Il palazzo mentale per la memoria: fate come foste a casa vostra!
La tecnica del palazzo mentale è una variante dell’antica mnemotecnica dei loci che consente di organizzare e memorizzare un’enorme quantità di informazioni sfruttando le proprietà della memoria visuo-spaziale e delle immagini mentali. Un modo per sviluppare una memoria degna di Sherlock Holmes!
Nella serie televisiva britannica Sherlock, ispirata al celebre protagonista delle opere di Arthur Conan Doyle, il personaggio di Sherlock Holmes in diversi episodi della seconda e della terza stagione fa ricorso alla tecnica di memoria del palazzo mentale per recuperare ricordi e richiamare alla mente informazioni utili alla risoluzione dei casi.
Ma la tecnica del palazzo mentale è davvero così prodigiosa? I risultati possono essere straordinari, a patto che ci si muova in un luogo mentale che si conosce alla perfezione.
Dai loci di Simonide al palazzo mentale di Matteo Ricci
Quella del palazzo mentale è una variante “moderna” dell’antica mnemotecnica dei loci descritta per la prima volta da Simonide, poeta greco del V secolo a.C.
Questa mnemotecnica utilizza luoghi o percorsi reali e conosciuti al soggetto per organizzare mentalmente le informazioni da ricordare associando ciascun elemento ad un luogo e riuscendo in tal modo a memorizzare anche informazioni scollegate fra loro (come serie di numeri o liste di parole) o un preciso ordine in cui esse devono essere richiamate alla mente (come le parti di un discorso).
La tecnica del palazzo mentale venne messa a punto dal gesuita Matteo Ricci, che la utilizzò per memorizzare tutti i dettagli della dottrina cristiana.
Questa tecnica sfrutta gli stessi principi di quella dei loci facendo riferimento ai piani e alle stanze di uno o più palazzi, fino a costruire delle vere e proprie “città” in cui il soggetto può immagazzinare anche un numero e una tipologia molto elevata di informazioni.
L’architettura dei ricordi
La tecnica del palazzo mentale – più spesso detto palazzo della memoria – sfrutta, come la tecnica dei loci, le proprietà della memoria visuo-spaziale e, con esse, il principio di associazione per cui, ad ogni luogo mentale, una stanza o un piano del palazzo, viene associato un elemento da ricordare sfruttando il potere delle immagini mentali.
Il fatto che, per ordinare e richiamare le informazioni, venga sfruttata l’architettura di un palazzo, invece che semplicemente i luoghi di una stanza o di un percorso di strada noti al soggetto, aumenta la possibilità di archiviare diverse categorie di informazioni secondo un ordine gerarchico e l’argomento di pertinenza.
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Memorizzare il palazzo mentale
Per poter utilizzare la tecnica del palazzo mentale è necessario seguire alcuni step. Il primo e il più importante è quello di familiarizzare col proprio palazzo mentale, ripercorrendolo anche centinaia di volte con la mente, fino a memorizzarne alla perfezione ogni dettaglio.
Che si tratti di un palazzo che realmente conosciamo o di una costruzione di fantasia (caso questo più difficile), è fondamentale essere in grado di riconoscerne ogni dettaglio in modo da poterlo percorrere e ripercorrere mentalmente a partire da qualunque punto in modo semplice e veloce.
Si tratta di potenziare le proprietà della memoria visuo-spaziale per creare un’impalcatura di base in cui archiviare i successivi ricordi.
Associare ad ogni luogo un’informazione da ricordare
Una volta creata questa architettura di base è possibile iniziare ad “arredare” il proprio palazzo mentale con le informazioni che si ha necessità di ricordare.
È più utile iniziare con un numero limitato di informazioni associandone non più di una o due per ogni luogo del palazzo: dal portone di ingresso, alle scale, alla porta dell’ascensore fino al dettaglio delle stanze o degli appartamenti di ogni piano, ognuno può dettagliare i luoghi del proprio palazzo mentale diversamente a seconda delle sue esigenze.
Per fare questo è utile sfruttare il principio di associazione collegando ogni elemento che si intende ricordare con un dettaglio del luogo del palazzo in cui vogliamo archiviarla.
Possiamo sfruttare oggetti o elementi già esistenti o aggiungerne di nuovi per caratterizzare e distinguere meglio ogni luogo dall’altro e associare a questi un’immagine che di volta in volta richiama l’informazione che ci occorre ricordare.
Riutilizzare più volte il palazzo mentale
Si può procedere in questo modo fino a costruire mentalmente intere città, oppure “svuotare” il palazzo mentale, una volta che le informazioni non ci occorrano più, e ricominciare ad “arredarlo” con nuovi elementi. L’importante è… sentirsi a casa!
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