Pensiero laterale e intelligenza
Il pensiero laterale è una forma di pensiero originale, non convenzionale che va oltre i dati osservandoli da angolazioni differenti da quelle della logica.
Il pensiero è quella capacità umana che permette di entrare in relazione con il mondo categorizzando gli elementi, operando astrazioni e generalizzazioni, organizzando la realtà, nonché di utilizzare le informazioni per produrre ragionamenti utili a risolvere problemi e agire nella realtà.
È quindi una caratteristica che mette in relazione con il mondo che circonda, precedendo i nostri comportamenti.
L’’uomo si serve di diverse tipologie di pensiero e, a livello generale, sono spesso identificati il pensiero razionale o verticale e quello divergente o laterale.
Quando la soluzione non arriva
Quante volte è capitato di passare ore e ore a “scervellarsi” per giungere a una soluzione senza alcun successo, fermandosi a un punto senza riuscire a continuare pur ripercorrendo i passi?
Questa è una delle condizioni a cui spesso porta l’utilizzo unico e solo di quello che viene definito “pensiero verticale”. Anche detto razionale, esso segue i principi della logica e schemi di conoscenza e categorizzazione ben consolidati e appresi nel tempo ma che possono non risultare efficaci in molte situazioni.
Infatti, seppur da un alto riducono fortemente l’angoscia generata da un problema, donando sicurezza e uno schema ben preciso di azione e ragionamento, dall’altro possono ridurre la possibilità di esplorare nel complesso la situazione, osservandone tutti i dettagli, trovando quindi la chiave per la soluzione.
Questa perdita di elementi importanti, così come la non considerazione della natura singola e unica delle diverse situazioni e necessità, nonché la fissità eccessiva nel valutare i diversi aspetti, riducono l’adattabilità del ragionamento alla situazione portando spesso a errori, blocchi nel pensiero, scoraggiamento e allontanamento dalla soluzione.
Al fine di fuoriuscire dall’impasse, è talvolta utile allontanarsi dalle norme classiche della razionalità e dal modo di pensare convenzionale e tradizionale, esplorando altre forme di pensiero più creativo, divergente e lontano dalla logica ovvero quello definito dallo psicologo Edward de Bono “pensiero laterale”.
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Pensiero laterale, cos’è?
Definito da De Bono come pensiero alternativo e complementare a quello verticale, il pensiero laterale consiste in una forma di pensiero non lineare e logico che percorre strade alternati alla razionalità per giungere alla soluzione.
È quel modo di pensare che permette di uscire dalle forme convenzionali ed esplorare soluzioni alternative, nuove e non direttamente osservabili e riconducibili agli elementi dati, ma raggiunte grazie all’osservazione da prospettive diverse.
I nuovi punti di vista assunti possono dar vita a modalità differenti di vedere e interpretare il problema e quindi risolverlo, in modi originali, nuovi, talvolta bizzarri e innovativi.
Proprio per le sue caratteristiche è associato alla creatività e a un modo di pensare “divergente”, ovvero che si discosta dalla strada diretta percorsa dalla logica, divergendo appunto verso altri orizzonti. È associato al funzionamento dell’emisfero cerebrale destro sede anche della fantasia, creatività e intuizione.
Pensiero laterale e intelligenza: quale relazione
L’intelligenza può essere definita come la capacità di acquisire, elaborare e riorganizzare le informazioni nell’interazione con la realtà e utilizzare efficacemente le stesse per interagire con essa in modo adattivo.
È quindi l’abilità di risolvere i problemi e districarsi nelle situazioni adattandosi all’ambiente e migliorando le proprie condizioni di vita o mantenerle.
Data questa premessa, quindi, una buona abilità di staccarsi dalla logica e razionalità per approcciare una forma di pensiero più laterale, garantirebbe una maggiore adattabilità alla realtà e una relazione più efficace ed efficiente.
Le situazioni, anche quelle maggiormente complesse, risulterebbero meno fastidiose e irrisolvibili e si maturerebbe la capacità di raggirare le apparenze dei dati osservati, trovando soluzioni originali e utili.
Il pensiero laterale favorisce un approccio alla realtà maggiormente libero da vincoli e condizioni, supportando talvolta innovazione, novità e miglioramento nonchè la fuoriuscita da condizioni che appaiono irrisolvibili o eccessivamente lunghe e tortuose.
Le abilità di problem solving risultano una componente fondamentale dell’intelligenza, in quanto manifestazione di utilizzo efficace ed efficiente delle informazioni per risolvere i problemi con schemi più o meno prestabiliti, non fermandosi alle difficoltà ma ragionando e agendo anche in modo nuovo.
Ovviamente, né il pensiero verticale, né quello laterale possono sopravvivere da soli ed essere funzionali all’adattamento, lo stesso De Bono afferma che devono essere presenti entrambi e utilizzati in modo complementare al fine di garantire una migliore qualità di problem solving.
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