Disabilità e sessualità senza barriere

Disabilità e sessualità, questo argomento rimane tutt’ora un tabù che sembra difficile da svelare come denunciato dalle tante le iniziative in rete promosse dalle stesse persone disabili o dai loro familiari che raccontano la sessualità come l’ennesima sfida a vivere una vita adulta e autodeterminata nonostante i limiti e le barriere quotidianamente presenti.

Disabilità e sessualità senza barriere

Disabilità e sessualità? Sembra quasi un ossimoro, nessuno ne parla, spesso vige una coltre di ignoranza o di ostinata negazione come se le persone diversamente abili fossero destinate a vivere da eterni bambini esenti da bisogni e pulsioni che, invece, accomunano irrinunciabilmente tutti gli esseri umani.

Dalla rete alcune iniziative denunciano un problema che se inascoltato rischia di amplificare la solitudine in cui spesso vivono le persone disabili e le loro famiglie.

 

Disabilità e sessualità nella rete

Loveabiliy è un recentissimo blog che offre  alle persone disabili la possibilità di raccontarsi e di narrare la propria storia… d’amore!

Sì perché la sessualità, l’amore e l’affettività sono bisogni che nella vita di una persona con disabilità richiedono di essere accolti e integrati, spesso diversamente, affrontando differenti difficoltà o nuovi obiettivi, ma che mai dovrebbero essere negati o disconosciuti solo per quelle barriere architettoniche che nel mondo non virtuale troppo spesso ancora contribuiscono a costruire invece che ridurre la disabilità.

 

Disabilità e sessualità nella Sanità

L’inchiesta della rivista "Superabile Magazine" racconta la recente apertura a Roma e Torino di consultori ginecologici attrezzati per eseguire test ed esami di screening per le donne con disabilità, un servizio di cura e prevenzione senza barriere che si spera possa ampliarsi correggendo un “area cieca” nell’assistenza sanitaria causata da un’arretrata concezione culturale che troppo spesso tende a non considerare adeguatamente la sessualità come dimensione della vita di una donna con disabilità.

 

Disabilità e sessualità nella famiglia

Ma cos’è che fa sobbalzare le coscienze quando si parla di disabilità e sessualità? Sono spesso le stesse famiglie a vivere e a riconoscere con difficoltà non solo quest’aspetto nella vita di un figlio disabile ma anche tutte quelle più ampie dimensioni di una vita adulta che ne prevede comunque l’integrazione nella società.

Le difficoltà a confrontarsi con al disabilità spesso non facilitano la progettualità e la proiezione nel futuro di un figlio che può esser vissuto, in quanto dipendente da cure e assistenza, come eterno bambino sottodimensionandone involontariamente necessità e desideri autonomi (Zanobini, M., e Usai, M.C., Psicologia della disabilità e della riabilitazione, 2005, FrancoAngeli).

 

Disabilità e sessualità nel cinema

Vivere con una disabilità impone di conciliare l’eterno bisogno di assistenza con l’autodeterminazione e la consapevolezza di una vita adulta o comunque di un’esistenza che contempli il soddisfacimento dei bisogni della persona nella sua interezza comprese la sessualità e l’affettività.

La sessualità e gli affetti rappresentano dei bisogni imprescindibili per tutti gli esseri umani che non necessariamente devono accordarsi con gli stereotipi sociali e culturali a cui siamo abituati.

Il film di Olivier Nakache e Éric Toledano Quasi amici (2011) racconta proprio questo, di come nella vita di Philippe possa esserci ancora spazio, oltre la sua disabilità, per l’amicizia vera, la sessualità e l’amore.

 

Bambini disabili: riflessioni nella Giornata sulla disabilità

 

Immagine | flickr.com/photos/miscellaneous