Famiglia in crisi: come si supera un momento di difficoltà
La crisi in famiglia è qualcosa che spaventa ma a volte si tratta solo di un passaggio evolutivo: come superarlo?
"Una famiglia in crisi": è una definizione che spesso sentiamo nei telegiornali quando si parla di eventi particolarmente gravi o traumatici che hanno causato profondi cambiamenti.
In letteratura però si sottolinea, a partire dagli anni 80, che la crisi familiare non è necessariamente la conseguenza di un evento di gravità eccezionale.
Secondo il Family Stress Model è più corretto parlare di una sfida che vede la famiglia in un momento in cui è difficile attingere alle sue risorse.
Il Family Stress Model
L’approccio del Family Stress Model vede i concetti di stress e crisi come affini, se non sinonimi. Un evento stressante è un momento in cui il “normale” svolgimento delle mansioni e dei ruoli familiari subisce un cambiamento e le routine non possono avere luogo in modo automatico e senza scossoni.
Queste considerazioni hanno 2 importanti conseguenze:
- Non è possibile individuare delle crisi a valenza universale.
- I fisiologici cambiamenti della vita individuale possono divenire una crisi familiare.
Ciò che causa la crisi è quindi l’incapacità di attingere alle risorse familiari per adattarsi in breve tempo al cambiamento.
La nascita di un figlio, un licenziamento, l’adolescenza, il nido vuoto sono tutte possibili cause di crisi che derivano da “normali” evoluzioni della famiglia.
Una griglia di lettura
Ci sono diversi modelli afferenti al Family Stress Model, ma uno mi convince come griglia di lettura della famiglia in crisi: Il FAAR model di Patterson (Family Adjustment and Adaptation Response).
Ogni famiglia attraversa nella vita fasi di “funzionamento” e fasi di “adattamento” causate da un periodo di crisi. La crisi è causata da elementi stressanti a cui la famiglia risponde mettendo in campo risorse e strategie di coping.
Se le richieste eccedono le capacità si entra nella crisi vera e propria che termina quando i membri maturano la consapevolezza che è necessario un cambiamento (cosa che ovviamente si produce in un periodo di confusione e di costruzione di nuove routine).
Quando il cambiamento viene messo in atto si assiste all’adattamento, cioè al momento di consolidamento del nuovo.
Le strategie di coping
Come affrontare gli stressors prima di arrivare alla crisi? Le tre principali strategie sono:
> Evitamento: la famiglia attende in stallo, nella speranza che la sfida passi da sola, con il tempo (malattia di un familiare che porta all’ospedalizzazione per un periodo limitato di tempo).
> Eliminazione: i familiari creano una cornice di significato che legga il cambiamento o lo stressor come un elemento poco importante. La minimizzazione del pericolo protegge dall’idea del cambiamento (crisi adolescenziali possono essere classificate come ragazzate e quindi non affrontate).
> Assimilazione: la famiglia riconosce la necessità di un cambiamento, ma cerca di attuare delle modifiche il più superficiali possibile lasciando intatta la struttura della famiglia (l’arrivo del secondo figlio, porta ad un cambiamento del primogenito che sarà trattato come più capace del fratellino, ma resta pur sempre un figlio).
La via privilegiata alla risoluzione della crisi è sicuramente quella attiva che vede la famiglia cercare di inglobare il cambiamento: riducendo gli eventi stressanti, cercando nuove risorse all’interno, ma anche all’esterno della famiglia e elaborando le tensioni dandole un nuovo significato.
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