Ansia e crescita personale
Quando si soffre di disturbi d'ansia, superare le resistenze a chiedere un aiuto psicologico è un atto di fiducia verso il cambiamento.
“L'ansia non ci sottrae il dolore di domani, ma ci priva della felicità di oggi”
Leo Buscaglia
L’accostamento tra ansia e crescita personale ci porta a riflettere sulle delicate conseguenze che i disturbi d’ansia, con i loro variegati sintomi e caratterizzazioni, possono avere nell’arco di diversi anni nella qualità della vita di una persona se non sono stati tenuti nella dovuta considerazione. L’obiettivo di questo intervento è dunque quello di cercare di superare le resistenze, dovute anche alla disinformazione, sulla stretta correlazione che esiste tra ansia cronica e compromissione cognitiva della persona, con conseguente disimpegno relazionale, sociale e lavorativo.
Può accadere che la reazione ansiosa si sviluppi in concomitanza con un periodo della nostra vita nel quale siamo costretti dalle circostanze – dai progetti che avevamo su noi stessi – ad affrontare un cambiamento. L’ansia sopraggiunge per dar voce alle nostre insicurezze, alla paura di agire e di andare verso gli altri, ma anche alla paura di sbagliare, di non essere all’altezza dei compiti e delle responsabilità. Pur sapendo coscientemente che non possiamo tirarci indietro, ci ritroviamo distratti dalle reazioni fisiche che il nostro corpo ci lancia come fossero messaggi da interpretare, e giungiamo alla convinzione di essere molto malati.
Quando arriva la diagnosi medica, secondo la quale ciò che abbiamo non è altro che ansia, da una parte ci sentiamo sollevati ma dall’altra è come se incontrassimo per la prima volta un nemico di cui non sapevamo l’esistenza. Le domande si accalcano nella mente: “Possibile che sia la mia testa a generare le palpitazioni al cuore?!” “Ero così contento di stare per laurearmi e ora a malapena riesco ad uscire da casa per andare a comprare il giornale!” e ancora: “Ho voluto così tanto sposarmi! Ma ora in casa con lui mi sento soffocare e ho sempre questa nausea…”.
Crescere non è facile e spesso succede che le immagini dei nostri genitori e di come reagivano agli eventi della vita costituiscano l’unico esempio concreto a cui fare riferimento per affrontare le incognite quotidiane: come ci si muove per arrivare a realizzare un traguardo? E come si gestisce la responsabilità dell’accudire dei figli? Ecco allora che le reazioni emotive trovano nel corpo un alleato per proteggerci, come avviene per la paura dell’ignoto. Infatti la reazione ansiosa è come un meccanismo di protezione e se normalmente questo è sano – guai se non provassimo mai paura per qualcosa che non conosciamo! – una reazione spropositata che invalida la qualità della vita è il segnale che c’è qualcosa che non va, per esempio che c’è qualcosa che forse non vorremmo proprio fare o che ci è difficile ricoprire un ruolo quando questo è particolarmente gravoso per noi.
Resistere cercando di piegare la nostra mente e il nostro corpo senza avere gli strumenti adatti significa provocare una contro-reazione spropositata di ansia e paralisi dell’azione che può raggiungere un livello di cronicizzazione non più funzionale alla crescita personale. Se riusciamo a chiedere aiuto affrontando un intervento terapeutico psicologico, significa che vogliamo imparare da noi stessi e dalle nostre risorse interne, e che ammettiamo a noi stessi di aver bisogno degli strumenti giusti per imparare a dialogare con le nostre paure e i nostri più reconditi desideri.