Affidamento condiviso dei figli
L’affidamento condiviso in Italia. Quando una coppia decide di separarsi cosa accade ai figli?
La nuova legge sull’affidamento condiviso, introdotta nel febbraio 2006, costituisce una rivoluzione copernicana per tutti quei figli di coppie, sposate o non, che decidono di separarsi. La regola standard e di partenza adottata dal giudice è ora quella di affidare i figli ad entrambi i genitori.
In questo modo viene garantito al bambino il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con i parenti di ciascun ramo genitoriale. La rivoluzione sta proprio qui.
Se un tempo erano essenzialmente le madri ad avere più tempo a disposizione per occuparsi dei figli (e quindi, spesso, la decisione del giudice propendeva a loro favore) oggi non è più così. È facile che entrambi lavorino tutto il giorno fuori casa: dunque il tempo a disposizione da dedicare ai figli è sempre meno, sia per i papà che per le mamme.
Ecco che con questa legge viene meno il concetto di “ruolo predominante” della madre e al suo posto emerge l’importanza della bigenitorialità, dell’opportunità per il bambino di godere della presenza fisica, emotiva ed affettiva di entrambi i genitori. Da un concetto di “patria potestà” si è passati infatti a quello di “potestà genitoriale”, dove viene valorizzato il ruolo di entrambe le figure.
Come agisce, nella pratica, il giudice:
Il giudice, a differenza di prima, non deve più scegliere tra uno dei due genitori, perché il bambino ha diritto a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi. È bene ricordare infatti che il fallimento della coppia non comporta necessariamente anche un fallimento nell’esser genitori. Tutto sta nel saper ridefinire i confini coniugali e familiari, e trovare il giusto equilibrio per poter tener conto dei bisogni dei figli.
Le conseguenze psicologiche sul bambino
La separazione dei genitori per il bambino rappresenta un grave momento di destabilizzazione dove regna un clima di angoscia, instabilità e insicurezza. Le proprie abitudini di vita devono modificarsi, l’evento dovrà essere elaborato e ciò può creare diverse problematiche a livello psicologico ma anche fisico. In quest’ottica, la fascia più a rischio sembra essere quella prescolare e il sesso femminile.
Quali, dunque, i fattori che provocano reazioni così diverse in questi bambini? Secondo gli esperti molto dipende dal livello di sviluppo psichico raggiunto, dalla personalità, dall’intensità e dalla qualità dei rapporti e della comunicazione che essi hanno con i loro genitori. Una legge quindi sull'affidamento condiviso che, se da un lato farà discutere, dall'altro sembra garantire più stabilità per l'equilibrio del bambino.