Preparare alla morte: l'ennesimo compito educativo che prova genitori e figli
È giusto preparare un bambino alla morte di qualcuno che gli è vicino? Si, sicuramente un bambino che vive in ambiente più complesso di quanto da solo possa gestire ha il diritto di sapere che un avvenimento tanto importante sta per accadere. Le spiegazioni vanno modulate rispetto all'età, ma è la gestione del dolore che riveste un ruolo di primo piano.
Preparare alla morte di qualcuno è un compito educativo troppo spesso dimenticato, un po' perchè di morte si parla poco e un po' perchè anche gli adulti sono fortemente sotto stress per gli eventi di questo tipo. Resta il fatto che la morte è una tappa della vita e anch'essa può essere vissuta in mille modi, sia da parte di chi si appresta a morire, sia da parte di coloro che gli vogliono bene.
Preparare alla morte senza confondere le idee
Una delle prime preoccupazioni dei genitori che si apprestano o si vorrebbero apprestare a preparare alla morte incombente di un parente è la scarsa comprensione da parte del bambino. La paura è quella di sedimentare un concetto troppo complesso senza avere nessuna garanzia che il bambino abbia appreso. Di sicuro a seconda dell'età del bambino occorre trovare la chiave giusta per passare il concetto, ma è assolutamente un passo alla loro portata. Di sicuro occorre prepararsi a rispondere anche a tutta una serie di domande pratiche su cosa si deve fare, cosa accade dopo la morte, ecc.
Spiegare i riti di passaggio (le visite, le condolianze, il funerale, ecc.) costituiscono una sorta di mappa comportamentale che permette al bambino di sapere cosa andrà ad accadere in un momento che è così lontano dalla quotidianità, perchè non soffra della confusione. Sul cosa accade dopo, le spiegazioni sono molteplici e cosa dire dipende dalle scelte educative dei genitori. Cercate di essere sinceri circa le vostre convinzioni e di renderle alla portata del bambino, questo eviterà di sentirsi ingannato se sentendo i discorsi degli adulti non si ritrova nella spiegazione che gli è stata fornita.
Preparare alla morte: cosa cambia nella crescita
L'età del bambino ci dà una prima indicazione su come ragioni in questo momento dello sviluppo e su come affrontare l'argomento. Fino a due anni occorre preoccuparsi soprattutto di rassicurare i piccoli che potrebbero essere spaventati dalla sofferenza che circonda l'evento. Tra i 3 e i 5 anni, la morte viene considerata una sorta di paura, la persona va via, ma prima o poi ritorna. I bambini comprendono appieno il dolore di chi gli sta accanto e spesso è interessato agli aspetti biologici della morte. A 7 - 8 anni la morte è un concetto chiaro che suscita sofferenza, paura e rabbia che può essere sfogata nei giochi e durante le attività quotidiane. A 11 anni, la comprensione è totale e i bambini cominciano a preoccuparsi a livello religioso-filosofico di cosa accade dopo la morte.
Preparare alla morte e alla gestione del dolore
Come è intuibile preparare alla morte non significa solo dare delle spiegazione, ma soprattutto implica una gestione delle emozioni e di un dolore che colpisce il bambino (direttamente o indirettamente) ad un'intensità tale che gli può risultare difficile da gestire. Non sono rari i casi in cui si manifesti rabbia, desiderio di allontanarsi da chi sta morendo e difficoltà a dormire o ad addormentarsi.
Immagine | Vito Manzari