L'ansia non è nostra nemica: intervista a Renzo Zambello

L'ansia è uno dei disturbi più comuni: come possiamo imparare a gestirla? Come possiamo capire quando è necessario rivolgersi a uno specialista per chiedere aiuto? Lo abbiamo chiesto al dottor Renzo Zambello, psicoterapeuta e psicoanalista

L'ansia non è nostra nemica: intervista a Renzo Zambello

Il dottor Renzo Zambello è uno psicoterapeuta e psicoanalista di formazione junghiana e specializzato in ipnosi clinica. Ha uno studio a Milano e gestisce due blog e un sito Internet provvisto di un’apposita sezione in cui è possibile rivolgergli delle domande di carattere psicologico. Noi lo abbiamo intervistato su uno dei disturbi più comuni: l’ansia.

 

L’ansia è sicuramente uno dei disturbi oggi più diffusi. Liberarsi dall’ansia è possibile o è consentito solo imparare a gestirla?

L’ansia è utile. La natura la prevede attraverso un sofisticato meccanismo psicofisico che chiamiamo “attacco e fuga”. Questo si attiva in caso di un pericolo per permetterci di agire con la massima attenzione ed energia. In fondo, senza ansia tutto diventerebbe incolore, insapore. Immaginate un incontro amoroso che non fosse contrappuntato dall’ansia, perderebbe ogni interesse. Il problema non è quindi l’ansia in sé, ma quanta ansia proviamo e per quanto tempo.

 

All’ansia possono essere associati disturbi di varia natura (depressione, attacchi di panico). Quali sono i più frequenti e in che modo possono essere collegati a degli stati ansiosi?

L’ansia di per sé non è la malattia ma il sintomo di un disagio, molto spesso profondo e le cui cause sono totalmente sconosciute al soggetto ansioso. Molti sono i disturbi che si presentano correlati ad ansia, dai gravi stati psicotici o depressioni maggiori a nevrosi quali comportamenti ossessivi compulsivi e soprattutto attacchi di panico. Quest’ultimi sono definiti un disturbo d’ansia e il sintomo definisce il disagio ma ripeto, io sono uno psicoanalista, può essere fuorviante individuare nell’ansia il disagio. Essa è sempre un sintomo come il mal di denti o il mal di testa o la febbre. Credo non ci sia alcun dubbio che se uno ha mal di denti, ci si deve porre il problema di far passare il male ma, poi, capire il perché di quel male. Così per l’ansia.

 

Prima di rivolgersi a uno specialista quali piccoli accorgimenti può mettere in pratica una persona ansiosa per non incorrere in uno stato d’ansia?

Ci sono diverse tecniche di autocontrollo che vanno dal pensiero positivo, all’autoipnosi al rilassamento etc. Vanno tutte bene ma il problema è che lavorano sull’epifenomeno, sulla parte più superficiale. Guardi, è mia esperienza che molto spesso le cose col tempo si sistemano e questi interventi sono sufficienti. Ma se l’ansia continua e la nostra qualità di vita ne risente, bisogna trovare il coraggio di chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta.

 

Come fare a capire quando diventa necessario consultare uno specialista?

Quando da soli non ce la facciamo. Un’ansia che si cronicizza provoca danni fisici e psicologici. Molto spesso, somatizzazioni quali disturbi gastroenterici, cardiovascolari o l’emicrania, sono conversioni somatiche dell’ansia.

 

Come può l’ansia diventare una risorsa per affrontare un percorso di crescita personale?

È mia esperienza, ormai pluridecennale, che molto spesso anche un attacco di panico può diventare per il paziente una grande occasione. Sono tanti i pazienti che alla fine del loro percorso psicoterapeutico mi dicono: sono stato fortunato ad avere avuto l’attacco. Ed è proprio così. Evidentemente nel loro inconscio avevano problemi, tematiche, energie che non riuscivano ad elaborare, capire, utilizzare. L’attacco di panico è stato il modo, l’occasione per venire a conoscenza di queste loro parti rimosse. Alla fine, si sentono molto più forti e più ricchi di prima.