Il pensiero narrativo nello sviluppo del bambino
Lo sviluppo del pensiero narrativo nel bambino è un importante strumento di maturazione. La capacità di costruire delle storie si basa su competenze pregresse, come il linguaggio, ma al contempo permette al bambino di sviluppare il Sé e la consapevolezza delle proprie emozioni: vediamo insieme come
Lo studio del pensiero narrativo nel bambino e nell’adulto è un tema che ha affascinato molti studiosi per l’importanza di un’attività apparentemente banale. La narrazione è infatti, una delle prime modalità attraverso cui il bambino si esprime e comunica la propria visione del mondo, ma non per questo è un’attività semplice. Il pensiero narrativo si accompagna ad un intenso lavorio cognitivo che porta alla creazione del Sé, al mantenimento della sua coerenza, come sostiene Bruner, e allo sviluppo affettivo.
Le tappe di sviluppo del pensiero narrativo nel bambino
Il pensiero narrativo diventa visibile nella narrazione a partire dai due anni circa. Il bambino spesso è impegnato a formulare una serie di monologhi in cui si esercita a scandire le attività e la loro successione temporale tramite l’uso di congiunzioni e nessi di altro tipo. Nonostante alle orecchie di un adulto tali racconti possano sembrare ancora molto disordinati e disarticolati, essi esprimono la tendenza autonoma del bambino di dare ordine e coerenza agli eventi che lo coinvolgono creando anche delle sequenze di azioni con le quali crearsi delle aspettative.
A tre anni lo sviluppo linguistico aumenta e con esso l’uso dei marcatori causali che scandiscono maggiormente la sequenza degli eventi. A quattro anni compaiono gli dei veri schemi narrativi ordinati in cui il bambino non solo colloca gli eventi, ma anche le marcature emotive corrispondenti. A 5 – 6 anni il pensiero narrativo raggiungo un traguardo fondamentale, cioè la capacità di costruire delle vere e proprie storie che seguono le tradizionali regole di strutturazione temporale e l’analisi della vita interiore dei personaggi come spiegazione delle azioni.
Il pensiero narrativo e la costruzione del Sé
Una delle funzioni principali del pensiero narrativo riguarda la possibilità di creare la storia personale di ciascuno di noi. Ciò significa nello specifico dare un ordine agli eventi e alle azioni che riguardano l’individuo. Questo ordine crea stabilità e permette di riconoscersi sempre come lo stesso individuo nonostante cambino gli scenari e a volte anche alcune caratteristiche di personalità. Il pensiero narrativo nel bambino non ha ancora una funzione di mantenimento perché contribuisce proprio alla creazione di un Sé. Da qui l’importanza delle storie per i piccoli, sia come narratori, sia come fruitori di narrazioni. I bambini amano il racconto e ascoltare delle storie perché si tratta di una palestra per apprendere come narrare e quindi come ‘maneggiare’ ciò che accade loro e le emozioni che questi eventi scatenano. È tipica la proiezione nei protagonisti e l’identificazione empatica con essi. Nei soliloqui sulla propria quotidianità il bambino si riconosce protagonista della propria esistenza. Il pensiero narrativo è anche un supporto affettivo per il bambino che impara ad esprimersi attraverso le storie. La narrazione diventa una prima porta verso il mondo interiore del bambino che amplia la sua capacità di riconoscere le emozioni e di attribuire la giusta carica emotiva al proprio stato interiore.
Fonte immagine: Andrew Curtis