascolto delle paure che il sintomo fobico sta mascherando e di cui, attraverso l’oggetto della fobia, sta comunque indicando simbolicamente alcune dimensioni di significato.
Questi possono costituire dei primi “indizi” per iniziare a comprendere cosa l’emetofobia sta a rappresentare. In questo senso, come ogni fobia, per essere superata richiede di non venir presa troppo alla lettera.
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