Autenticità: un'attitudine vincente?
Essere spontanei, essere autentici è un 'attitudine positiva oppure si tratta di comportamenti controproducenti?
Cos’è l’autenticità? Si avvicina all’essere spontanei? Se consideriamo l’autenticità come la conoscenza di sé e l’espressione di una parte di se stessi al mondo senza mistificazione allora i due termini si avvicinano notevolmente. In un’epoca in cui ognuno di noi ha la possibilità di costruirsi una vetrina, un’immagine estremamente pubblica, come quella offerta dai social network, l’autenticità è un’attitudine vincente?
Forse occorre approfondire cosa significhi essere autentici e soprattutto considerare che in ottica comunicativa anche l’autenticità deve fare i conti con il “ritorno” del nostro pubblico che, a prescindere dal fatto che possa apprezzare o meno quanto vede, può anche mal interpretare comportamenti e messaggi inviati.
Cerchiamo una definizione
Ed eccoci al punto di partenza: come definire l’autenticità? Comunicare senza filtri, dire tutto di sé senza pensare alle conseguenze? Questo approccio mette l’accento sull’autenticità come atteggiamento rivolto all’esterno, di ciò che comunichiamo volontariamente al mondo. Essere autentici però è prima un atteggiamento interiore e fa riferimento alla profonda conoscenza di se stessi: all’accettazione di luci e ombre, senza maschere e senza giustificazioni. Diventare autentici è quindi un percorso, più difficili di quanto si possa pensare, perché siamo spesso prodighi di giustificazioni per quei comportamenti, quei pensieri, quegli avvenimenti che non quadrano sempre con l’opinione che si ha di se stessi.
Che risvolto sociale può avere questa profonda accettazione di sé? Comprendere i propri limiti e i propri punti di forza ha delle conseguenze profonde:
> “Esporsi” agli altri in modo consapevole;
> Non avere paura del rifiuto degli altri,
> Maggiore tranquillità nell’esprimere emozioni e pensieri.
Il tutto si può riassumere nella capacità di poter esprimersi liberamente senza dipendere dall’approvazione altrui perché si già accettato tutto di sé.
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Essere autentici: una via al cambiamento
Una seconda conseguenza dell’essere autentici sembrerebbe un controsenso; l’autenticità è la via in discesa verso il cambiamento. Spesso viene avvertito un desiderio di essere differenti, di cambiare qualcosa sia in termini materiali, sia in termini caratteriali o di vissuto, ma per qualche motivo non ci si riesce. Individuare il punto di partenza è un elemento fondamentale: per costruire un percorso di cambiamento occorre un punto d’arrivo, ma anche sapere da dove si parte.
L’autenticità si inserisce in un questo percorso come risorsa importante; per cambiare è fondamentale:
- accettare i punti oscuri, cioè cosa realmente si vuole modificare,
- stabilire dei cambiamenti realistici,
- verificare le risorse a disposizione.
Un individuo che voglia essere più bendisposto al lavoro e cambiare la qualità dei rapporti con i colleghi non potrà mai cambiare se parte dal presupposto che ce l’hanno tutti con lui in quanto si tratta di un pensiero potenzialmente irrazionale, che non mette in luce nessun cambiamento che possa essere operato dal soggetto (la responsabilità è tutta altrui) e impedisce di focalizzare l’attenzione sulle proprie risorse.
Essere autentici è un atteggiamento vincente? È un percorso che dura tutta la vita, molto duro, ma che rende liberi dagli altri e più consapevoli dell’immagine positiva e/o negativa che si possa suscitare, con la tranquillità di sapere che non si può piacere a tutti.
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