La Pietra Filosofale e la riscoperta di sé stessi
La riscrittura degli Archetipi permette di riacquistare una maggiore autonomia individuale nonchè Benessere. Questo articolo fa parte di uno studio molto più ampio, svolto in parte tramite articoli ed un libro (in via di pubblicazione) e portato nella pratica attraverso incontri di gruppo ed individuali
Archetipi: la Pietra Filosofale
Il principio della trasformazione interiore ed esteriore è condensato, in maniera efficace, nella ricerca della pietra filosofale portata avanti dall'alchimia, che è ancor oggi attiva e presente in noi. Questo archetipo è antecedente, come sempre accade nelle grandi forze che si muovono al nostro interno e che si esprimono nei millenni, e richiama la possibilità insita nella natura e nell'uomo di far emergere, dalle profondità interiori, un nuovo livello di Bellezza espressa. Mi soffermo però sulla Pietra Filosofale perchè ci da delle opportunità di coglierne alcune sfumature.
Si ritiene diffusamente che nel mondo ci sia qualcosa di brutto da modificare e che, similmente, anche in noi stessi ci sia qualcosa che debba essere trasformato perchè non bello, non armonioso, non giusto, non adeguato. Nella società attuale si è utilizzato il principio del “rifiutare e cambiare con la forza”, e questo lo vediamo sia nelle attività che rivolgiamo a noi stessi ( immaginate la chirurgia estetica), sia nelle attività esterne nel sociale ( portate la mente alle guerre di liberazione e di democrazia). Quando si attuano degli interventi violenti e con la forza si presume che lo stato, creato a seguito dell'applicazione di questa forza, rimanga stabile.
Invece osserviamo come sul viso dove è stata applicata la chirurgia emergono, nel tempo, ulteriori squilibri e sui popoli dove è stata applicata la violenza, nei decenni, emergono fenomeni di lotta ancora più pericolosi. In effetti la procedura dell'uso della forza prevede anche una costante applicazione della forza medesima per mantenere il risultato. Quindi l'uso di una strategia, sia individualmente che collettivamente, di questo genere non risolve alcun problema perchè non interviene alla fonte ma semplicemente sulla forma. Potrete estendere gli esempi ed osserverete come il meccanismo sia il medesimo. E' il principio del contenimento delle acque ed immaginate una diga: essa ferma il flusso naturale per convogliarlo in un sistema utile all'uomo ma la diga, se perde di consistenza, creerà distruzione a valle. Non è, infatti, l'acqua a creare distruzione ma è l'intervento strutturato che, perdendo la sua compostezza, non riesce a gestire l'accumulo di squilibrio che è stato generato.
Anche l'energia atomica e l'uso che se ne fa attraverso la fissione, nelle moderni centrali nucleari, porta ad uno squilibrio che poi si cerca di usare utilmente sino a che qualcosa non interrompe la struttura e la dinamica di forza che viene applicata. Se osservassimo le espressioni della nostra società, in molti ambiti scientifici ed in molte applicazioni tecniche, il principio di un uso della forza per creare uno squilibrio e poi la gestione di questo squilibrio per propri fini è ampiamente usato se non addirittura prevalente. Anche la guarigione per mezzo di prodotti chimici ha, in sé, il medesimo principio di fondo.
La pietra filosofale e l'archetipo della trasformazione del piombo in oro ha, invece, un ben diverso significato. Innanzitutto vi è da dire che la vera trasmutazione non richiede elementi aggiuntivi ed, infatti, come chi ha approfondito il mito conosce, l'opera di ricerca dell'alchimista non era materialmente la creazione di questo ingrediente miracoloso per operare la trasmutazione. Ciò è una errata concezione che poi è stata trasferita nel nostro modo di pensare: trovare qualcosa di esterno che modifichi la natura di una cosa. Quindi ci si affanna a cercare fuori di noi le risposte e le soluzioni perchè ci si pensa errati (il piombo) e si vuole che qualcosa di ulteriore a noi ci trasformi (l'oro). Anche nel mito del ranocchio trasformato in principe, potremmo leggere la favola in maniera superficiale affermando che sia il bacio della ragazza a trasformarlo. In realtà il processo è differente, il mito del ranocchio e l'archetipo della Pietra Filosofale ci portano, oggi nell'epoca moderna, una più grande saggezza.
