La sedentarietà che provoca l'ansia
Nella nostra società, dove l'immagine e il corpo da mostrare sono un elemento fondamentale (sono pochi coloro che riescono a sfuggire a questa catena mentale), la sedentarietà è considerata un male per le conseguenze sul fisico. Eppure anche la psiche ne risente, attraverso l'ansia. Vediamo come e perché
Stare seduti e in pace è un miraggio per chi ha bimbi piccoli che fin dal mattino ti chiedono di giocare e saltare a dispetto del clima, ma la sedentarietà come scelta di vita è una strada pericolosa.
Sicuramente stiamo pensando ai possibili effetti sul fisico: siamo circondati da golosità di ogni tipo e se non si smaltiscono diventano vere spine sui fianchi.
Eppure anche gli effetti psicologici sono tutt'altro che trascurabili: stress, bassa autoefficacia e ansia si accompagnano malvolentieri ad una vita attiva!
Sedentarietà e ansia
Il legame tra sedentarietà e ansia credo sia meno intuibile e conosciuto di quello con la depressione. A renderlo noto è la ricerca del Centre for Physical Activity and Nutrition Research sito in Australia: i ricercatori non hanno in realtà messo a punto un esperimento tutto loro, bensì hanno utilizzato i database di nove ricerche precedenti sul tema, per fare una verifica a livello meta: i risultati coincidono a distanza temporale e in luoghi differenti? Il quesito ci dovrebbe aiutare ad ottenere una risposta robusta sul tema.
I risultati non lasciano spazio a dubbi secondo Megan Teychenne, capo del gruppo di ricerca. Le analisi confermano una solida correlazione tra sedentarietà e sintomi ansiogeni che aumentano di pari passo.
Ciò che resta da comprendere è la direzione di questa relazione che tutt'ora non è chiara: sei ansioso e ti muovi poco o la scelta di fare poco moto ci rende più esposti all'ansia?
Reazione allo stress tramite la vita attiva
Risultati più consolidati sono quelli che riguardano la relazione tra lo stress e la vita attiva. Una vita che include in modo regolare (non necessariamente eccessivo, si tratta di costanza e non di quantità) attività sportiva o fisica migliora lo stato fisico e psicologico alleviando in modo particolare lo stress.
Il corpo impegnato in uno sforzo fisico rilascia infatti endorfine, cioè sostante psicotrope che il cervello produce e "subisce" con un effetto molto piacevole. Le endorfine infatti inducono effetti analgesici e piacevoli contribuendo al miglioramento dell'umore.
Sono state registrati anche benefici sul sonno e sulla tensione muscolare, nonché sulla circolazione sanguigna.
Questo mix di effetti fisici e psicologici dello sport che si influenzano reciprocamente generano un'impressione globale di benessere diminuendo i sintomi di stress percepiti dalla persona.
L'autoefficacia come costrutto chiave
Questa relazione tra sedentarietà, stress e ansia può essere letta mettendo al centro un costrutto chiave che a me piace molto e su cui ognuno di noi può "lavorare" per vivere più serenamente: l'autoefficacia.
A differenza dell'autostima che fa riferimento ad una valutazione globale e molto stabile che il soggetto ha di se stesso, l'autoefficacia si lega all'idea che abbiamo circa la riuscita in un particolare ambito o compito.
Le dimensioni più ridotte rendono più semplice una sua rielaborazione positiva con enormi benefici: maggiore autoefficacia percepita significa mettere più impegno in compiti che sono realmente alla nostra portata e sperimentare piccoli successi che in sequenza ci conducono ad una valutazione positiva di noi e a un reale miglioramento delle prestazioni.
L'attività fisica e lo sport comportano uno sforzo indirizzato a degli obiettivi; lavorando sull'autoefficacia e quindi su una valutazione realistica di ciò che possiamo raggiungere sarà più semplice:
- raggiungere gli obiettivi;
- integrare l'attività fisica in modo regolare;
- non provare ansia nei confronti di un'attività che ci sembra fuori dalla nostra portata;
- sentirci bene con noi stessi!
Autoefficacia e salute: quale relazione?
Per approfondire:
> Disturvi d'ansia, sintomi e cause