Analfabetismo digitale: facciamo chiarezza
L'analfabetismo digitale è uno dei temi su cui in Italia ci si sta lamentando attualmente. Purtroppo c'è un fondo di verità: dobbiamo quindi imparare a riappropriarci della nostra tecnologia
L'analfabetismo digitale è una dei temi su cui si sta concentrando l'attenzione in questi mesi come simbolo dello scarso funzionamento dell'Italia.
Si tratta di un fenomeno composito e multicausale che spesso viene semplicemente descritto come "in Italia si usa poco Internet e siamo rimasti indietro".
Sebbene ci sia un fondo di verità in questa affermazione non riesce assolutamente a riassumere il quadro della situazione italiana né tantomeno far comprendere cosa sia questa tipologia di analfabetismo che riguarda non solo la frequenza d'uso, ma anche la sua qualità.
Analfabetismo digitale e informatico
Cerchiamo di fare chiarezza! Quando parliamo di Nuove Tecnologie facciamo riferimento (a volte contemporaneamente) sia ai dispositivi che utilizziamo di nuovissima generazione (smartphone, smart Tv, tablet, pc, ecc.), sia i modi in cui li usiamo e i luoghi cui ci permettono di accedere.
L'analfabetismo informatico riguarda la scarsa conoscenza o l'incapacità di usare lo strumento tecnologico, mentre l'analfabetico digitale usa tale tecnologia in modo errato: scarso spirito critico, scambio di informazioni senza criterio, cessione dei propri dati, ecc.
L'analfabetismo digitale quindi va ad incidere sulla capacità di accedere e muoversi all'interno della società dell'Informazione e di essere cittadini digitali competenti. Secondo AgendaDigitale in Italia possiamo suddividere la popolazione digitale 4 fasce, individuate grazie ai dati ISTAT:
- il 37% della popolazione (tra i 6 e i 75 anni) non ha mai usato Internet;
- il 13% non lo ha usato negli ultimi 3 mesi;
- il 24% lo ha usato, ma non sa usare attivamente i servizi che offre (es. Internet banking);
- il 26% raggiunge almeno il livello minimo di competenze.
Alfabetizzazione digitale: cosa significa?
Le competenze digitali
Eccoci al punto critico: qual è il livello minimo? Non ci sono grandi certezze, è proprio il caso di sottolinearlo; probabilmente i cambiamenti che stiamo sperimentando sono tanto rapidi da impedirci di riflettere sugli stessi in modo adeguato.
Ad ogni modo l'Unione europea nel 2010 ha stilato un classifica delle competenze digitali da possedere, eccone alcune:
- capacità di esplorare un ambiente;
- capacità di adottare punti di vista molteplici e di improvvisare;
- capacità di sintesi di contenuti multimediali;
- multitasking;
- capacità di confrontare diversi punti di vista;
- capacità valutare le fonti di informazione;
- capacità di fare rete e diffondere le informazioni.
La ricerca americana
Se in Italia queste competenze digitali non sembrano essere troppo presenti, non preoccupatevi che siamo in buona compagnia. Non voglio dire che "mal comune, mezzo gaudio", ma che forse il problema deve esser affrontato diversamente perché molto diffuso.
Il sito americano Vouchercloud ha cercato di delineare il grado di analfabetismo digitale negli USA; i risultati della ricerca sono tutt'altro che confortanti. Ecco qualche chicca:
- 11% degli intervistati sostiene che l'HTML sia un virus sessualmente trasmissibile;
- per il 27% il Gigabyte è un insetto sudamericano;
- per fortuna il 61% ritiene indispensabile avere delle conoscenze informatiche.
Divertente o avvilente?
L'analfabetismo digitale nella Giornata internazionale dell'alfabetizzazione