Semplificazioni e fraintendimenti
Perchè esiste il fraintendimento? Non ci capacitiamo, a volte, del perchè pur avendo affermato un concetto chiaramente, dal nostro punto di vista, l'ascoltatore ne comprenda uno differente. La chiave per capire questo, che ho approfondito sotto altri profili in precedenti occasioni, è ricordarsi come funzioni la percezione umana. Il fenomeno della percezione implica una ricostruzione della realtà “esterna” all'interno del nostro sistema percettivo e di gestione delle informazioni (ad esempio occhio e cervello,mente). Ogni tipo di percezione visiva, ad esempio, si trasforma dentro di noi in segnali elettrici, elettromagnetici e chimici che vengono gestiti dal sistema cerebrale e mentale. In questa opera di trasformazione e decodifica, tutto il nostro bagaglio precedente viene utilizzato.
Per semplificare la cosa, se noi facciamo una passeggiata praticamente operiamo una selezione di ciò che ci appare davanti e ricostruiamo una nostra rappresentazione nella nostra realtà interiore. Quindi facendo lo stesso percorso, persone diverse guarderanno cose diverse. Mentre parliamo, usando le parole, noi cerchiamo di trasmettere dei concetti, significati e suggestioni nell'altro. L'altro ascoltandoci interpreta quelle parole secondo il suo riferimento interiore ed ecco che, se non corrispondono i riferimenti di chi comunica con quelli di chi riceve, il messaggio viene trasformato. Io ho enfatizzato un aspetto e l'ascoltatore ha percepito un altro, differente, mutando completamente il senso del discorso. Quindi nella trasmissione di un concetto nei secoli, come quello della Pietra Filosofale, al suo significato originario si è affiancato il significato alterato dai fraintendimenti. I fraintendimento sono frutto di ciò che l'ascoltatore pensava ed accettava: in questo caso l'esistenza di un potere esterno e risolutivo. Quindi se noi adottiamo il significato alterato, che vuole e ci descrive un componente magico, creato nel laboratorio dell'alchimista, adatto a modificare la materia non capiremo, davvero, la funzione dell'archetipo primordiale.
Il concetto originario, invece, rimanda alla Pietra Filosofale come facoltà insita nell'uomo che, però, va risvegliata. E' il risveglio della capacità di far emergere dal piombo l'oro: uso la parola emersione con uno specifico significato. Nell'archetipo derivato dal fraintendimento che si è creato a seguito della mentalità delle persone che toccando tale concetto, vi aggiungevano a propria visione personale del mondo nel quale appariva evidente come il piombo fosse qualcosa di sbagliato e di brutto. In questa visione alla materia che era vile si contrapponeva la materia nobile dell'oro: si giudicava e condannava il piombo. Il processo portava a far scomparire quest'ultimo, quasi a dissolverlo, per far emergere quanto desiderato. A questo processo si è affiancato il concetto della fiamma, che bruciando lentamente, porta a trasmutazione. Questo può essere vero ma non è il solo metodo: non si evolve solo con il dolore.
Difatti la fiamma ed il bruciare lentamente, potrebbe richiamare il dolore e la distruzione che, come abbiamo visto, è una espressione del fraintendimento e della volontà di applicare una forza esterna all'oggetto che vogliamo cambiare. La fiamma descriveva un altro processo ma, anche qui, ciò che abbiamo compreso dipendeva da come concepivamo la realtà. Spero che si vada delineando in voi quanto sottile sia questa non comprensione che è derivata da una percezione della realtà definita da limiti che ora stiamo percependo. L'applicazione di una forza esterna per il cambiamento genera la necessità di usare il potere per cambiare le cose. Questa concezione è una ramificazione di qualcosa di ben più ampio che come umanità stiamo sperimentando da millenni toccando la sofferenza e lo squilibrio che genera.
Quindi se ora nel sociale pensiamo che sia necessaria avere una classe dirigente diversa per poter far evolvere il nostro paese e riteniamo che questo debba avvenire grazie all'uso di specifici metodi e modificando le persone, mettendocene di diverse, forse siamo vittime del fraintendimento. Regole nuove senza un coscienza nuova non sortiscono effetto, ma vengono manipolate: grandi ideologie hanno creato grandi mali. Persone diverse senza che abbiano una sensibilità diversa, riproporranno il medesimo risultato semmai più attento, occulto ed efficace. Sto saltando dall'individuale al sociale per permettere ad ognuno di voi di fare i propri collegamenti.
