Autoironia: come svilupparla?
L’autoironia, ovvero ridere di se stessi con intelligenza: imparare a sviluppare questa facoltà della mente può rivelarsi una risorsa preziosa per riuscire a vivere meglio dando il giusto peso alle cose.
L’autoironia è ridere di se stessi cogliendo le contraddizioni e i paradossi nel proprio modo di essere stemperando con leggerezza i nostri inevitabili piccoli e grandi difetti.
Imparare a sviluppare un po’ di autoironia aiuta a mettere la giusta distanza dalle cose che ci accadono e a sviluppare una benevola tolleranza verso noi stessi.
L’autoironia aiuta a mettere la giusta distanza da se stessi
Immaginate un sasso che cade in un lago, a seguito dell’urto l’acqua formerà delle onde concentriche che andranno ad allargarsi di ampiezza sempre crescente fino a tornare in uno stato di quiete; l’ampiezza delle onde create dall’acqua non sarà sempre uguale: dipenderà dalla grandezza del sasso.
Imparare a prendere le giuste distanze da sé stessi e dai propri piccoli difetti significa rivalutare l’importanza di quanto ci accade senza lasciarci travolgere più del necessario: a volte si tratta in realtà di un piccolo sasso, e un po’ di autoironia può aiutarci a comprenderlo meglio!
L’autoironia infatti permette di ridimensionare i difetti o gli insuccessi che attribuiamo a noi stessi, cogliendo i lati paradossali delle situazioni più sgradevoli e stemperando – mediante il riso - la vergogna o l’imbarazzo che ne possono derivare.
Per imparare a ridere di sé stessi occorre quindi esercitare la capacità di osservarsi assumendo l’ottica di un ipotetico osservatore esterno cogliendo con umorismo gli aspetti paradossali del nostro comportamento. Questo consente di mettere così una maggiore distanza da quanto accade e di rivalutarlo con nuovi occhi.
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L’autoironia e le caratteristiche di personalità
L’ironia, e quindi anche l’autoironia, rappresenta un meccanismo di difesa maturo mediante il quale la mente allontana emozioni e stati d’animo sgradevoli o che ritiene di non poter esprimere direttamente – come la vergogna o la rabbia – stemperandoli ed esorcizzandoli attraverso il riso.
Far ricorso all’autoironia può avere funzioni diverse a seconda delle situazioni e delle caratteristiche di personalità di ognuno. C’è chi la utilizza potremmo dire preventivamente per esorcizzare le critiche che si teme possano venire dagli altri, fare dell’autoironia significa in questo senso invitare l’interlocutore a partecipare al riso esorcizzando e stemperando la temuta aggressività dell’altro.
L’autoironia può rappresentare anche una modalità caratteristica di quelle personalità che potremmo definire maniacali, non necessariamente nel senso psicopatologico del termine; quelle persone cioè che fanno spesso ricorso all’ironia per affrontare i problemi e le difficoltà della vita risultando spesso ben gradite agli altri proprio per la carica di positività che trasmettono.
Sviluppare l’autoironia
Ci sono anche persone che non riescono facilmente e ridere di sé stesse per le quali l’autoironia è una facoltà tutta da sviluppare.
Può accadere infatti che alcuni lati del nostro modo di essere o di comportarci non ci piacciano a tal punto da spingerci a provare odio e rabbia verso noi stessi. I chili in più che non riusciamo a perdere, quelle situazioni sociali in cui tendiamo subito ad arrossire.
Gli esempi potrebbero essere molti, ma in tutte quelle situazioni in cui ci detestiamo e ci vergogniamo profondamente di noi stessi sono spesso quelle in cui stiamo sopravvalutando il peso del sasso lanciato nello stagno.
Quando giudichiamo troppo severamente noi stessi stiamo attribuendo un’eccessiva importanza ad un singolo comportamento dimenticando che nessun risultato parziale potrà da solo bastare a definire o a mettere in discussione la globalità della nostra persona.
Imparare a prendere le distanze e ad esercitare un po’ di autoironia può essere allora di grande aiuto per ridimensionare gli eventi e sviluppare una tolleranza più realistica verso sé stessi.
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