L'archetipo della Piramide ed il sistema piramidale
Concentrerò la mia attenzione sulla forza dell'archetipo della piramide in ognuno di noi, dell'effetto che ha all'interno dell'organizzazione sociale nella quale viviamo nonché di un processo di recupero di una più ampia libertà. I simboli e gli archetipi possono avere una multipla funzionalità e chiave di lettura ed anticipo che anche in questo mio lavoro ne esploreremo alcuni
L'archetipo della Piramide: una bella prigione rimane sempre una prigione
Una delle immagini più affascinanti che in ognuno di noi risiede con chiarezza. In questo scritto non mi riferirò alle proprietà presunte e reali della forma geometrica e degli innumerevoli studi archeologici, tradizionali e di frontiera, sulle tante piramidi edificate nel mondo. Concentrerò la mia attenzione sulla forza dell'archetipo della piramide in ognuno di noi, dell'effetto che ha all'interno dell'organizzazione sociale nella quale viviamo nonché di un processo di recupero di una più ampia libertà. I simboli e gli archetipi possono avere una multipla funzionalità e chiave di lettura ed anticipo che anche in questo mio lavoro ne esploreremo alcuni. L'obiettivo, come per i precedenti articoli, è accompagnarvi in una crescita personale e nella riscrittura dei vostri personali codici di riferimento che possono rivelarsi inquinati da significati limitanti.
La piramide sociale
La piramide è associabile alla simbologia e caratteristiche del monte. Rispetto al monte ha gli attributi dell'artificialità e della regolarità nello sviluppo. Il monte può richiamare l'ascesa dello stesso, la sua scalata, ed il raggiungimento della vetta. Durante il processo di ascesa e sulla vetta accade qualcosa che cambia il punto di vista di chi compie questo spostamento. Il termine ascendere e la forza delle ascensioni (scalate) in montagna hanno la medesima fonte che è un fraintendimento spaziale di ciò che non ha spazio: la simbologia della montagna offre un rimando diretto al movimento di avvicinamento al Cielo. In una visione dell'universo nel quale la Terra è lo stato nel quale vivono gli esseri umani ed il Cielo diviene la dimora degli dei, il monte (l'Olimpo ed il monte sul quale salì Mosè, per ricordare alcuni molto presenti nelle nostre coordinate culturali) è il punto di contatto tra Cielo e Terra.
L'ascesa sul monte e quindi sinonimo di ricerca e contatto con il divino dal quale l'uomo ne ridiscende trasformato. Nella separazione tra umanità e divinità, grande errore concettuale, e nel posizionare il divino in alto e l'umano in basso, il monte richiama conseguentemente il potenziale del contatto tra Padre e Figlio. Alto/Basso, Padre Celeste/Figli Terrestri sino a giungere al rapporto padre biologico/figlio possono essere collegati anche ad Autorità/Obbedienza. Ho già descritto un altro archetipo molto importante che è quello dell'obbedienza di Abramo ed un altro particolare del racconto biblico, come in altri racconti in essa contenuti ma anche di altre tradizioni, è del “punto di contatto” tra uomo e divino sulla vetta di un monte. Considerare ora la piramide affiancandola al monte diventa interessante poiché la vetta, della piramide, appare la sede di qualche potere ulteriore e qualità diverse da quelle presenti alla base.
Anche la punta della piramide di Giza sembrerebbe essere stata definita in maniera diversa dal resto della struttura. Il simbolo, inoltre, presente sulla moneta americana riproduce una piramide in mattoni che è sormontata da una vetta diversa e distaccata, proprio ad enfatizzarne la diversità di una spazio superiore: questo simbolo è antecedente all'uso che se n'è fatto sulla moneta e rappresenta vari significati che possono prende colorazioni più o meno chiare a seconda dei propri riferimenti culturali, facendo però permanere per tutti il senso della separazione e della prevalenza di qualcosa sul resto. Quando si parla di struttura piramidale a livello visivo è chiaro quanto la base sia di sostegno ai livelli man mano superiori, sino a giungere alla punta.
Unendo però questo aspetto al fatto che la vetta individuerebbe la “sede del contatto con il divino” od addirittura “il divino stesso”, il simbolo della piramide e l'attributo di piramidale si è legato a quelle organizzazioni sociali che vedono un preciso funzionamento gerarchico, tra coloro che sono alla base e coloro che sono nella vetta. Il sistema piramidale prevede che le indicazioni di comando provengono dalla sommità e si trasferiscono solo in fase discendente. Ciò è una visione parziale poiché nulla direbbe, per la semplice forma geometrica, che ciò debba avvenire solo con flusso vetta-base. Vi è però la fusione con il concetto di monte che, per l'attributo di luogo di contatto con il divino, produce questa deviazione affinchè in una struttura piramidale il flusso di comando-gestione venga percepito attuabile solo dall'alto verso il basso, come si muoverebbe una ipotetica discesa di acqua, che venisse versata dalla sommità.
Osserviamo quindi il sistema piramidale, con la chiara trasmissione vertice-base, in ogni struttura sociale presente ed enfatizzata soprattutto all'interno dei sistemi economici e religiosi a noi ben conosciuti. Difatti il sistema piramidale è connesso al sistema di religione che ha individuato il divino quale entità distaccata dalle sue creature che, per trasmissione, attraverso suoi rappresentanti tra di loro organizzati in rigide gerarchie, produce una organizzazione globale dei popoli in gerarchia. Con l'avvento di altre tipologie di organizzazione sociale diverse da quelle teocratiche, la piramide è rimasta come schema di riferimento pur distaccata da un chiaro riferimento al potere divino. Approfondire quante piramidi siano presenti nella nostra società qui potrebbe essere superfluo ma vi invito, invece, ad osservare attorno a voi tutti i gruppi sociali che conoscete ed iniziare ad osservare in quanti di essi vi sia una organizzazione riferibile a quella descritta: l'elemento comune è la centralità di una persona od un piccolo gruppo che si differenzia rispetto agli altri.