Ribadisco lo schema di base: pensare che un potere esterno modifichi qualcosa ritenuto sbagliato, è frutto del fraintendimento di ciò che significa trasformazione. Potremmo dire che si tratti di una semplificazione che però ha perso il vero nucleo per descrivere solamente ciò che appare. E' possibile che ci siano persone diverse che abbiano una diversa sensibilità, capace di mutare una situazione, ma è anche possibile che persone già conosciute possano trasformarsi e maturare una nuova sensibilità. Qualcuno pensando a certi personaggi potrebbe dire “sarebbe un miracolo” ma, in effetti, l'archetipo richiama al miracolo: volete rifiutare questa possibilità? Se la rifiutate per l'esterno, la allontanate anche dalle vostre vite: io suggerisco di darvi e dare la possibilità.
L'emersione dell'oro dal piombo e la fisica quantistica
Sorrido nel pensare che forse qualcuno leggendo il titoletto si stupisca: “che attinenza ha la fisica quantistica con l'archetipo? Ecco di nuovo un minestrone senza senso!”. Amo i minestroni perchè hanno molte proprietà, verifichiamo se questo è di vostro gradimento. Lo studio della fisica, nella maniera e con le conquiste teoriche dell'ultimo secolo, ci sta ponendo dinnanzi ad una percezione dell'universo profondamente diversa dal passato. Se immaginate alcune implicazioni della teoria relative alla danza di particelle che appaiono e scompaiono nel “nulla”, penso potrete collegare questa danza mai statica, mai cristallizzata ad una oscillazione. Quindi anche il piombo oscilla, dalla dimensione dove non è manifestato a quella deve si manifesta, che noi percepiamo. In questo senso nulla è statico perchè, nell'atto dell'oscillazione, potrebbe mutare. Nella fisica quantistica davvero poco ci appare stabile, tutto mostra questa interconnessione che modifica a distanza, dove l'osservazione diviene parte del fenomeno, dove sussistono in contemporanea infiniti stati differente. La fisica quantistica è profondamente alchemica. Attraverso questo campo di ricerca, nella nostra mentalità di esseri umani del 21° secolo irrompono delle idee che fanno breccia nella diga della rigidità del nostro pensiero. Nel caso che ci interessa, la metaforica trasformazione dei metalli che potrebbe anche non essere metaforica ma realtà, non si tratta quindi di aggiungere materia ad altra materia per creare qualcosa di nuovo.
Vi propongo questo suggerimento: non potrebbe essere che sia l'informazione che cambi la materia e l'organizzazione dell'energia che noi osserviamo? E se fosse il piombo che in qualche maniera ricorda come sia l'oro e si conforma a questo ricordo? Ho fornito al piombo, attraverso l'uso della parola “ricordo”, la consapevolezza e questo potrebbe NON essere accettabile da voi. Forse però potrebbe essere accettato che nel ricordare come essere diversi, vi possiate trasformare senza aver necessità di aiuto esterno. Avete ricordato ciò che desiderate essere e vi ri-create nella forma che sentite adatta. Vi trasformate e ricordo che per cambiare forma è necessario entrare nell'essenza, nel centro e nella profonda natura di ciò che siete.
Per far si che si possa comprendere come il piombo possa trasmutarsi, immaginate che nella sua oscillazione tra il non manifestato ed il manifestato esso cambi le informazioni che creano una data organizzazione. Immaginate l'oscillazione in questi passaggi: ecco il piombo...si immerge nel “vuoto-nulla” e qui cambia l'informazione....ecco l'oro che si manifesta. Ecco il ranocchio...si immerge nel bacio e cambia sé stesso...ecco il principe che emerge. Ecco una malattia, uno squilibrio nel corpo umano.... si immerge in uno stato diverso...ecco che emerge equilibrato: è il miracolo. E' fondamentale che capiate questo passaggio: se continuiamo a cercare all'esterno una materia, una persona od una organizzazione che ci cambi, continueremo a ricreare lo stesso squilibrio ed essere dipendenti dall'apparente soluzione. Se operiamo a livello informativo nel processo di oscillazione di ciò che ci appare statico, ma non lo è, noi scopriremo che il potenziale dell'oro è dentro il piombo. Il piombo ricorda l'oro, lo schiavo ricorda la libertà e la vive. Tornando all'archetipo e di come ci è stato trasferito si possono delineare, quindi, due percorsi. Il primo percorso di ricerca esteriore e di dipendenza da qualcosa oltre noi stessi. Il secondo percorso di recupero della capacità di trasformare la materia e noi stessi, in autonomia. Ecco che nel secondo passaggio, il principio trasformativo ritrova la sua originaria purezza.
