Il riconoscimento sociale della paternità
I mutamenti legati alla nascita di un figlio che avvengano nel privato di un uomo non tardano a collocarsi in una dimensione pubblica e sociale, attraverso le quali transita il riconoscimento della paternità. Uno degli aspetti più rilevanti che questa implica consiste proprio nel riconoscimento del nuovo status raggiunto, quello del “padre di famiglia”, attraverso cui l’uomo accede a pieno titolo nel mondo dei maschi adulti.
La nascita del primo figlio è un evento che produce un doppio esito, ridefinendo nel tempo e nello spazio sia la propria condizione di adultità – segnando un’ipotetica distanza dalla famiglia d’origine – sia la propria condizione di partner nella relazione con l’altro sesso.
Ciò significa che ci si sente padre anche in nome di una mutata condizione che si viene ad assumere nel sociale, caratterizzata da maturità, responsabilità, senso del dovere, da un nuovo senso dato all’attività lavorativa che tanto incide sulla autoconsapevolezza che i padri hanno della relazione che li lega ai figli fin dai primissimi momenti. A nascita avvenuta, comunque, nel cuore di un padre, la felicità e l’orgoglio per aver creato un essere “così perfetto” assieme alla compagna, si uniscono alla preoccupazione per le nuove responsabilità, riconosciute culturalmente, che lo attendono come provider economico quanto affettivo, della famiglia.
La società gli chiede di supportare emotivamente e proteggere la compagna e di attivarsi fuori casa, per garantire a lei e al nuovo arrivato una vita dignitosa. Forse è causa delle inevitabili responsabilità lavorative e del sentirsene l’onere come indiscutibile compito primario, il crearsi di una profonda divaricazione tra la necessità e il desiderio dei figli di una presenza paterna e l’inconscia o la non piena consapevolezza che i padri hanno di questa richiesta.
Anche il nome dato dal padre ad esempio può rappresentare nell’immaginario individuale e collettivo una parziale sconfitta della morte e il riconoscimento effettivo al titolo di papà, quanto meno in Italia: il nome simboleggia una continuità tra la propria presenza attuale e futura, riunendo in un solo momento la memoria di sé con le persone e le vicende che questa memoria ha contribuito a creare. Ancora, riemerge “neutralizzato”, cioè privo di conflittualità, il rapporto col proprio padre dei cui insegnamenti si colgono più facilmente gli aspetti positivi da trasmettere alla nuova generazione (Deriu, 2005).