L’educazione nutrizionale fra scuola e famiglia

Al via da quest’anno programmi e interventi di educazione nutrizionale nelle scuole elementari e medie inferiori volte a promuovere stili di vita sani e a prevenire obesità infantile e disturbi del comportamento alimentare, fenomeni entrambi in preoccupante crescita. Il comportamento e le abitudini alimentari si acquisiscono però soprattutto in famiglia ed è proprio entro le mura domestiche che si instaurano abitudini e atteggiamenti spesso difficili da modificare solo con la corretta informazione

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L’educazione nutrizionale è un tema senz’altro molto attuale proprio oggi che si sta diffondendo una sensibilizzazione sempre maggiore riguardo ai rischi per la salute connessi a scorrette abitudini alimentari; ma si può educare, meglio, ri-educare una persona a mangiare? Sì e no o, almeno, non nel senso tradizionale del termine, spesso infatti le sole informazioni non bastano a modificare atteggiamenti e stili alimentari radicati in famiglia entro le relazioni affettive primarie.

 

Educazione nutrizionale e informazione

Viviamo nell’era del digitale, di internet e del wi-fi, anche per genitori e neo-genitori è sempre più facile accedere autonomamente a fonti di informazione per orientarsi nella corretta educazione alimentare dei propri figli eppure molto spesso quello del pasto rischia di diventare un momento carico di tensione e conflitti dove orientare l’educazione alimentare di propri figli verso comportamenti e stili di vita sani risulta decisamente arduo.

 

Educazione alimentare e cultura alimentare in famiglia

Anzitutto è fondamentale che sia rispettata una coerenza fra l’educazione alimentare proposta ai figli e le abitudini alimentari della famiglia nel suo insieme; i bambini non amano sentirsi esclusi e desiderano partecipare anche a tavola dei comportamenti degli adulti: difficilmente adotteranno un rapporto equilibrato col cibo se questo viene disatteso dalle abitudini degli altri componenti della famiglia. Ci sono famiglie dipendenti dal junk food, altre dove difficilmente si condivide insieme il momento del pasto, altre ancora dove piluccare fra i pasti o ingurgitare porzioni sovrabbondanti sono ritenute la norma. Tutto questo ha molta più influenza sul rapporto che i figli instaurano col cibo di qualunque programma informativo di educazione nutrizionale.

 

Educazione alimentare in famiglia: no al cibo come ricatto affettivo

Altro errore tristemente frequente è quello di utilizzare, da parte dei genitori, il cibo come moneta di scambio affettivo: la classica punizione dell’andare a letto senza cena, piuttosto che ingiunzioni del tipo “mangia tutto sennò mamma è triste” sembrano innocui espedienti di sopravvivenza quotidiana per genitori alle prese con piccoli tiranni a tavola, in realtà aggravano il problema. In tal modo infatti, il cibo diventa un veicolo di conflitti e ricatti affettivi entro la relazione genitori-figli che assume tutt’altre valenze rispetto a quelle di salutogenesi di una corretta educazione nutrizionale.

 

Educazione nutrizionale e educazione affettiva

I principi di una corretta educazione nutrizionale possono venir meglio recepiti là dove si sviluppi un corretto rapporto con gli affetti prima che col cibo in sé. Imparare a riconoscere e gestire le emozioni proprie e altrui all’interno di relazioni primarie sicure è fondamentale per rendere bambini e ragazzi realmente liberi di gustare ciò che mangiano scegliendo ciò che è meglio per il loro benessere senza farne simbolo di ricatti e dipendenze affettive.

(26 ottobre 2011)

 

Fonte immagine: Inga Beretta