L'emancipazione femminile e il movimento FEMEN

Manifestare a seno nudo in ogni piazza del mondo: questo quello che a prima vista rimane impresso di FEMEN, il movimento femminista ucraino che, grazie al linguaggio provocatorio del corpo femminile, ha fatto e farà ancora parlar molto di sé sia nel nostro che in altri paesi estendendosi ben oltre i confini della protesta ucraina. Ma non tutto il mondo è paese e lo stesso linguaggio forse non è ugualmente “eversivo” ovunque.

L'emancipazione femminile e il movimento FEMEN

Le FEMEN manifestano per l’emancipazione femminile della donna in Ucraina, per il riconoscimento di diritti e opportunità civili e di sviluppo delle donne ucraine che oggi vivono ancora in una condizione di sostanziale passività e povertà. Unica alternativa: il turismo sessuale che in Ucraina (e non solo) è una triste quanto mai nota realtà.

Le FEMEN protestano contro tutto questo, rivendicando un’emancipazione e autodeterminazione femminile alternativa all’oggettivazione sessualizzata del corpo delle donne e lo fanno provocatoriamente proprio utilizzando quello stesso linguaggio, quello del corpo sessualizzato, che sembra esser l’unico in grado, in Ucraina, di attirare l’attenzione verso le donne stesse.

Un modo per riappropriarsi del potere del corpo o un clamoroso autogol che rischia di identificare le FEMEN con il pretestuoso mezzo più che con le motivazioni della loro protesta?

 

Dal topless al niqab

Ogni paese ha la sua cultura e anche le vie e le motivazioni che può assumere la protesta per l’emancipazione femminile non è detto siano le stesse ovunque. Le donne arabe in Francia hanno il problema di non poter girare col niqab e quindi, là dove questo venga proibito, di non poter uscire di casa affatto. In Ucraina il problema sembra essere quello di non essere viste se non svestite e oggettivate come richiami sessuali tanto che anche la protesta per l’emancipazione sembra dover obbligatoriamente passare da lì.

Certo, fa sorridere pensare alle FEMEN ucraine che manifestavano a seno nudo nella nostrana Piazza San Pietro a Roma a favore dei diritti degli omosessuali. In un Paese come il nostro dove lo sfruttamento della prostituzione e la sessualizzazione della donna si è rivelata parte integrante del malcostume politico è ben poca cosa pensare che basti spostarsi da Palazzo Chigi a Piazza San Pietro perché un seno nudo possa destare scandalo.

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Se il vero scandalo e non svestirsi

Le promotrici del movimento “se non ora quando” non manifestarono a seno nudo, e non certo per mancanza di coraggio o coscienza civile, ma perché, è triste pensarlo, forse in una certa parte della nostra ormai ipersessualizzata cultura occidentale globalizzata coprirsi, vestirsi e risultare attraenti perciò che si indossa (invece che per ciò che non si indossa), riuscire nella vita per quello che si pensa e si fa invece che per il corpo che si ha…è questo che oggi potrebbe realmente dettare scandalo

Nel 2010 due ragazze mussulmane decisero, come forma di protesta contro il divieto in Francia di velo alle donne, di girare per le strade di Parigi indossando il niqab ma con sotto un bel paio di shorts… Siamo pronti a difendere tutti i diritti delle donne, anche quando non coincidono con quelli che culturalmente riteniamo con supponenza essere i più “progressisti”?

 

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