Psicodramma e Metodi Attivi per il benessere dell'organizzazione: la formazione esperienziale
Lo psicodramma all’interno delle organizzazioni può essere utilizzato quale strumento per diagnosticare le dinamiche relazionali e comportamentali; quale strumento di training, quale strumento per lavorare su obiettivi comuni e favorire il senso di appartenenza; quale strumento per elevare il livello di auto-consapevolezza al fine di migliorare la gestione del ruolo professionale e ottimizzare la performance
Lo psicodramma all’interno delle organizzazioni può essere utilizzato quale strumento per diagnosticare le dinamiche relazionali e comportamentali; quale strumento di training, quale strumento per lavorare su obiettivi comuni e favorire il senso di appartenenza; quale strumento per elevare il livello di auto-consapevolezza al fine di migliorare la gestione del ruolo professionale e ottimizzare la performance. Diverse sono le peculiarità che ne fanno un valido strumento nel contesto d’aula. Innanzitutto, esso è il “marchingegno” privilegiato per far circolare le emozioni.
Nelle organizzazioni le emozioni non hanno molto spazio, eppure nella vita professionale l’individuo mette continuamente alla prova non solo le proprie competenze tecniche, ma anche le proprie capacità emotive. I comportamenti agiti nell’attività professionale sono sempre collegati alle caratteristiche di personalità, agli atteggiamenti individuali nei confronti del lavoro e ai sistemi di riferimento valoriali e sociali dei singoli. Quando le emozioni sono gestite in modo consapevole diventano un elemento funzionale al successo professionale, diversamente rappresentano un ostacolo. E’ innegabile che le emozioni aiutino a relazionarsi meglio con gli altri, a vivere meglio le proprie difficoltà, a comprendere meglio le persone e le situazioni e soprattutto ad agire in maniera adeguata alle circostanze. Farne un uso inefficace, reprimendole o amplificandole, può compromettere la buona gestione del ruolo professionale.
Integrare aspetti razionali con aspetti introspettivi, costituisce, a mio avviso, un approccio formativo completo e funzionale al benessere in campo professionale. La metodologia psicodrammatica, grazie a tecniche quali la concretizzazione, l’amplificazione, il soliloquio, l’inversione di ruolo, aiuta i formandi a diventare consapevoli dei propri agiti emotivi ed operativi, nonché delle possibili altre opzioni comportamentali.
La messa in scena fornisce materiale per approfondire la conoscenza di sé, incrementando le opzioni di risposta. La tecnica dell’inversione di ruolo è occasione per acquisire il punto di vista dell’altro (ad esempio il collega, il capo), cogliendone esigenze e motivazioni, stati d’animo e bisogni, simili o differenti dai propri, così da confermare o disconfermare le proprie opinioni a riguardo.
La fase di sharing è occasione per non sentirsi più solo o il solo all’interno di una faticosa realtà professionale, grazie ai rimandi dei membri del gruppo, così importanti per lenire il senso di straneamento della propria condizione e confrontarsi con il vissuto altrui. Il rispecchiamento e il riconoscimento reciproco sono occasioni per trovare strategie operativamente attuabili e per godere del piacere dell'appartenenza, sentimento così importante per garantire un gruppo di lavoro affiatato.Il soliloquio da risonanza al mondo interno e porta a fare ordine dentro di sé, permettendo una sana rivalutazione dei propri vissuti. Infine, c’è il conduttore con la sua direttività e normatività, caratteristiche valide solo per le consegne e per la gestione del contesto, senza mai sfociare nei contenuti, nei valori, nei comportamenti da tenere, che rimangono terreno del formando.
Grazie al metodo psicodrammatico, i formandi hanno modo di lavorare sulle percezioni dei vissuti aziendali e sulle situazioni ritenute disfunzionali, allenandosi a nuovi gesti e comportamenti che, interiorizzati, arricchiscono le possibilità di gestione creativa del ruolo professionale.La rappresentazione diviene occasione per aumentare il livello di consapevolezza rispetto alle proprie modalità, al sistema organizzativo e alle sue criticità, alle difficoltà relazionali presenti, agli elementi di incomprensione e conflittualità, ma soprattutto diviene occasione per prendere nuove decisioni e attuare comportamenti pro-attivi, sperimentandoli concretamente sul palcoscenico e riattivando, così, l'idea e l'emozione di poter incidere positivamente sulla realtà organizzativa.
Se è vero che la sfera emotiva dovrebbe essere sollecitata in tutti i processi formativi degni di questo nome, cosa può dare in più o di diverso il metodo psicodrammatico? Personalmente, del metodo psicodrammatico apprezzo la forza intrinseca della messa in scena, il provarsi in vari ruoli, il mettersi “nei panni di”, la riproduzione di stati mentali simili al vissuto onirico, l’aumento vorticoso delle possibilità di esplorazione dell’ambiente, la possibilità di rafforzare e modificare la percezione della propria identità, la vividezza delle emozioni, che sembrano dispiegarsi al nostro sentire per la prima volta, la percezione di quel mondo così virtuale eppure così vero. In questo senso la formazione con metodologia psicodrammatica è un processo altamente creativo di grande impatto emotivo, dove i veri bisogni trovano spazio per essere visti, nominati e riconosciuti, consentendo ai formandi una crescita professionale autentica, che investe la persona intera.