L'oscillazione e come operare in essa: come superare il tempo ed il dolore
Questa descrizione può aver entusiasmato o fatto sorridere ma certo non è la soluzione. Può essere una via per afferrarla intellettualmente ma sappiamo che le teorie, pur affascinanti, non cambiano la vita. La pratica qui diviene interessante ed in questo scritto offro alcuni elementi, non esaustivi, ma il mezzo della parola scritta non lo consente. La parola, difatti, è espressione dell'aspetto mentale di ognuno di noi che non riesce ad afferrare questo processo che è al di là del prevedibile e del percepibile in maniera ordinaria. Nella pratica ciò che vi ho descritto, che è emerso da me quale recupero dell'archetipo e frutto del mio modo di procedere, è in via di sperimentazione: per essere chiari ancora non so trasformare il piombo in oro ma ho trasformato il mio piombo interiore nell'oro della vita.
Diciamo che sono sulla via e semmai dovessi creare dell'oro vi informerò ma il mio specifico interesse è nella trasformazione della mia vita, che sia sempre più espressione della mia natura profonda e che possa contribuire anche alla vita di chi interagisce con me: sto cercando un diverso oro, meno prezioso per i canoni comunemente accettati nell'attuale società ma estremamente prezioso per i canoni eterni dell'evoluzione di ciò che siamo veramente. A cosa siete interessati? Volete approcciarvi a questo scritto perchè bramate l'oro materiale o perchè cercate l'oro interiore? Sono sicuro che vi interessi il secondo e sono convinto che il primo verrà in sovrabbondanza. Iniziamo quindi a destrutturare una convinzione molto radicata in ognuno di noi: per i cambiamenti serve tanto tempo e sofferenza. Abbiamo quindi questo fraintendimento che pone il potere del cambiamento nella dimensione temporale ed in quella emozionale.
Il tempo però è una percezione ma non ha in sé un potere e semmai si potrebbe ravvisarlo nell'accumulo di piccoli cambiamenti che poi, man mano, creano un grande cambiamento percepibile. E' l'immagine della clessidra che, granello dopo granello, crea una montagnola dove prima non c'era: non è il tempo che cambia le cose ma i granelli. Quindi noi percepiamo la nostra vita guardandoci indietro e dicendo che sia stato il tempo a farci maturare quando, invece, è stata l'esperienza che si è fatta a modificare le cose. Informazioni che sono sopraggiunte ed hanno cambiato lo stato ma che, in alcuni casi, può essere ristabilito. Per tornare un momento alla Pietra Filosofale tra le sue virtù vi era quella dell'immortalità: iniziate ad intravedere dove porti il concetto di “cambio informazionale”?Le cellule nel ricrearsi lo fanno seguendo un processo di invecchiamento ma questo può invertirsi, se usciamo fuori dallo schema.
Andiamo ora sul piano emozionale, che poi è parte del mentale: distinguere mente ed emozioni è un grande errore che impedisce di capirne le correlazioni per usarle a nostro vantaggio. Non giustifico questa affermazione qui ma prendetela come spunto di lavoro personale e verificate. Le emozioni connesse al dolore e lo stesso dolore sono messaggi che arrivano al nostro sistema cosciente. Sia che si tratti di dolore fisico che dolore interiore hanno la medesima natura di informarci che sta accedendo qualcosa che non è armonico con lo stato attuale. Questa informazione, come la fiamma che brucia, nasce dalla necessità di ritirare la mano dalla fiamma, per non distruggerla. Nel dolore emozionale, però, ci perdiamo perchè ne veniamo sopraffatti, non avendo l'allenamento di osservarlo per quello che è ed agire per il cambiamento.
La vita ci propone quindi una successione di stati di dolore, di messaggi, che ci ostiniamo a non ascoltare perchè, da un'altra parte, abbiamo deciso di restare. E' metaforicamente la stessa situazione di una persona che ponga la mano sulla fiamma e, nonostante il male, decida di lasciarla lì. Ora se questa persona possiede la conoscenza che permette di non bruciarsi, come coloro che camminano sui carboni ardenti, essa non ne avrà danno ma se non si possiede il senso e la forza della Pietra Filosofale, direttamente connessa a questa capacità di non danneggiarsi, purtroppo riporterà delle ustioni. Nella nostra vita quindi siamo presi da delle morse spesso di carattere mentale ed intellettuale che ci fanno permanere in una situazione di disagio e, quindi, osserviamo il trascorrete del tempo e di molti episodi di dolore. Arriva il momento che, però, stanchi di questo martirio, metaforicamente “spostiamo la mano”.
