E tu fai le cose o ci provi soltanto?
La parole che usiamo hanno un forte impatto sulla nostra neurologia, esserne consapevoli e agire di conseguenza è fondamentale per vivere la vita che desideriamo
“È molto difficile, ma puoi provare…” Mi chiedo se anche a voi sia capitato di ricevere questo commento circa un vostro progetto, una vostra ambizione, un vostro sogno… Espressioni del genere sono molto frequenti. Troppo. Consideriamo la linguistica usata dal nostro ipotetico interlocutore: troppo spesso, infatti, usiamo i termini in modo inconsapevole e non ci soffermiamo sull’impatto che hanno sulla nostra neurologia. E, nella frase di cui sopra, ci sono due parole davvero velenose, che producono pessimi risultati su noi stessi e la nostra motivazione.
Anzitutto, il termine “provare” è il virus del fallimento. Chi prova non si assume alcun rischio, non si assume nessuna responsabilità e pertanto non si impegna. Questo verbo contamina la fiducia che riponete in voi stessi, indebolisce le vostre convinzioni e, quindi, apre le porte a molteplici delusioni. Se “provate”, vi date il permesso di fallire! Si, avete capito bene: provare = fallire. Il cervello funziona in modo molto più semplice di quanto comunemente si creda e, nella fattispecie, contempla esclusivamente due possibilità: “il fare” o “il non fare”. Se provate a toccarvi il naso dopo pochi istanti vi renderete conto di quanto quest’affermazione sia impropria: o vi toccate il naso o non ve lo toccate. Non ci sono altre possibilità. Perciò, se volete avere successo, ove per successo intendo la capacità fare accadere le cose che desiderate, invece di “provare” fate!!! E, qualora non otteniate il risultato desiderato, fate di nuovo e ancora e ancora, perché solo e soltanto facendo realizzerete i vostri desideri.
Poi, l’aggettivo “difficile”. Quando avevate 10 mesi, non sapevate camminare e a 6 anni non eravate capaci di allacciarvi le scarpe: gesti che oggi sono automatici, un tempo erano difficili. Nonostante questo non vi siete lasciati bloccare dal fatto che lo fossero, li avete fatti una, due, tre, venti volte fino a quando avete imparato a camminare, a farvi il nodo ai lacci delle scarpe, a farvi la barba e così via. Come dice il famoso aforisma di John Norley “tutte le cose sono difficili prima di diventare facili”. E, quindi mi chiedo: se avete acquisito la totale padronanza di ciò che un tempo era etichettato come “difficile”, perché oggi lasciate che questa parola vi freni? Perché le permettete di sovvertire i vostri piani? Di mettere nel cassetto i vostri sogni? Per quale motivo la accettate come giustificazione al vostro fallimento? E, quali conseguenze ha tutto questo sulla vostra vita?
Perché è proprio della vostra vita che stiamo parlando: se volete qualcosa andate a prendervelo! Se avete degli obiettivi, fate, fate e perseverate con disciplina e dedizione. Spetta unicamente a voi se scegliere tra ciò che è comodo, adducendo tutte le varie giustificazioni del caso, e ciò che è utile. I grandi inventori, i grandi innovatori, i grandi leader hanno perseguito ardentemente i loro sogni, le loro vision. Per avere successo, per far accadere le cose, non bisogna mai darsi per vinti. Donald Trump dice “qualunque cosa facciate, pensate in grande”, questo è il comune denominatore che ha ispirato tutte le conquiste della vita moderna, dalle astronavi alle grandi scoperte scientifiche, tecnologiche e mediche. Quindi, FATE e rendete facile ciò che per ora, ancora, non lo è.
A presto,
Eleonora