Le intelligenze multiple: in che modo sei intelligente?

Il test del QI - Quoziente Intellettivo è ormai sempre meno utilizzato. Funziona ancora in stretto ambito scolastico, ma averlo alto non assicura una buona riuscita a lavoro. Anzi oggi, come sostiene lo psicologo Howard Gardner, il QI scolastico può essere valido al massimo per il 20 per cento se si considera il successo nel lavoro. Il perché ce lo spiega la teoria delle intelligenze multiple: non c’è un modello unico di intelligenza, ma diverse tipologie di intelligenze. Conosciamole

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La teoria delle intelligenze multiple sviluppata da Gardner postula che non esiste un fattore di intelligenza generale, ma che al contrario ognuno sia portatore di una “rosa” di intelligenze diverse, originali come è originale ogni individuo. Alla base di questa concezione c’è l’importanza attribuita all’apprendimento esperienziale che ciascuno di noi realizza nell’ambito dei contesti culturali in cui nasce e cresce. Studiando l’evoluzione del cervello sulla base di accurate ricerche, Gardner ha dunque affermato che non esiste una intelligenza unica con la quale si nasce e si convive tutta la vita, ma che tutti noi siamo dotati di un numero variabile di abilità, relativamente indipendenti fra loro, e molto influenzate dal tipo di educazione che si riceve e dagli stimoli offerti dall’ambiente in cui si vive.

 

Le tipologie di intelligenze multiple

Secondo Gardner le intelligenze multiple sarebbero riconducibili ad otto tipologie. Una nona intelligenza, quella esistenziale, relativa all’abilità di gestire i grandi temi della vita e della morte non è mai stata formulata in maniera definitiva. Ma conosciamo le altre.

 1) L’intelligenza linguistica. È la capacità di usare il linguaggio, la lingua madre e magari altre lingue, per esprimere che cosa si ha in mente e per capire gli altri. Scrittori, poeti, oratori, avvocati o altre persone per cui il linguaggio è un importante ferro del mestiere esprimono questa intelligenza.

2) L’intelligenza logico-matematica. Le persone che la sviluppano comprendono i principi sottostanti ai sistemi causali, come fa uno scienziato, o sono in grado di manipolare numeri, quantità e operazioni, come fa un matematico.

3) L’intelligenza spaziale. Essa si riferisce all’abilità di rappresentare il mondo spaziale all’interno della propria mente come fa un marinaio o un pilota di aerei, o come un giocatore di scacchi o uno scultore che rappresenta un mondo spaziale più circoscritto. Questa tipologia di intelligenza può essere utilizzata sia nelle scienze che nelle arti.

4) L’intelligenza corporeo-cinestetica. Questa è la capacità di usare tutto il proprio corpo o parti di esso – mani, dita, braccia … - per risolvere un problema, costruire qualcosa o realizzare qualche tipo di prodotto. Gli esempi più evidenti sono gli atleti o gli artisti dello spettacolo, in particolare nella danza o nella recitazione.

5) L’intelligenza musicale. È la capacità di pensare in musica, di percepire schemi, riconoscerli, ricordarli e magari manipolarli.

6) L’intelligenza interpersonale. Essa è la comprensione degli altri, un’abilità di cui tutti noi avremmo bisogno, ma che è indispensabile se si è un insegnante, uno psicologo, un medico, un venditore o un politico. Chiunque abbia a che fare con altre persone deve essere abile nella sfera interpersonale.

7) L’intelligenza intrapersonale. Questa si riferisce al fatto di avere una comprensione di se stessi, di sapere chi si è, che cosa si è in grado di fare, che cosa si vuole fare, come si reagisce alle cose, quali cose evitare e verso quali cose muoversi. Chi possiede questo tipo di intelligenza risulta indubbiamente molto attraente.

8) L’intelligenza naturalistica. Essa indica l’abilità umana di operare distinzioni tra i viventi (piante, animali) e tra altre caratteristiche del mondo naturale (nuvole, rocce). Questa abilità è centrale per gli agricoltori, i botanici, gli chef.

 

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Intelligenze multiple ed educazione

L’educazione, secondo Gardner, dovrebbe essere “scolpita” in modo tale da essere sensibile alle differenze: invece di ignorare la diversità e di pretendere che tutti gli individui abbiano lo stesso tipo di mente, ci si dovrebbe adoperare affinché ognuno possa ricevere un’educazione tale da massimizzare il suo potenziale.

La teoria delle intelligenze multiple dunque nell’ambito di un discorso sulle differenze individuali nell’apprendimento risulta affascinante e significativa oltre che per l’interazione dinamica delle varie intelligenze, anche per l’importanza che viene riconosciuta all’intelligenza come indicatore di possibili realizzazioni future e di un potenziale da nutrire e sviluppare.

Da un punto di vista pedagogico è chiara l’implicazione per le differenze individuali che non devono solo essere riconosciute, ma anche e soprattutto valorizzate nella loro varietà. In quest’ottica la valutazione dell’intelligenza (o delle intelligenze) dovrebbe rispondere, più che alla domanda “Quanto sei intelligente?”, alla domanda “Come sei intelligente?”, ben più stimolante e produttiva.