L'ascolto attivo nella relazione educativa

L’ascolto attivo è una delle metodologie dell’educazione socio-affettiva di Thomas Gordon che mira non solo all’educazione della sfera cognitiva della personalità del bambino, ma anche a quella sociale e affettiva. L’obiettivo è di educare, attraverso lo sviluppo di competenze relazionali e di intelligenza emotiva, a una comunicazione autentica basata sull’ascolto non giudicante e la comprensione empatica dell’altro.

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Thomas Gordon, uno psicologo americano collega di Carl Rogers – padre della Psicologia Umanistica – ha messo a punto negli anni ’70 un’insieme di metodologie comunicative per lo sviluppo di competenze razionali e la risoluzione di conflitti soprattutto nella relazione educativa sia genitoriale che fra insegnante e allievo. 

 

Gordon ha messo a punto diverse tecniche per l’educazione socio-affettiva che possono essere utilizzate in modo integrato e a cui possono essere formanti gli adulti – insegnanti e genitori − che sono a contatto con i giovani. L’ascolto attivo è parte di questo programma per una comunicazione empatica e accogliente che favorisca lo sviluppo di autostima e fiducia verso di sé e verso gli altri.

 

L’ascolto attivo: principi metodologici per una comunicazione educativa efficace

L’ascolto attivo è una modalità di interazione particolarmente preziosa per gestire la relazione educativa quando è presente un disagio nel bambino (è distratto, si isola, piange); non si tratta di fornire consigli, suggerimenti o soluzioni precostituite, né di sminuire o “sdrammatizzare” quanto egli sta vivendo o tentare di persuaderlo con ragionamenti logici (che spesso i bambini non comprendono), ma di accoglierlo e accettarlo in maniera non giudicante ascoltandolo e valorizzando il suo racconto per ciò che è realmente per lui più importante al fine di sollecitare l’attivazione delle sue personali risorse.

 

L’ascolto attivo prevede nello specifico che l’adulto accolga in modo incondizionato la comunicazione del bambino senza giudicarlo né interromperlo (ascolto passivo); invii sguardi e interlocuzioni che veicolano attenzione e interesse verso di lui (messaggi di accoglimento); lo incoraggi a parlare e ad approfondire (inviti calorosi); riproponga quanto comunicato senza alcun giudizio ma sottolineandone l’importanza, al fine di invitarlo alla riflessione (ascolto attivo).

 

L’ascolto attivo a scuola: la comunicazione insegnante-allievo

L’ascolto attivo può essere efficacemente utilizzato nel contesto scolastico al fine di potenziare le competenze comunicative degli insegnanti. Spesso, infatti, le dinamiche e le relazioni entro la classe possono essere difficili da gestire rendono molto gravoso il lavoro dei docenti che rischiano di oscillare tra l’autoritarismo e la permissività rendendo ancora più difficoltose le relazioni con gli allievi perché non improntate ad una condotta coerente e non realmente efficaci o autentiche.

 

L’ascolto attivo in famiglia: la comunicazione genitori-figli

L’educazione socio-affettiva e l’ascolto attivo possono essere utilizzati anche per promuovere la genitorialità e per gestire problematiche relazionali – specie se gravate da modalità interattive eccessivamente invischiate - al fine di promuovere nei genitori lo sviluppo di competenze comunicative autentiche e non distanzianti che permettano, anche attraverso l’ascolto attivo, di accogliere realmente le esigenze e i bisogni del bambino riconoscendolo come altro da Sé.