Ora è il dolore che ha operato la trasformazione o la fiamma? O piuttosto il cambiamento di opinione su una certa realtà e quindi un'azione corrispondente? Ecco che come il tempo, il dolore è un falso agente: il vero agente del cambiamento è la Coscienza. Interessante? Sappiate che se nutrite in voi la figura della vittima, il secondo passaggio non sarà accettato. Chi è vittima e si veste di questa figura (interiore ed esteriore) non accetta la responsabilità che rimanda alle proprie scelte, quale fonte del proprio dolore. Questo rifiuto della responsabilità, equivale al rifiuto della propria libertà e del proprio potere. Se si è in questa situazione tutto ciò che ho scritto non sarà di grande utilità perchè si sta cercando, di nuovo, l'aiuto esterno che tolga il problema esterno. Ciò che affermo è che qualsiasi cosa venga percepita come problema ha la fonte e la possibilità di essere modificato in noi. In nessuna parte del mio lavoro troverete il prezzo di un chilogrammo di pietra filosofale: quella sarà sintetizzata da voi e semmai potremo condividere del tempo nel mio laboratorio (quello a pagamento!). Quindi tempo e dolore sono due grandi illusioni! Il tempo ed il dolore sono al vostro servizio ma come abili e fedeli servitori saranno con voi, sino a che non li congederete od almeno gli darete delle ferie! Sorridete della nostra natura, come io sorrido della mia, perchè stiamo tutti re-imparando a ri-conoscerci e tutti siamo nella via.
Collegamento con ciò che viviamo in questi giorni: Giappone e Libia
Amo l'evoluzione interiore che per poter dirsi non collegata solo a dimensioni sottili e teorica, deve misurarsi con ciò che accade attorno a noi e nella società. Propongo un equilibrio tra ciò che siamo e ciò che manifestiamo e questo include anche le questioni sociali che ci troviamo a sperimentare. In questi giorni (scrivo il 21 marzo 2011) abbiamo visto la tragedia in Giappone ed il dramma nucleare: spezzare la materia per estrarne energia, quando esiste l'alternativa, è frutto di un atteggiamento al quale sino ad ora ho fatto riferimento chiamandolo fraintendimento. Questo tipo di attività crea uno squilibrio contenuto che, sino a quando la diga regge, può dare utilità ma sappiamo che nessuna struttura è statica in maniera indefinita. E' lì il grande errore: pensare che lo squilibrio possa essere gestito ma i fatti ci parlano con chiarezza di ciò che veramente provoca un errato rapporto con la realtà. Stiamo assistendo agli eventi in Libia, appena iniziati ma che già mostrano un volto non equilibrato.
La forza che cerca di sostituire un sistema basato sulla forza: benzina sul fuoco. Se utilizziamo lo stesso carburante sappiamo che aumenta lo squilibrio e sino a quando il sistema imposto regge, potremmo non pagarne conseguenze ma, come una diga si rompe in maniera improvvisa ed imprevista, lo stesso accade con le dinamiche tra i popoli. Al momento il grado di civiltà raggiunto esprime ancora il fraintendimento. Come modificare la società? È modificabile? Suggerisco che sia modificabile ed anche velocemente ma grazie ad individui che possiedono in sé il potere della Pietra Filosofale e della trasformazione che vivano in tutti i diversi ambienti sociali. In questo spazio ricordo che siamo tutti collegati: noi siamo i giapponesi ed i libici. Il mondo è davvero molto piccolo e tutti condividiamo questo spazio di crescita: è tempo di fare la nostra parte per onorare il senso di ciò che è successo e che sta succedendo.
Il miracolo dell'oscillazione quantica
La fisica quindi ci offre un quadro di riferimento aggiornato rispetto alla simbologia medievale dell'alchimia. E' nostro compito operare questo rinnovamento e divulgarlo perchè altrimenti il fraintendimento e la separazione tra ciò che è antico e ciò che è presente non viene sanata. Nel precedente articolo ho trattato di un archetipo fondamentale ed ora lo collego alla qualità umana di cui stiamo parlando: la Pietra Filosofale e la Trasformazione sono qualità umane. E' stato delineato lo schema dell'archetipo che ci viene trasmesso dall'episodio biblico di Abramo e dell'olocausto di Isacco. Ho tentato di descrivere come l'interpretazione superficiale del racconto crei un disegno ed un significato non equilibrato che porta, poi, all'obbedienza all'autorità ed al potere esercitato sugli altri per proprio beneficio.
