Genere e comportamento alimentare
Uomini e donne si comportano differentemente a tavola. Questo si renderebbe particolarmente evidente dopo periodi di digiuno o di restrizione alimentare quando sarebbero soprattutto le signore a mantenere un certo “autocontrollo”.
Esistono differenze di genere sul comportamento alimentare e le reazioni alle restrizioni dietetiche? Secondo alcuni studi sì: sia nell’attività neuronale che nelle risposte comportamentali.
Quanto di questo sia dovuto alla biologia e quanto all’ambiente non è dato sapere, certo è che i condizionamenti culturali a cui sono sottoposti uomini e donne riguardo la cibo potrebbero fare la differenza…
Due ricerche su genere e comportamento alimentare
Alcune ricerche scientifiche, corredate da valutazioni comportamentali e di Neuroimaging, hanno studiato se e quali differenze vi fossero nelle reazioni al cibo fra uomini e donne.
Il primo è uno studio condotto nel 2006 da alcuni ricercatori del King's College London, Institute of Psychiatry che ha studiato la reattività neuronale di uomini e donne a stimoli visivi legati al cibo presentati dopo un periodo di 24 ore di digiuno.
Inutile a dirlo: per i malcapitati le immagini risultavano decisamente appetibili ma, a quanto pare, il cervello delle signore risultava essere “attivato” in misura maggiore.
I motivi potremmo forse provare a rintracciarli in uno studio condotto quattro anni dopo da un gruppo di ricercatori afferenti al dipartimento di medicina dell’Università del Colorado.
I “cugini” americani avrebbero infatti scoperto che, in condizioni di restrizione alimentare, le donne, più degli uomini, rivelerebbero una più alta reattività cerebrale rispetto agli stimoli visivi legati al cibo correlata però al mantenimento di un certo grado di autocontrollo comportamentale alla fine della restrizione dietetica.
In altre parole, dopo 6 giorni di “dieta ferrea” (al termine dei quali appunto venivano proposti gli stimoli visivi legati al cibo e veniva monitorata l’attività cerebrale mediante risonanza magnetica), gli uomini risultavano eccedere maggiormente nel consumo calorico per i 3 giorni successivi. Le donne invece risultavano avere un maggior “autocontrollo”.
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Genere e comportamento alimentare: fattori psicosociali
Le donne potrebbero dunque essere più facilmente portate a mantenere un autocontrollo e quindi un’inibizione sul proprio comportamento alimentare?
Già alcuni studi effettuati diversi anni fa avevano sottolineato questo aspetto di genere, seppur in relazione a fattori culturali e psicosociali. Le donne infatti potrebbero subire più degli uomini una certa pressione culturale alla magrezza e alla forma fisica e subire quindi di molti più condizionamenti legati all’autocontrollo alimentare; sembra addirittura che possa non essere ritenuto troppo “femminile” mangiare tanto! (Corner e Armitage, La psicologia a tavola, Il mulino).
Per gli uomini in effetti la pressione culturale alla magrezza è molto diversa, sebbene oggi si insista sulla cura dell’immagine già molto più che 5 o 10 anni fa, non è infrequente, se ci pensiamo, che molti uomini di successo o di “potere” esibiscano con una certa disinvoltura fisici imponenti e pance più che pronunciate!
Quasi mai questo avviene per una donna il cui successo e la cui competenza troppo spesso, e in maniera per lo più impropria, viene associata ad un fisico magro e longilineo…
Genere e comportamento alimentare: effetti paradossi
Non sappiamo se in associazione a queste differenze di genere vi siano fattori ormonali o altre determinanti biologiche, certo è che tutto questo non va a favore dell’adozione di stili di vita salutari e corretti. E non solo per gli uomini che potrebbero sentirsi culturalmente liberi di eccedere nel consumo di cibo. Anche per le donne la pressione alla magrezza e alla dieta può avere pesanti effetti paradossi.
Un’alimentazione restrittiva può rivelarsi come un boomerang: si perde il contatto con i propri segnali di fame e sazietà e si diventa a lungo termine più vulnerabili allo stress e.. a riprendere i chili persi in un boccone!
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