Potere e trasgressione: quanto è difficile non cedere alla tentazione
Se è comunemente assodato che il potere “dà alla testa” e porta a violare norme e regole della convivenza sociale sembrerebbe altrettanto vero il contrario: le persone maleducate e scortesi verrebbero inconsciamente ritenute dagli altri più forti e potenti. Questo almeno a quanto afferma un recente studio olandese su potere e trasgressione; forse però non è poi tutto così semplice come lo si vorrebbe, almeno fuori dalle situazioni sperimentali
È stato addirittura annoverato fra i 10 migliori studi di psicologia pubblicati nel 2011 quello apparso su Social Psychological and Personality Science a nome di alcuni ricercatori del dipartimento di Psicologia Sociale dell’Università di Amsterdam che evidenzierebbe come potere e trasgressione sarebbero intimamente legati non solo perché chi è più potente è spesso portato a violare le norme, ma anche perché le persone attribuirebbero, a chi adotta comportamenti maleducati o irrispettosi del fare comune, una maggior capacità di influenzare gli altri e quindi un maggior potere.
Potere e trasgressione: davvero è così semplice?
Basta appoggiare i piedi sul tavolo o spegnere la cicca della sigaretta sul tappeto per ottenere maggior credibilità e persuasione nei confronti del nostro interlocutore? Appropriarci del caffè appena servito sul bancone ad un altro avventore del bar ci farà guadagnare maggior rispetto ai suoi occhi anche se (per tutto c’è un prezzo si sa!) ci riterrà un po’ scortesi o maleducati? I nostri ricercatori olandesi non intendono, certo, dimostrare questo nel loro studio che, tuttavia, basandosi su situazioni sperimentali ideate “ad hoc” e quindi necessariamente riduttive, non possono prendere in considerazione tutta una serie di altre variabili complesse approdando a delle conclusioni che rischiano di essere fuorvianti per chi non è un “addetto ai lavori”.
Potere e trasgressione: quali significati?
Ma che significa potere e trasgressione? E in base a cosa ci riteniamo o riteniamo gli altri potenti o trasgressivi? La stessa psicologia sociale e i paradigmi costruttivisti che fondano le moderne scienze psicologiche sottolineano come la realtà e i significati che attribuiamo ad essa non sono dati a priori ma costruiti, confermati o disconfermati nelle interazioni e nelle dinamiche relazionali che ci legano gli uni agli altri. Lo stesso concetto di potere può quindi assumere connotati molto diversi a seconda del contesto relazionale e sociale e dei significati emozionali ai quali esso si associa.
Potere e trasgressione: dalla politica alla scuola
Il potere della trasgressione, del rendersi superiori alle regole del vivere comune è – per dirla con Renzo Carli (2004) – il potere di chi ha, o crede di avere, un certo ruolo sociale in virtù del quale pretende di imporre le proprie “regole”. Lo vediamo ogni giorno dalle scene politiche ai crescenti episodi di bullismo nelle scuole: c’è sempre una controparte (i colleghi, gli elettori, i compagni di classe) che (magari lamentandosene) collude nel vivere norme e regole come strumenti, appunto, di “potere” piuttosto che di ottimizzazione di risorse, limitate o scarse, a beneficio degli obiettivi di tutti. Ne è un esempio, di questo potere “competente” nel rispettare e valorizzare le “regole”, la preside della scuola Viviani, nella provincia più degradata di Napoli, che ogni mattina passa a chiamare a casa uno a uno quei ragazzi che altrimenti a scuola non ci verrebbero proprio e che ha trasformato la sua in una scuola d’esempio e d’eccellenza. Scuola che dai “piani alti” si ipotizza di chiudere. Vien da chiedersi quale dei due in questo caso sia più giusto considerare il potere “forte” e dove stia di casa la “trasgressione".
Fonte immagine: rucativava