Counseling motivazionale: il carburante del cambiamento
Il counseling motivazionale è uno strumento che si basa sullo stile del colloquio motivazionale utilizzato dagli operatori impegnati nelle relazioni d’aiuto per accrescere le motivazioni personali al cambiamento
Il counseling motivazionale aiuta il paziente e trovare le proprie motivazioni secondo i suoi tempi e le sue attitudini. Si parte dal presupposto che ogni persona possegga un forte potenziale di cambiamento: il compito del counselor è proprio quello di far uscire quel potenziale e facilitare i naturali processi di cambiamento che sono già presenti nell’individuo. Il counseling motivazionale ha l’obiettivo di liberare le persone dall’ambivalenza che le intrappola in cicli ripetitivi di comportamenti fallimentari e disfunzionali. Il counseling motivazionale nasce con l’intento di risolvere problemi di motivazione che inibiscono il cambiamento positivo del comportamento. Attraverso determinate tecniche e strategie si mira ad aumentare la motivazione intrinseca in modo che la correzione nasca dalla persona stessa piuttosto che esserle imposta dall’esterno, e quindi in modo che il cambiamento sia in linea con gli obiettivi e i valori propri della persona.
Counseling motivazionale e cambiamento
Nel counseling motivazionale il cambiamento viene considerato come il mutamento dinamico di un equilibrio: le motivazioni che provocano la modificazione di una abitudine maturano a partire da una progressiva accumulazione di fattori negativi; la crescente consapevolezza di tali fattori negativi crea una tensione dinamica che può sfociare in un rafforzamento delle difese (negazioni, scissioni) o in una reale modifica del comportamento problematico.
Secondo l’approccio motivazionale ci sono buone possibilità di rendere più probabile questa seconda ipotesi. Il cambiamento è un processo che si sviluppa lungo un continuum caratterizzato da una serie di stadi:
- stadio di precontemplazione: la persona non contempla l’idea di cambiare, non sospetta neanche di avere un problema che richieda un cambiamento;
- stadio di contemplazione: il cliente è caratterizzato dall’ambivalenza, dall’incertezza, ossia considera il cambiamento ma nello stesso tempo lo rigetta;
- stadio della determinazione: il soggetto si apre ad una serie di opportunità per risolvere attivamente il problema, se non coglie nessuna di queste opportunità la persona scivola indietro nello stadio di contemplazione;
- stadio dell’azione: il soggetto coglie l’opportunità e si impegna in azioni concrete volte al conseguimento di un cambiamento;
- stadio del mantenimento: il soggetto mantiene e consolida il cambiamento raggiunto prevenendo le ricadute, che possono riportare i pazienti agli stadi precedenti.
In ogni stadio di cambiamento il counselor interviene con specifici compiti, strategie e tecniche motivazionali.
Counseling motivazionale e profilo motivazionale
Oltre alla disponibilità al cambiamento è necessario considerare altri due importanti fattori legati alla motivazione: l’autoefficacia e la frattura interiore. L’autoefficacia riflette la fiducia nelle proprie capacità di conseguire un obiettivo in un determinato tempo. È fondamentale nel counseling motivazionale sostenere l’autoefficacia: la convinzione di poter cambiare è un potente elemento motivante. Inoltre le aspettative del counselor sulle abilità che il cliente ha di cambiare possono diventare una profezia che si autoavvera. La frattura interiore invece è data dalla percezione di contraddizione esistente tra la propria condizione attuale ed importanti aspirazioni, valori e mete ideali: ampliare tale discrepanza interna è spesso un insistente pungolo che spinge a rivedere e modificare i nostri comportamenti.
Disponibilità al cambiamento, autoefficacia e frattura interiore vanno a delineare il profilo motivazionale che il counselor deve essere capace di cogliere e sul quale deve agire di conseguenza attraverso uno stile di relazione specifico. Le abilità nel colloquio motivazionale riguardano infatti esprimere empatia, aggirare e utilizzare le resistenze, favorire l’espressione dei problemi e delle opinioni, fornire feedback sulla situazione, sostenere e confermare, evitare atteggiamenti giudicatori, inquisitori, interpretativi, evitare consigli prematuri/autoritari, formulare domande in forma aperta, ricorrere all’ascolto riflessivo come modalità interattiva.
Fonte immagine: Miky Jpeg