La sindrome da apnee del sonno
Quando il russamento si interrompe per una decina di secondi durante i quali non si respira, è possibile diagnosticare la sindrome di apnea del sonno. Per migliorare il risposo e la qualità della vita ci sono consigli comportamentali e strumenti meccanici in aggiunta a farmaci e interventi chirurgici
I disturbi del sonno possono riguardare diversi aspetti del dormire. I disturbi respiratori notturni sono una sottocategoria di disturbi molto frequenti e spesso sono poco considerati anche tra coloro che sono affetti da patologie cardiovascolari. Uno di questi problemi è il russamento, tristemente noto soprattutto a chi condivide il letto con chi ne è affetto. L’apnea del sonno è un altro problema serio, perché il russamento è seguito da attacchi di soffocamento. Il palato molle viene risucchiato nella gola interrompendo la respirazione e creando la sensazione di mancanza d’aria.
Definizione di sindrome da apnea del sonno
L’apnea del sonno colpisce circa il 2% della popolazione femminile e il doppio degli uomini; la percentuale aumenta al 33-40 tra coloro che soffrono di scompensi cardiaci. L’apnea notturna è definita dall’interruzione della respirazione per più di 10 secondi. Si parla di apnea ostruttiva quando la faringe collassa durante il sonno o per una predisposizione fisica o a causa di un rilassamento del tono muscolare. L’obesità è tra i maggiori fattori di rischio anche perché il grasso ostruisce ulteriormente la laringe.
La cessazione della respirazione causa un aumento della pressione negativa all’interno del torace e della pressione arteriosa sistemica, ciò causa un aumento del consumo di ossigeno miocardico. L’apnea centrale si combina a un aumento della pressione nel ventricolo sinistro congestionando i polmoni. I casi in cui l’apnea è dovuta a insufficienza nel funzionamento del tronco encefalico sono rari, perlopiù si verificano in associazione a poliomelite, tumori della fossa posteriore o insufficienza dei centri di controllo del respiro (in questo caso le difficoltà respiratorie permangono anche durante la veglia).
Il trattamento dell’apnea del sonno: metodi comportamentali e meccanici
Il trattamento dell’apnea ostruttiva non cambia in presenza o meno di scompenso cardiaco: le azioni possono essere di diverso tipo. Il primo passo è il dimagrimento (almeno il 10% del peso totale per gli obesi), così come il tentativo di modificare la posizione del sonno. A livello comportamentale è utile anche evitare l’uso di alcol, di fumo e di sedativi. Chi soffre di apnea del sonno ostruttiva ha forti benefici dall’uso di un apparecchio a ventilazione meccanica, chiamato Continuous Positive Airway Pressure (CPAP). Il Cpap invia aria a pressione costante nel naso tenendo libere le vie respiratorie superiori; molti studi hanno evidenziato una riduzione di sonnolenza diurna già dopo i primi giorni.
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Il trattamento dell’apnea del sonno: terapia farmacologica e interventi chirurgici
All’origine del russamento e dell’apnea ci può essere un problema di funzionalità dei centri motori responsabili del coordinamento dei movimenti respiratori. Alcuni farmaci cercano di agire su questi motoneuroni, come il Modafinil, usato anche nella narcolessia. La terapia farmacologica agisce sui sintomi e quindi è bene associarla all’uso della Cpap. L’apnea del sonno può essere risolta chirurgicamente grazie alla correzione di difetti anatomici che ostruiscono le vie aeree superiori. Gli interventi più frequenti sono quelli di tonsillectomia e di deviazione del setto nasale.
Fonte immagine: bETSSSSY