L'autolesionismo nel bambino
L'autolesionismo nel bambino è un fenomeno difficile da accettare. La connessione tra patologia conclamata e comportamenti autolesionisti sebbene sia tranquillizzante (per i genitori di bambini sani) non è automatica. Bambini che non presentano diagnosi patologiche infatti mostrano a volte comportamenti violenti rivolti a se stessi scatenando ansie e incertezze nei genitori che non sanno come comportarsi.
L'autolesionismo nel bambino non è un argomento tanto conosciuto quanto quello che riguarda gli adolescenti problematici che cercano di affrontare questo periodo difficile della propria vita. Purtroppo comportamenti autolesionisti sono in aumento anche tra i bambini, cioè tra coloro che noi adulti pensiamo avere una vita felice e facile, sospesa tra giochi, coccole e caramelle.
Autolesionismo nel bambino: un fenomeno in aumento
Uno studio statunitense condotto dall'Università di Denver, pubblicato su Pediatrics, mostra un quadro diverso e forse preoccupante: già a sette anni i bambini si autoprocurano del dolore. L'autolesionismo prende la forma di tagli e bruciature attraverso i quali cercano di gestire delle emozioni che sono più forti di loro. Questi bambini infatti cominciano a ferirsi quando sono presenti dei problemi in famiglia o perchè sono alla prese con bulli e fallimenti scolastici. Come per gli adolescenti sono i problemi e la sofferenza psicologica a spingere i bambini a trovare una via "più semplice" per gestire quanto stia accadendo a loro.
Autolesionismo: per il bambino è una forma di comunicazione
L'autolesionismo nel bambino piccolo è quindi un fenomeno più ricorrente di quanto ci si aspetti. Facendo una piccola ricerca sui motori di ricerca ci sono tanti genitori che lamentano impotenza di fronte ai loro piccoli che magari non si tagliano, ma si schiaffeggiano o tirano testate al muro. La spiegazione più frequente che proviene dagli psicologi è tranquillizzante: l'autolesionismo non è necessariamente il preludio di una patologia.
Il dolore auto inflitto è un modo per gestire forti emozioni (anche causate da una semplice sgridata) che il piccolo non è ancora in grado di affrontare. Non per questo un genitore deve smettere di educare, bensì si deve accollare un ulteriore compito educativo. Ogni comportamento è un messaggio, una comunicazione. Anche il gesto autolesionista va compreso per essere affrontato, ciò significa gestire la propria paura e la propria ansia e osservare cosa accade prima e dopo l'autoferimento. Nel bambino sano sarà necessario comprendere cosa fomenta eccessiva ansia e paura per aiutarlo a comprenderla, a nominarla e quindi gestirla efficacemente.
L'autolesionismo nel bambino patologico
L'autolesionismo nel bambino fa molta paura perchè è un sintomo presente in alcune patologie. Prima tra tutte l'autismo: non è raro che un bambino autistico in preda ad una crisi si ferisca in qualche modo.
Esiste anche la sindrome di Lesh-Nyham, una patologia dismetabolica che colpisce il cervello causando un grave ritardo mentale e comportamenti autoaggressivi anche molto violenti. A volte sono gli stessi bambini a rendersi conto della gravità del loro comportamento e a chiedere aiuto e contenimento all'adulto.
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