Wabi sabi: trova la bellezza nell’imperfezione
“La capacità di apprezzare ciò che è veramente importante nella vita eliminando tutto ciò che non è essenziale”. Così i monaci giapponesi descrivono il concetto di wabi sabi… Un approccio all’esistenza che elimina ciò che è superfluo e vede ricchezza e bellezza in ciò che molti considerano marginale o insignificante.
Non è un libro qualunque quello di Oliver Luke Delorie che, per sua stessa ammissione, si prefigge l’intento di “descrivere l’indescrivibile” parlando del wabi sabi.
Wabi sabi: Trova la bellezza nell’imperfezione (Armenia, 2018) racchiude una visione del mondo nata nella cultura filosofica giapponese che dall’unione del significato di queste due parole (wabi = solitudine, semplicità e sabi = la bellezza del tempo che passa) propugna di vivere meglio accogliendo la bellezza della transitorietà delle cose.
Wabi sabi: un libro da sperimentare
Un libro diverso da qualunque altro e da leggere in modi non convenzionali. Sì, perché Wabi sabi: trova la bellezza nell’imperfezione, è un libro avvincente, ma non ha nulla a che vedere con i triller o i romanzi d’avventura; è un libro dal quale potrete riemergere trasformati, con un modo diverso di guardare alle cose della vita, ma non è né un saggio, né un manuale di self help…
Insomma, quello che trarrete dalla lettura di questo testo non sono concetti teorici, né trame narrative di cui scovare un possibile lieto fine. Anzi, dopo la lettura del libro non saprete nulla di più di quanto non sapeste già prima: non sarà il vostro bagaglio di nozioni a essere modificato, ma, se vorrete, la vostra modalità di approccio all’esperienza.
Un libro che non è un libro insomma, almeno non nel tradizionale senso del termine, un libro che va sfogliato, provato, assaggiato con la stessa curiosità e apertura mentale di quando ci si appresta a fare per la prima volta qualcosa di nuovo. D’altra parte è l’autore stesso a mettere in guardia il lettore: quello di Wabi sabi è un concetto che non si può spiegare, si può comprendere solo attraverso l’esperienza diretta.
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Wabi sabi: il mondo in un granello di sabbia
Che cosa vedi? Questa la domanda con cui inizia il libro e qualunque sia la vostra risposta il libro incalzerà: guarda meglio. Troppo spesso siamo abituati a osservare la realtà mediante preconcetti, stereotipi, aspettative precostituite che orientano la nostra attenzione solo verso determinati aspetti che consideriamo importanti e degni di nota.
Wabi sabi suggerisce modi non scontati di osservare la realtà, insegna che possiamo scoprire la bellezza nell’imperfezione, l’ordine nel caos, l’armonia nell’integrazione degli opposti.
La realtà, in altre parole, è negli occhi di chi guarda: se vi soffermerete a osservare quello che avete intorno con spirito di scoperta potrete riconoscere che anche degli elementi che solitamente troviamo ripugnanti come le muffe - ad esempio - se viste al microscopio possono schiuderci un mondo di armonia e bellezza.
È un po’ come immergersi nell’osservazione della realtà con l’occhio di un fotografo: sorvola tutto ciò che è banale e scontato, ciò che è convenzionalmente “bello”, per scorgere e immortalare il dettaglio che nessuno nota, una parte del tutto che getta sull’intero scenario un nuovo significato.
Wabi sabi: le imperfezioni che danno valore
9 capitoli ognuno dei quali contiene una domanda/affermazione che guida il lettore verso un diverso approccio all’esperienza:
Che cosa vedi?; Semplifica le cose; Il potere della riconoscenza; Fidati del tempo; Lascia andare; Che cos’è più importante?; Celebrare la tradizione; Perfettamente imperfetti; Accettazione radicale.
Il consiglio è di prendere in esame un capitolo alla volta, un’affermazione per volta e sperimentarla, prima di proseguire nella lettura del libro.
Wabi sabi propone insomma un approccio non solo alla realtà che ci circonda, ma a noi stessi; imparare a far tesoro delle nostre stesse imperfezioni, dei nostri errori o fallimenti e trarre forza e ispirazione da ciò che già siamo:
“Vedo la bellezza in ciò che è putrido, guasto e distrutto. Trovo lo splendore in cose che molti definirebbero terrificanti. Penso che gli oggetti danneggiati siano meravigliosi, perché so che sono come me. Non sono rovinati per sempre; gli oggetti rotti hanno uno strano modo di essere riparati e di tornare più belli di prima”.
Jordan Sarah Weatherhead,
autrice di Naked Truth (cit. pg. 19).
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