Il benessere del gruppo di volontariato. Motivazione e aspettative
Motivazione ed aspettative sono elementi fondamentali da valutare per gestire in modo sano un gruppo di lavoro. Se il gruppo è formato da volontari la gestione delle aspettative e dei desideri dei singoli può essere fonte di crescita ed efficacia o, al contrario, motivo di contrasti e scarsa partecipazione. Come agire?
Quanti di voi hanno fatto parte di gruppi di lavoro presso associazioni di volontariato? Quanti hanno ottenuto dal lavoro in team la gratificazione e la serenità che si aspettavano?
Il mondo del volontariato è assai vario, per la mission e la vision perseguite e per il modello di governance adottato e un team di volontari è, molto spesso, un gruppo poco formale di persone con competenze e background diversi.
Cosa accade in questi contesti?
La volontarietà del servizio donato dai singoli incide fortemente sulla continuità della partecipazione, provocando turnover tra volontari e nei ruoli di leadership.
La necessaria strutturazione del lavoro volontario, soprattutto se istituzionale, deve mescolarsi con una forte dose di flessibilità.
Deve adattarsi ai cambiamenti ed essere elastica nella misura giusta per consentire l’accesso al ruolo a persone provenienti da contesti professionali diversi, con modelli organizzativi a volte differenti.
In simili condizioni, i piccoli gruppi di lavoro hanno di fronte molte sfide: riconoscere la leadership di un altro volontario, progettare le attività nel medio-lungo periodo, coordinarsi nelle fasi operative, prendere decisioni, risolvere conflitti e fare i conti con una responsabilità assunta a part-time.
Il principale scoglio è il senso di colpa legato all’incombenza e per fronteggiarla possono verificarsi condizioni estreme e opposte: fuggire l’bbligo o prenderne in carico una dose eccessiva spinti dal senso del dovere; adattarsi agli umori del gruppo, dipendendo dalle decisioni dei più carismatici, limitando la propria partecipazione ad un ruolo operativo di mera realizzazione del compito, evitando l’intervento nelle fasi decisionali.
La responsabilità che siamo in grado di assumere dipende da molti fattori, primo fra tutti la motivazione al compito. Spesso nelle organizzazioni e nei gruppi di volontariato si crede che la condivisione di certi valori sia da sola sufficiente a rendere un gruppo di lavoro un buon gruppo, capace di ottenere il massimo del risultato.
Se facessimo una radiografia dei motivi per i quali ci impegniamo in attività di volontariato potremmo osservare cosa muove la nostra volontà e distinguere queste spinte in motivazioni di tipo ideale (adesione alla vision e alla mission) e motivazioni personali, più legate a bisogni di benessere individuale.
La prima motivazione ha il vantaggio di essere più continuativa, ma tende a produrre modelli di lavoro rigidi e poco aderenti alla realtà. Aggrapparsi ad essa in via principale, affidandole il compito di mantenere sempre viva la fiamma, vuol dire ignorare altri bisogni. La seconda motivazione può spegnersi nell’arco di un tempo relativamente breve o perché soddisfatta pienamente o perché, al contrario, non accontentata producendo frustrazioni e conflitti.
In un’esperienza di gruppo ognuno porta con sé un bagaglio ricco di aspettative. Victor H. Vroom sostiene che la motivazione sia correlata a due fattori: la valenza, che è riferita alla importanza che dò al conseguimento di un obiettivo (positiva o negativa a seconda che si voglia o non si voglia qualcosa) e l’aspettativa, che è costituita dalle probabilità riconosciuta di riuscire a conseguirlo. Un terzo elemento fondamentale è la ricompensa materiale o immateriale che ottengo al raggiungimento dell’obiettivo.
È essenziale, quindi, che tali attese siano espresse e condivise all’interno del gruppo, poiché dirigono le nostre azioni. Vanno esplicitate per poterle riconoscere e per poter fare subito chiarezza tra esse e gli obiettivi del gruppo. Aspettative e obiettivi non sempre coincidono e non è detto che debbano farlo affinchè il gruppo possa lavorare con la giusta motivazione.
È fondamentale che il singolo sappia che all’interno del gruppo non potranno essere appagate tutte le sue previsioni. Fatta questa analisi, siamo pronti a raccogliere i desideri di tutti, sottolineando quelli più condivisi da utilizzare come combustibile del nostro lavoro.