La vita di coppia va al cinema…
Lo psicoanalista americano Otto Kernberg nel suo libro “Relazioni d’amore” fa una lucida analisi della rappresentazione cinematografica della sessualità nella vita di coppia evidenziando come, a seconda del tipo di film, il cinema possa farsi di volta in volta portatore dei valori convenzionali della cultura di massa, del valore estetico della sessualità come espressione della sensualità e della relazione d’amore o come versione aggressiva e spersonalizzata della stessa.
La sessualità nella vita di coppia, secondo Otto Kernberg (Relazioni d’amore, Cortina, 1995), può essere variamente rappresentata nel cinema a seconda di come viene concepito e rappresentato il più generale rapporto che intercorre fra la massa, il gruppo comunitario e l’intimità della coppia, fra la negazione o meccanicizzazione della sessualità o la sua consapevole integrazione nella vita di coppia quale dimensione affettiva e relazionale separata dal resto del gruppo.
Quale cinema per la vita di coppia?
Tre le tipologie di film individuate da Kernberg su cinema e sessualità nella vita di coppia: il film convenzionale, la pornografia e il film erotico.
I primi due generi sembrano, paradossalmente, più vicini di quanto si potrebbe pensare; entrambi infatti, seppur da logiche e prospettive opposte, rifiutano di integrare la dimensione della sessualità all’interno della relazione amorosa là dove il primo ritrae coppie felici e innamorate prive di espressioni intime e sessuali, il secondo oggettivizza e meccanicizza la sessualità epurandola da qualunque aspetto o dimensione relazionale o emotivo-affettiva.
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Il cinema convenzionale e la pornografia
Esempi di film di quel cinema convenzionale che esclude l’espressione della sessualità da una vita di coppia idealizzata sono “Attrazione fatale” o “sesso bugie e videotape” che narrano la sessualità trasgressiva fra amanti “non convenzionali”, appunto, mentre non la mostrano mai in coppie “convenzionali” come marito e moglie. Se qui la relazione d’amore per essere convenzionalmente accettata viene epurata delle sue ineludibili dimensioni di sessualità, nei film pornografici avviene esattamente il contrario, continua Kernberg, là dove è la sessualità ad essere scissa da qualunque coinvolgimento e risvolto relazionale o emotivo della vita di coppia e ridotta a una spersonalizzazione parziale e meccanicistica del sesso.
L’erotismo e la vita di coppia convenzionale
Più maturo e artisticamente di spessore è il cinema erotico che – come in La mia notte con Maud e Ultimo tango a Parigi ma anche Eyes Wide Shut- utilizza la dimensione estetica per complessificare la narrazione della vita di coppia integrando le componenti emotivo-affettive con quelle sessuali e sensuali. E’ un cinema che, secondo lo psicoanalista americano, non concede allo spettatore il disimpegno emotivo e cognitivo né del cinema convenzionale, che richiama a banali stereotipi di massa, né della pornografia, ma lo invita in qualche modo ad identificarsi coi personaggi e le dimensioni della loro storia. In quest’ottica la sessualità non è automaticamente ricondotta a valori e dimensioni culturali massificate e stereotipiate, libertine o pudiche che siano, ma è riconosciuta come qualcosa che attiene specificatamente alla vita di coppia dei due amanti dove assume significati e risvolti non scontati di cui solo loro saranno artefici, responsabili e fruitori.
Vita di coppia fra convenzioni e trasgressioni
Troppo spesso si ripropongono vecchie scissioni fra convenzione e trasgressione. Raramente, ed in questo sta invece il valore estetico dell’arte nel cinema, si ha il coraggio di proporre suggestioni più complesse, emotivamente non scontate e non risolte una volta per tutte che sollecitino gli spettatori – anche le coppie stesse - ad interrogarsi sulle proprie personali dimensioni di significato invece che di appiattirli emotivamente e cognitivamente sul senso comune.
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