Relazioni e amicizie da Social Network
Al tempo dei Social Network, ove le generazioni cresciute a carta e penna, lettere e francobolli, fatica di stesura e di attesa, perdono il senso dell’orientamento in questa eccessiva fruibilità della comunicazione umana, non si può pensare che le relazioni, come l’amicizia ad esempio, attraversino questo tempo senza interrogarsi sui propri connotati.
La frequenza d’uso della parola “amico”, nel lingua italiana scritta, è particolarmente alta. Questa parola, con avvento dei Social Network, è divenuta di uso corrente anche nel linguaggio virtuale del Web 2.0.
Nello spazio ipertestuale di Facebook, dove impazza l’arte del commento con post su brani musicali, immagini e quant’altro, l’amicizia è un concetto la cui area semantica è talmente sfumata da comprendere anche termini quali “pubblico” (nel senso di spettatori) e utenti.
Partiamo proprio da qui, con il chiederci chi sia l’Altro nei social network. L’Altro è una presenza ritagliata sulla misura del “condividi”, le differenze, racchiuse e presenti nell’Altro da Sé di psicoanalitica memoria, sono disperse nell’oceano di voci solitarie e inerti, azzerandosi le une con le altre.
L’Amicizia, il Web 2.0 e i social network
Su Facebook a macchia d’olio la cerchia degli amici si allarga, gli amici degli amici diventano amici. Una rete di persone collegate fra loro e a portata di click, evidentemente anche di diversa provenienza etnica e culturale, che in verità spesso non si conosco affatto.
Pensandoci, potrebbe essere affascinante entrare in contatto in così poco tempo con nuove persone (illudendosi talvolta di fare amicizia, per altro), ma d’altro canto può e anzi dovrebbe anche spaventare la facilità, la rapidità e la superficialità con cui si possa fare amicizia in così poco tempo.
Per quanto possa essere interessante e affascinante che non esistano più limiti e distanze geografiche, ove i chilometri che ci separano, gli oceani e i continenti si avvicino spropositatamente fino ad essere distanti e raggiungibili quanto allungare la mano fino al mouse, al touchpad o allo screen dello smartphone d’ultima generazione, al suono di click, merita e deve essere altrettanto sostenuta e alimentata una riflessione su quanto possa e sia anche paurosa la facilità con cui la mia, la vostra, vita privata possa essere oggetto di (sano?) voyeurismo.
Finché il social network è utilizzato, come ad esempio LinkedIn, a scopi professionali per far circolare il proprio lavoro e l’immagine ad esso associata, non sembra comportare problemi di interpretazione.
Quando però la rete diventa un diario, per di più pubblico, oppure uno spazio dove la solitudine non si condivide, ma si agisce, in una sorta di costante acitng out, allora emerge chiaramente il rischio e il pericolo di questo mezzo.
Le amicizie online sono un rischio o una risorsa?
Recuperando l’amico, strappandolo dalla rete
La parola “amico” contiene la radice del verbo latino “amo” che significa “amare”. Ma l’amore è incompatibile con le modalità della vita online, dove il rapporto è “a tempo” perché quando sei stanco di un contatto basta spengere il PC o fare logout; ma nella vita reale i logout non esistono.
Online è più facile dirsi bugie, fingersi felici o tristi; è sicuramente più seplice gestire l’interazione, ma certamente essa è anche meno umana, e non so se e quanto ci si guadagni in questa perdita di umanità condivisa.
L’amicizia è una comunanza di valori, come la fiducia reciproca, la stima personale, la condivisione di interessi particolari. Con un amico dovresti poter parlare liberamente, raccontarti nelle tue esperienze, senza timore del giudizio o della critica, ma con la certezza di essere compreso e accolto, magari capito e con la speranza di poter crescere insieme l’uno con la luce dell’altro.
Una volta il proverbio “chi trova un amico trova un tesoro” era molto diffuso. Riflettiamo sulla rarità di questo valore, sulla sua bellezza e soprattutto sulla sua ricchezza.
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