Donald Winnicott
Partendo dalla propria esperienza di infanzia infelice, Winnicott rivelò l'importanza dei fattori psicologici nell'insorgenza di molte patologie infantili. In special modo sottolineò l'importanza di una madre sufficientemente buona per imparare e gestire autonomamente il mondo.
Donald Winnicott (Plymouth 1986 - Londra 1971)
Donald Winnicott nacque nel Devon da una famiglia inglese aristocratica. Il padre era un commerciante molto impegnato in chiesa e la madre fu una figura fondamentale. Soffriva di depressione e pur essendo stata sempre molto affettuosa, la sua mancanza fu alla base dei suoi studi.
Nel 1923 si laurea a Cambridge in medicina e inizia a lavorare nel reparto di pediatria del Paddigton Green Childrens Hospital. Il suo lavoro fu caratterizzato fin dall'inizio dall'importanza data ai fattori psicologici come causa primaria della genesi di molte patologie infantili. Nel 1930 inizia un percorso di psicoterapia e nel 1935 diventa membro della British Psychoanalytical Society.
Durante la seconda guerra mondiale divenne consulente dell'Oxfordshire dove conobbe la seconda moglie. Trascorse la sua vita nel cercare di rielaborare il rapporto mancato con la madre che gli diede l'impulso per abbandonare il pensiero di Melanie Klein e costruire una propria teoria. Morì a Londra nel 1971.
Donald Winnicott: la spinta all'autonomia
Grazie alla sua attività lavorativa Winnicott ha l'opportunità di riflettere a fondo sullo sviluppo nei primi mesi di vita del bambino e del rapporto speciale che lo lega alla madre. Il bambino affronta un percorso caratterizzato da un progressivo incontro con la realtà in modo autonomo e indipendente. Questo percorso è graduale e il compito della madre non è quello di allontanarsi, ma di offrire gli strumenti necessari per supportare questa naturale progressione all'autonomia.
Alla nascita il bambino non esiste come individuo, bensì è membro di una coppia ed è fuso con la realtà esterna perché inconsapevole dei confini che separano il dentro e il fuori. Per il corretto sviluppo il bambino non ha bisogno di una madre perfetta, bensì di 'madre sufficientemente buona': colei che si adatta ai bisogni del neonato e ne supporta il senso di onnipotenza. Nel corso del tempo comincia a cessare questa fusione per permettere al bambino di comprendere che esiste un mondo esterno che non può essere comandato.
Durante questo passaggio ci si avvale spesso di quello che Winnicott definisce 'oggetto transizionale', cioè quegli oggetti che accompagnano il bambino nel distacco dalla madre e offrendo un'alternativa intermedia tra la madre e la totale assenza di lei. Tipicamente si tratta di un gioco o di una coperta che il bambino porta con se.
Donald Winnicott: le opere
- La famiglia e lo sviluppo dell'individuo,1965.
- Il bambino e il mondo esterno, 1973.
- Gioco e realtà, 1974.
- Il bambino e la famiglia, 1975.
- Piggle: una bambina, 1977
- I bambini e le loro madri, 1987
- Il bambino, la famiglia e il mondo esterno, 1964