Gravidanza e parto con il Training Autogeno
Il Training Autogeno di Schultz è un metodo di auto-distensione psichica e somatica molto utilizzato in diversi ambiti tra cui la gravidanza e la preparazione al parto. Studi scientifici provano l'utilità del suo impiego per ridurre fastidiosi distrurbi durante la gravidanza, i dolori del parto e lo stress durante il puerferio
Dati i buoni risultati ottenuti dall’utilizzo del Training Autogeno nel trattamento dei disturbi psicosomatici, si è passati al suo impiego in gravidanza e durante il parto. I benefici rilevati sono molteplici sia durnate la gestazione che durante il puerperio. Dati scientifici osservano che il suo regolare utilizzo reduce i distrubi funzionali della gravidanza e l’impiego di farmaci. Ecco una lista dei disturbi che la pratica costante del Training autogeno può contrastare:
- i disturbi del tratto gastro-intestinale come la nausea, il vomito e la stitichezza
- i disturbi circolatori come mani e piedi freddi, i rialzi della pressione arteriosa
- i disturbi del ritmo cardiaco
- i disturbi del sonno
- le dispnee ansiogene
- le tensioni muscolari
- la tensione emotiva e l’irritabilità del carattere
- la fatica e il dolore del parto
(Luthe).
Durante la gravidanza si consiglia di utilizzare soltanto alcuni esercizi della serie che compone il T.A.. Tale indicazione deriva da osservazini cliniche che evidenziano come gli esercizi maggiomente utili siano la pesantezza, il calore e il respiro (H.J. Prill). Dunque, si preferisce evitale gli esercizi specifici per gli organi, in particolare quello del plesso solare in quanto potrebbe indurre una evidenziazione indesiderata dei movimenti del feto e dei meccanismi del parto (B.H. Hoffmann).
Cenni sul dolore
Il dolore, come è noto, provoca alterazioni neurovegetative, nello specifico si verifica: aumento del ritmo respiratorio, accelerazione del battito cardiaco, aumento della pressione sanguigna, sudorazione, aumento del tono muscolare. Il T.A. è in grado di intervenire sul meccanismo del dolore grazie alla sua fondamentale capacità di ridurre l’ipertono del simpatico, presente quando l’organismo è in stato di stress, a favore dell’ortosimpatico che caratterizza lo stato di quiete. Riducendo il tono muscolare e la pressione del sangue e rilassando le pareti dei vasi sanguigni viene tolta al dolore la sua base neurovegetativa. Inoltre il dolore non è soltanto una percezione sensoriale, ma ha anche una forte componente affettiva: l’ansia e la paura sono strettamente collegate alla sensazione dolorosa.
In particolare la concezione abituale del parto come di un processo doloroso e pericoloso, crea degli stati di ansia e di paura che a loro volta generano una reazione di difesa che prende la forma di una contrazione muscolare, localizzata principalmente nei muscoli otturatori dell’addome (G. Dick-Read) con conseguente dolore. Con una breve frase si può parlare di circolo paura-tensione-dolore. Tra gli effetti del T.A. vi è quello dello smorzamento delle risonanze affettive (Schultz) dovuto al fatto che con l’allenamento è possibile prendere le distanze dai propri vissuti emotivi ed interrompere così il circolo vizioso anzidetto. A tale proposito si possono abbinare anche formule intenzionali neutralizzanti quale ad es. dolore indifferente o anticipatorie ad es il prossimo attacco di dolore mi troverà sciolto e rilassato (B.H. Hoffmann).
Il respiro autogeno
Il respiro ha un ruolo molto importante nella risposta al dolore. Esso è molto simile a quello presente durante la fase non-rem del sonno, ha una lunga fase inspiratoria seguita da una rapida e passiva espirazione in cui il tono muscolare del torace è bassissimo. L’aumento dell’ampiezza respiratoria è direttamente proporzionale alle sensazioni di pesantezza, calore e rilassamento. Il respiro autogeno è in grado di provocare e regolare il rilassamento anche in condizione di stress. I risultati ottenuti nella clinica ginecologica universitaria di Wurzburg grazie ad un trattamento effettuato sulle gestanti costituito da t.a., esercizi ginnici e colloqui di sostegno ha portato i seguenti risultati:
- riduzione del tempo del periodo dilatante
- minore quantità di doglie
- riduzione del 28,6 % del “tempo di lavoro” (numero di doglie per durata delle doglie)
Studi pilota condotti da Okamura e Goto hanno dimostrato che il T.A. può ridurre notevolmente la durata del parto, può diminuire e prevenire l’asfissia del neonato ed abbassare notevolmente il tasso di cortisolo nel sangue della partoriente.
Indicazioni pratiche
Durante la gravidanza, a partire dal 6-7 mese, ci si allena regolarmente al T.A. con gli esercizi della pesantezza, del calore e del respiro seguiti dalla ripetizione di una frase di proponimento e dalla visualizzazione di immagini. La frase potrebbe essere, per es: “sono felice di aiutare la giovane vita a sbocciare come un fiore”. Si può abbinare l’allenamento ad una musica di sottofondo (Masi). Quando iniziano le contrazioni di parto, la gestante deve immergesi nel T.A. durante le contrazioni stesse. Terminata la fase dilatante ed iniziata quella dell’espulsione, si deve spingere durante le contrazioni e praticare il T.A. nelle pause. Questa è una fase molto importante e faticosa sia per la madre che per il bambino; un buon rilassamento autogeno garantisce sia una ottimale ossigenazione ed integrità della zona del perineo, sia il permesso al passaggio del nascituro che può superare agevolmente gli ultimi duri momenti della sua vita intrauterina (U.Piscicelli).