“Il lupo perde il pelo…” Smettere di fumare con l’e-cigarette
Sigarette elettroniche o altri surrogati sarebbero un valido aiuto per smettere di fumare, lo confermerebbe un recente studio dell’Università di Catania: chi fuma è dipendente non solo dalle sostanze chimiche, ma anche da precisi rituali fisici e gestuali che vi si accompagnano; una sorta di dipendenza comportamentale in sé non nociva che potrebbe essere mantenuta con oggetti sostitutivi privi di tabacco
“Il fumo nuoce gravemente alla salute” recitano ormai da molti anni i pacchetti di sigarette, a dispetto dei colori tenui e delle denominazioni “light” che vi si accompagnano; eppure, nonostante questo rappresenti uno dei maggiori fattori di rischio per gravi patologie polmonari e cardiache, la maggior parte di coloro che hanno tentato di smettere di fumare sono incorsi in fallimenti o ricadute: uno stress improvviso, una serata in compagnia o un convivente fumatore sono spesso fra i più comuni fattori che, a detta di molti, contribuiscono inesorabilmente a far desistere da tutti i buoni propositi.
Smettere di fumare facendo finta
È da qualche hanno in commercio la così detta e-cigarette, la sigaretta elettronica, che può essere tenuta fra le labbra come una sigaretta vera pur senza contenere alcuna sostanza da aspirare. Un recente studio dell’Università di Catania sembrerebbe avvalorare l’efficacia di questi surrogati per smettere di fumare: essi giocherebbero un ruolo importante nella disintossicazione da nicotina perché consentirebbero al “fumatore pentito” di conservare i suoi rituali, prendere la sigaretta e tenerla fra le labbra, che costituiscono anch’essi una vera e propria dipendenza, seppur comportamentale e non chimica. Dipendenza che potrebbe essere quindi mantenuta in forme non nocive utilizzando oggetti sostitutivi.
Smettere di fumare ma non di essere dipendenti
Si tratta, in altre parole, di smettere di fumare ingannando il nostro cervello? Sicuramente per molti di coloro che fumano il fatto stesso di tenere la sigaretta fra le labbra, e non solo il tabacco che si aspira, può rappresentare in sé un’abitudine comportamentale con cui si scaricano tensioni o stress del quotidiano. Con la sigaretta elettronica si conserva almeno parzialmente questo meccanismo smettendo di fumare ma non di essere comunque dipendenti da un’abitudine, anche se meno nociva per la salute, per affrontare situazioni e tensioni del quotidiano.
Smettere di fumare e i veri piaceri della vita
Molti studi in psicologia della salute sottolineano quanto complesso e multifattoriale sia il processo che porta una persona ad abbandonare comportamenti rischiosi per la propria salute per adottarne di nuovi. Per smettere di fumare, in altre parole, la sola informazione non basta, ma sono altrettanto importanti, se non di più, altri fattori quali: la motivazione, la fiducia nelle proprie capacità, la convinzione dell’importanza dei benefici rispetto ai costi e, non ultimo, l’ambiente relazionale là dove il fumo costituisce spesso un vero e proprio aggregatore sociale da cui può essere difficile dissociarsi. Chi ha cronicamente bisogno di accendersi una sigaretta per ammazzare la noia, sfogare la frustrazione o tollerare lo stress, dovrebbe poter trovare alternative più vantaggiose per gestire le tensioni e recuperare i piaceri della vita in altre attività maggiormente soddisfacenti. Altrimenti difficilmente ci si priverà della sigaretta, vera o finta che sia, se questa continua a rappresentare l’unico o il maggior piacere della vita.
Fonte immagine: exesofblu