Autoefficacia e autostima, le differenze
Autoefficacia e autostima sono entrambe “ingredienti” fondamentali per star bene con noi stessi, sono connesse tra loro ma non rappresentano tuttavia la stessa cosa. Vediamo quali sono le differenze
Autoefficacia e autostima rappresentano termini ampiamente utilizzati, non solo nel linguaggio specialistico, ma sempre più nel linguaggio comune esprimendo quanto, evidentemente, tali questioni rappresentino temi di grande interesse in quello che è stato definito il narcisismo dell’epoca post-moderna.
Un’epoca dove la crisi ormai acclamata delle istituzioni forti e delle appartenenze comunitarie tradizionali ha reso le identità individuali libere di costruirsi e reinventarsi da un lato, ma fluide e potenzialmente molto più fragili di un tempo dall’altro (Paris Joel, La psicoterapia nell’età del narcisismo, Cortina, 2013).
Vediamo allora che legami e che differenze ci sono fra autoefficacia e autostima.
Autoefficacia e autostima
Ognuno di noi, dalla primissima infanzia alla vecchiaia, ha bisogno di sentire di essere una persona sufficientemente amabile e degna di stima; su questo può poggiarsi un senso di identità sufficientemente stabile e coeso, ovvero una percezione abbastanza coerente di essere delle persone autentiche e di valore.
Questo riconoscimento ci viene anzitutto dagli altri per poi essere interiorizzato in noi stessi; esso rappresenta un bisogno fondamentale per ogni essere umano e permane, anche se in forme più mature e adatte all’età, per tutta la vita.
Molti autori si sono interessati alle questioni dell’identità e dell’autostima, fra questi Heinz Kohut e gli esponenti della psicologia del sé.
Recuperando i tratti essenziali di tale approccio teorico potremmo dire che l’autostima deriva da un senso globale di identità all’interno del quale la persona può sperimentare le proprie specifiche capacità – e percepirsi autoefficace in determinati ambiti – ponendole al servizio delle proprie aspirazioni e dei propri valori.
Dimensioni globali o specifiche dell'autostima e dell'autoefficacia
L’autostima rappresenta quindi un aspetto globale della personalità, si riferisce al nostro valore globale come persone, tende a mantenersi stabile quando è sufficientemente forte, mentre può oscillare repentinamente verso poli estremi quando è troppo debole rischiando di crollare improvvisamente o di gonfiarsi ipertroficamente a seconda delle circostanze.
L’autoefficacia, termine utilizzato dallo psicologo Albert Bandura, è legata invece alla percezione di essere capaci di eseguire le azioni necessarie ad un determinato compito e di gestirne le conseguenze. È un costrutto che si riferisce a specifici ambiti di attività e non direttamente alla globalità della personalità.
L’autoefficacia è quindi più propriamente una facoltà specifica e differenziata per differenti abilità, al contrario dell’autostima che, in quanto facoltà globale, dovrebbe mantenersi nella sostanza sufficientemente stabile nonostante temporanee fluttuazioni fra difficoltà e successi fisiologiche nella vita di tutti noi.
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I legami fra autostima e autoefficacia
Nonostante ci siano delle differenze, autoefficacia e autostima sono tuttavia fra di loro legate e interconnesse, in primo luogo perché l’affinamento di competenze e la percezione di un senso di autoefficacia in varie abilità contribuisce a farci sentire capaci e in grado di mantenere un controllo su ciò che accade e di poter incidere positivamente sugli eventi.
Tutto questo rinforza un più globale senso di autostima contribuendo a farci sentire persone sufficientemente in gamba, degne di rispetto e considerazione.
Valori e ambizioni
Potremmo individuare un altro tipo di legame tra autoefficacia e autostima riprendendo quanto afferma Kohut a proposito di cosa significhi avere una senso di sé coeso, in altri termini un’identità sufficientemente integrata e stabile.
A tale proposito infatti, gli psicologi del sé precisano quanto il semplice esercizio di determinate abilità – che potremmo connettere ad un senso specifico di autoefficacia – non possa risultare realmente soddisfacente per una persona se non è connesso ad ambizioni e principi valoriali che rappresentano dimensioni per così dire sovraordinate che diano un senso, un significato o uno scopo alla messa in pratica di certe capacità.
All’opposto di questo sarebbe quella che viene definita in letteratura coma una personalità con un falso sé, che esegue determinate attività, anche con zelo o apparente autoefficacia, senza che tuttavia queste contribuiscano a sostenere un senso di autostima e di identità stabile e autentico.
Autoefficacia e autostima sono dunque diverse ma connesse in un rapporto di reciproca influenza contribuendo direttamente o indirettamente a definire e a sostenere chi noi siamo e di cosa siamo capaci.
Che legame c'è invece tra autoefficacia e salute?
Per approfondire:
> Autoefficacia, come si definisce