Ho anche cercato di offrire una visione diversa per rinnovare l'archetipo. Nel compiere questo ho usato il ragionamento e la consapevolezza che è propriamente espressione della Pietra Filosofale. Se siete arrivati a leggere tutto l'articolo avrete sperimentato un sollievo nel vedere, in una diversa luce, la figura dell'angelo e dello stesso Abramo. Avete compiuto in voi una trasmutazione ed avete usato la Pietra Filosofale. Questo può essere stato ostacolato sia da errori nell'esposizione che io abbia potuto commettere che anche da limiti ideologici che hanno operato in voi ma se ci siete riusciti, superando il limite mio e vostro, avete sperimentato questo cambiamento. Quindi la consapevolezza è la chiave, lo strumento e la nostra più grande risorsa. Più noi libereremo il nostro spazio mentale ed emozionale da vecchi limiti e più accederemo alla nostra parte evoluta che sta emergendo.
Per far emergere l'oro, l'attività che si compie è modificare i limiti che mantengono in essere il piombo. E' un'opera di scoperta e non di aggiunta, perchè l'oro che simboleggia la nostra parte più sacra è la vita stessa, il fondamento stesso della nostra esistenza. Se non ci fosse l'oro a fondamento di tutto non avremo possibilità di manifestare il piombo (uso questi termini non in senso fisico-chimico ma metaforico degli stati interiori). Noi percepiamo l'evoluzione come un processo di tempo e sofferenza ma in realtà è molto più simile ad un ricordo ed una ri-scoperta di ciò che già è presente in noi. Se è vero che cerchiamo all'esterno degli aiuti e che, accumulandoli, sembra di evolvere in realtà io osservo come ogni aiuto ci stimoli a guardare una parte di noi. Non si aggiunge ma si tolgono i limiti. Non stiamo arricchendo il panorama intellettuale ma stiamo sperimentando una ri-scoperta interiore.
Pongo l'attenzione su questo perchè altrimenti il significato e la forza profonda dell'archetipo di cui stiamo parlando vi sfuggirà ancora. Ho lo specifico interesse a far si che possiate avviarvi verso queste riscoperta poiché amo osservare la trasformazione e la riscoperta. Il mio compito come allenatore, però, giunge sino ad un certo punto perchè il processo essendo unico per ognuno non può essere guidato da me, altrimenti cadrei in una illusione del potere che cerca di modificare imponendo un proprio modo. In questo senso suggerisco e non insegno, stimolo e non modifico. L'unica realtà, che è in nostro potere modificare, è quella personale e la stessa, per effetto della connessione con le realtà altrui, con i mondi degli altri, per risonanza aiuterà a far emergere un nuovo disegno collettivo.
Infine ecco un altro esempio. Se vi immaginate come un pixel in un grande schermo del computer o come un piccolo puntino di inchiostro colorato che tinge un foglio bianco, ogni pixel ed ogni puntino che cambia lascerà emergere una nuovo disegno nello schermo del collettivo. Come una diffusione benefica, il nuovo colore si diffonderà ed influenzerà altri sino a che tutto lo schermo potrà mostrare una nuova figura. Non sarà mai, per me, un unico colore ma da un certo arabesco ne emergerà uno differente, che rispecchierà maggiormente la nostra rinnovata Bellezza. Non vi è uniformità ma vi è unità. Non vi è omologazione ma vi è unicità. L'unicità di ognuno come contributo all'Unico. La forza trasformativa della Pietra Filosofale, rinnovata e riscoperta, ci accompagnerà in questo viaggio della Consapevolezza che è davvero entusiasmante. L'oscillazione procede ed ogni volta vi è una scelta che fate come in risposta ad una domanda: vuoi essere di nuovo piombo o vuoi essere oro? La risposta cambia la vostra realtà istantaneamente senza ricorrere al tempo ed al dolore. Ecco che la clessidra mostra il suo vero senso e la fiamma darà solo gioia.
Alla prossima condivisione ed ai prossimi incontri.
Luca Ferretti