Come si svolge una sessione di life coaching?
Cosa accade durante una seduta di life coaching? Come viene impostata? Le testimonianze di life coach e le raccomandazioni di una delle associazioni italiane che disciplina la materia
Dopo aver spopolato nei Paesi anglosassoni e nel Nord Europa, anche in Italia sta emergendo la figura del life coach, “allenatore dell’anima” o, più prosaicamente, “preparatore per la vita”. Si sono rivolti al life coach sportivi come Beppe Signori e Carlo Ancelotti e una lunga fila di manager – uomini e donne – stressati dal lavoro e desiderosi di ridefinire obiettivi e priorità di vita. Il life coaching promette di aiutare le persone nella conduzione dei loro progetti attraverso un percorso che può durare dai tre ai nove mesi e ha inizio con una sessione introduttiva.
Life coaching: la sessione introduttiva
Il primo contatto tra life coach e cliente avviene con un appuntamento dal vivo o, più di frequente, con una lunga e dettagliata telefonata. Il coach invita il cliente (coachee) a tracciare il quadro della sua situazione attuale e a delineare i suoi obiettivi primari. Durante la sessione introduttiva – che richiede un tempo di almeno due ore – vengono definite le finalità del percorso di life coaching, le priorità di azione e i risultati specifici che si vogliono raggiungere. Il life coaching, infatti, si concentra sul presente e sul futuro, non sul passato.
Life coaching: le sessioni successive
Quando e per quanto: in base agli impegni e alle esigenze del cliente, coach e coachee definiscono l’agenda degli incontri successivi, che di solito tendono a svolgersi con cadenza settimanale in un arco di tempo di un minimo di tre fino a un massimo di nove mesi. Ogni sessione di coaching consiste in una conversazione di 45-60 minuti.
Fare il punto, e fare domande: ciascuna sessione va focalizzata su un argomento specifico, la cui scelta spetta allo stesso coachee. Il cliente viene invitato a esprimersi in piena libertà, mentre il coach ascolta e fa le sue osservazioni. Più che dare consigli, il life coach stimola il cliente a riflettere su se stesso e sulla direzione che vuole dare alla sua vita. Compito del life coach è fare domande capaci di stimolare alla conoscenza di sé e spingere all’azione, quelle che professionisti come Giovanna Giuffredi di Life Coach Italy chiamano domande potenti.
L’approccio elogiativo e le domande del life coaching
Parlando della relazione tra coach e coachee, la Federazione italiana coach (sede italiana dell’International Coach Federation) sottolinea come il coach debba partire da “un approccio elogiativo che si fonda sul riconoscimento di ciò che è giusto, di ciò che funziona, di ciò che è desiderato, di ciò che è necessario per arrivare all’obiettivo. L’approccio elogiativo prevede domande basate sulla scoperta, una formulazione costruttiva di osservazioni e feedback”. Il coach è chiamato a incoraggiare e stimolare il cliente, guidandolo al pieno sviluppo delle sue risorse personali. Come spiega la dottoressa Giovanna D'Alessio, fondatrice della Federazione italiana coach e titolare di Life Coach Lab, “Un coach aiuta le persone a trasformare se stesse e a riformulare il loro modo di essere, di pensare e di agire. Il coach sfida e supporta il cliente a raggiungere elevati livelli di performance e allo stesso tempo far emergere il meglio di sé”. Le domande sono il modello di interazione e comunicazione costruttiva per eccellenza. Ne fornisce numerosi esempi la life coach Tina Helboe, tra cui:
Che cosa vuol dire “equilibrio” per te?
A che cosa dici sì e a che cosa dici no?
Sulla gestione del tempo e la ricerca dell’equilibrio tra lavoro e vita privata
Che cosa ti impedisce di avere fiducia in te stesso?
Quali sono 10 delle tue qualità migliori?
Sull’autostima
Dove vuoi essere fra 10 o 20 anni?
Quale effetto vuoi avere sulla gente che incontri?
Sulle ambizioni personali
Quale sarebbe la tua giornata di lavoro ideale?
Cosa vorresti imparare?
Sul lavoro
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