L'autostima: accenni e considerazioni
L'autostima è quel processo soggettivo e duraturo che porta la persona a valutare e apprezzare se stesso tramite l'auto approvazione del proprio valore personale fondato su auto percezioni. Le autoconvinzioni negative cambiano invece la qualità della vita. Quando succede questo ci sentiamo squilibrati perché mente, corpo, spirito ed emozioni non sono più in armonia tra di loro
L'autostima è quel processo soggettivo e duraturo che porta la persona a valutare e apprezzare se stesso tramite l'auto approvazione del proprio valore personale fondato su auto percezioni. Il nostro senso di autostima deriva da elementi cognitivi ovvero il baule di conoscenze di una persona, la conoscenza di sé e di situazioni che vengono vissute dal soggetto e elementi affettivi che vanno a condizionare la nostra sensibilità nel provare e ricevere sentimenti, che possono essere stabili, chiari e liberanti. Ha la caratteristica fondamentale di essere una percezione prettamente soggettiva e, in quanto tale, non stabile nel tempo ma dinamica e mutevole.
Come nasce l'autostima
Il senso di autostima deriva principalmente dalle relazioni che ogni persona interiorizza e rielabora, sia le relazioni che vanno verso noi stessi che quelle che noi intraprendiamo con altre persone. Da questo deriva il fatto che le persone influenzano in continuazione il loro senso di autostima e sono influenzate da esso. Solitamente le prime persone tramite cui interiorizziamo le percezioni che abbiamo di noi stessi sono i genitori, che a seconda di come accudiscono i propri figli questi diverranno un giorno più o meno sicuri.
La parola autostima deriva appunto dal termine "stima", ovvero la valutazione e l'apprezzamento di se stessi e degli altri. Quando abbiamo un notevole livello di autostima ci sentiamo bene. Siamo al comando, pieni di risorse e creativi: non subiamo gli avvenimenti e siamo certi che tutto andrà bene, contando sulle nostre forze. Ma troppo spesso però accade che quando avviene un abbassamento della propria autostima e di conseguenza la sfiducia in noi, la tendenza alla difensiva e la paura ci frustrano e ci inibiscono. Guardando negli occhi di un bambino si può scorgere la gioia e il piacere che vi si trovano.
Anche noi eravamo così, ammaliati dalla vita, disponibili e fiduciosi, al centro del nostro universo, ci sentivamo liberi di esprimere le emozioni, di ridere, di piangere quando volevamo, meritevoli di fare esperienza di tutto ciò che volevamo e che la vita aveva da offrire; questo per il diritto di essere nati. A mano a mano che l’infanzia passa e conosciamo il vivere del mondo, le nubi di gloria lentamente si dissolvono, imparando a dubitare di noi e cominciando a metterci sulla difensiva per proteggerci; mentre perdiamo quel senso di fiducia che avevamo, perdiamo in proporzione la nostra autostima.
L'alta autostima
È facile riconoscere qualcuno che ha un alto livello di autostima, sono persone in grado di essere e agire come vogliono. Quando la nostra autostima è alta possiamo operare scelte sul nostro modo di vivere e mettere a frutto le nostre potenzialità integrando tutte le capacità in maniera equilibrata e armoniosa. Se invece è bassa, non ci sentiamo più in grado di controllare le esperienze e la vita ne risulta compromessa e quindi non in equilibrio, che è la chiave della creatività e quando si opera con coscienza creativa è alto il livello di autostima.
È possibile cambiare qualsiasi persona pensiate di essere: divertitevi, comprendetevi. “Ci vuole molta fiducia in sé stessi per rivolgersi le proprie risorse interne allo scopo di decidere cosa fare, e quando non si possiede si ricorre all’unico altro modo di riferimento disponibile e cioè il confronto con gli altri, quello che tutti sanno fare perché è davvero efficace per tenere in riga la gente” (dr Wayne).
Io sono unico, questa è la frase che ciascuno di noi deve asserire e portare con sé, anche se spesso c’è difficoltà nel portarsela dietro, e molto spesso riesce difficile a parlare di noi.
La bassa autostima
Le autoconvinzioni negative cambiano invece la qualità della vita, bloccando il flusso libero della nostra energia. Quando succede questo ci sentiamo squilibrati perché mente, corpo, spirito ed emozioni non sono più in armonia tra di loro e di conseguenza la nostra autostima è bassa.
Non siamo vittime delle circostanze, ma è come le controlliamo che ci fanno sentire vittime: ad esempio si deve sempre comunicare con chiarezza il nostro modo di essere; il bello di dire no, è che più lo si fa, più si migliora, e anche con il linguaggio del corpo, non appena detto no una volta poi verrà più facile ad essere più convinti dei propri rifiuti versus qualcosa che a noi non va.
Come ad esempio ricevere delle critiche, a nessuno piace essere criticati, perché essa colpisce in maniera dura e diretta ai punti più vulnerabili: se non riusciamo a gestirla va a ledere la nostra autostima, essa genera pure paura perché implica pure minaccia, come spesso molti genitori o insegnanti fanno, perché incapaci di dare risposte costruttive, e a loro volta sono testimoni di un comportamento criticante nei loro confronti.
Frasi come: "sei senza speranza", piuttosto che "non sai fare nulla", rimangono impresse nel soggetto in un modo così pregnante che se lo porterà a vita e diventerà l’adulto invalidato che ha paura di fare errori e che piuttosto userà critiche distruttive.
Esempi:
Critica: mi innervosisco molto quando arrivi in ritardo, mi fai perdere tempo.
Risposta costruttiva: quando non arrivi in tempo mi sento frustrato perché i miei programmi saltano.
In conclusione, imparando risposte costruttive si contribuisce a rompere il ciclo delle convinzioni negative apprese. Rompendo lo schema ci si riconosce come persone che hanno diritto ad avere una propria autostima.
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