I modelli della comunicazione
La comunicazione è uno scambio in cui il mittente cerca di inviare delle informazioni con un’intenzione precisa. Nel corso degli anni si sono avvicendati diversi modelli comunicativi che hanno arricchito la descrizione di questo passaggio. Tra i più noti ci sono quelli tecnici, linguistici, psicosociologici e interlocutori
In letteratura si trovano molti modelli della comunicazione che ne esaltano diverse qualità e ne delineano le dinamiche. Quest’abbondante letteratura è uno dei segnali che hanno determinato il passaggio dall’era dell’informazione all’era della comunicazione. Non è che oggi ci siano più cose da dire rispetto al passato, ma si è molto più attenti al come dirlo. L’informazione è un insieme di dati che vengono ‘passati’ da un individuo (singolo o collettivo) a un altro. Si parla di comunicazione quando questo passaggio è corredato da un’intenzione, cioè quando il mittente desidera che il suo messaggio abbia un effetto specifico in chi lo riceve. Vediamo quindi come questo passaggio è stato descritto nei vari modelli che si sono evoluti nel corso degli anni.
Modelli della comunicazione: il modello matematico
Il primo tra i modelli della comunicazione fu ideato da due matematici, Claude Shannon e Warren Weaver, per questo viene detto modello matematico (è anche il più famoso dei modelli tecnici). È un modello estremamente schematico: le informazioni sono una sorta di pacchetto che viaggiano da un mittente a un destinatario in modo unidirezionale, attraverso un canale. I due processi principali sono la codifica e la decodifica del messaggio grazie a un codice condiviso. I due scienziati definirono inoltre i concetti di rumore (qualunque forma di disturbo del segnale che impedisce il corretto funzionamento della comunicazione) e di feedback (qualunque forma di retroazione al messaggio).
Modelli della comunicazione: i modelli linguisitici
I modelli linguistici sono il primo tentativo di andare oltre quest’immagine lineare e deterministica dei modelli della comunicazione. Roman Jacobson, linguista, individuò le funzioni legate alle sei componenti del processo comunicativo (destinatario, mittente, codice, messaggio, contesto), indispensabili per analizzare in modo preciso quanto avvenga durante uno scambio:
1. funzione espressiva (mittente): il corredato emotivo del messaggio.
2. funzione conativa (destinatario): è l’azione che il mittente vuole compiere sul destinatario.
3. funzione fatica (canale): messaggi che mantengono il contatto.
4. funzione metalinguistica (codice): si riferisce alle verifiche dell’uso di uno stesso codice.
5. funzione denotativa (contesto): riferimenti al contesto.
6. funzione poetica (messaggio): è la forma stilistica del messaggio.
Modelli della comunicazione: modelli psicosociologici
I modelli psicosociologici aggiungono un ulteriore elemento: ogni scambio comunicativo è un incontro tra due o più persone ognuna dotata di un’identità psicosociale che si afferma in quella comunicazione. Per comprendere lo scambio occorre quindi considerare le personalità dei partecipanti, la loro storia comune, i significati che condividono (ad esempio, alcuni modi di dire) e la situazione che stanno vivendo. Un altro arricchimento viene dal focus sulla natura multicanale e pluricodice della comunicazione. Non tutti i messaggi sono uguali: basti considerare le differenze tra comunicazione verbale e non verbale e tra codici digitali (parole) e analogici (emozione).
Modelli della comunicazione: i modelli interlocutori
I modelli interlocutori nascono dall’incontro tra psicologia sociale e linguistica pragmatica. La comunicazione è il risultato di un’azione congiunta e condivisa (Interazione) che non è la semplice somma dei contributi dei partecipanti. L’interazione ha la forma di una spirale in cui i partecipanti sono contemporaneamente emittenti e destinatari, perché anche quando parlano ascoltano se stessi per verificare che l’altro comprenda effettivamente le sue intenzioni. Comunicare, quindi, vuol dire avvicinarsi progressivamente all’interlocutore nonostante le mille insidie dei fraintendimenti.
Fonte immagine: photl.com