La piramide ed il sistema piramidale, però, si può reggere solo se i singoli elementi che la compongono mantengono il loro posto. Per come si intende il sistema piramidale gerarchico, al suo interno è possibile il movimento “verso l'alto” ma solo a determinate regole, che sono imposte dal vertice. Questi due elementi evidenziano come tutto il sistema possa perdere forza se chi lo compone non si adatta alle regole e fuoriesce dal sistema stesso. Nei gruppi sociali vediamo diversissime piramidi nei vari campi, che si coordinano tra loro in base a precisi sistemi di riferimento che, nella nostra società, è ben rappresentato dal potere economico.
Il sistema piramidale è una realtà, però, solo perchè è ampiamente accettato dai singoli nelle sue regole di funzionamento. Essi accettano tale modo di concepire il sociale sia per un condizionamento molto forte alla sua necessità ma anche per un indubbio vantaggio personale, apparente, nella partecipazione ad esso. Il condizionamento può essere individuato in un sistema educativo-familiare che sin da giovani abitua a tale modalità, che poi viene enfatizzato nel sistema scolastico e poi economico. Però il sistema di controllo è talmente efficiente nel raggiungimento di alcuni obiettivi di gruppo che è universalmente diffuso. In effetti la strutturazione in una rigida catena di comando piramidale, permette una mobilitazione coordinata di vari elementi del gruppo, ottenendo una amplificazione della forza collettiva risultante. Ma deve essere così? Non vi sono alternative?
Ho cercato di descrivere il flusso di comando che dall'alto (élite) giunge alla base, collegandolo al concetto del “volere divino” che scendendo dal cielo giunge sulla terra. Per far si che si possa sbloccare una prima parte della forza e dissolvere una prima dimensione della convinzione che individualmente regge il sistema, dobbiamo contestare questa necessità. Il divino non risiede in cielo: siete d'accordo? L'alto è equivalente al basso: come sentite questa affermazione? La base sostiene la vetta che è al servizio della base: è possibile per voi? Queste sono domande che vi fanno riflettere su alcune visioni distorte che creano una realtà erronea e vi impongono di accettare un funzionamento che, però, è una semplice convenzione sociale. Se il divino non risiede in terra, ma ovunque e dentro ognuno di noi; se l'alto equivale al basso creando, quindi, una interazione in diverse direzioni che sia libera da regole definite; se la funzione di sostegno e servizio non è solo ad una direzione ma interdipendente; la piramide non esiste più.
La dissoluzione della piramide
La deformazione di pensiero, che si è acquisita come fondamento alle organizzazioni sociali, è proprio la necessaria esistenza di queste strutture, palesi od occulte, nel quale in vario modo si crea una differenziazione di potere di comando tra persone che sono, in realtà, di eguale dignità. Possiamo dire che in determinate situazioni questo meccanismo ha prodotto una capacità di risposta a problematiche comuni che può essere stata percepita importante. Il problema, se vogliamo intenderlo così, è che i singoli che hanno iniziato a rivestire un ruolo di potere sono divenuti “residenti abituali” di quel tipo di servizio che è divenuto uso. Probabilmente in società semplici la forza fisica ha potuto produrre delle differenziazioni basate sulla violenza. Attualmente ciò si può affermare soprattutto sulla forza della conoscenza acquisita o dei legami di complicità-alleanza. Questa creazione di ruoli, però, che sono abbinati ad un tendenza al mantenimento statico di certe funzioni, ha portato nel tempo tutta una serie di squilibri evidenti. Uno dei motivi perchè si crei questo, è la percezione della propria individualità in maniera distorta che porta a percepire gli altri come “di minor valore”.
Chi si posiziona ad altezze superiori si sente, per un motivo ancestrale quale quello del contatto divino seppur non consapevolizzato, autorizzato a gestire gli altri che sono in una posizione ritenuta inferiore. Si ritiene, inoltre, che si sia tenuti ad accettare ordini ed indicazioni solo da coloro che sono percepiti "al di sopra". Sto mostrando i collegamenti di cui parlavamo prima ma la cosa fondamentale rimane l'accettazione di questa modalità da parte degli appartenenti al sistema. Si vive questa illusione della necessità di questa organizzazione che spinge coloro che vi si trovano alla “corsa verso la vetta” e la competitività volta ad eliminare possibili competitori. Ma se la piramide ed il sistema piramidale sono illusione, perchè continuiamo a proporla?
Alcuni di voi potrebbero affermare di essere usciti dalla piramide, nel senso che non hanno partecipato alla competizione ma, senza la creazione di un sistema diverso ed alternativo, è possibile che siate rimasti isolati e ben poco preoccupanti per il sistema. I cosiddetti “ribelli” quando sono separati dal sistema e si muovono in un ambito di prevedibilità e capacità di gestione, che il sistema ha, non sono minacciosi e semmai sono funzionali al sistema stesso. Questo lo vedete se considerate che gli appartenenti alle fasce sociali, se si vedono aggrediti, stringono “le fila” in una difesa comune.
Ecco una funzione importante dell'organizzazione sociale: la presunta difesa dei suoi appartenenti. Quindi i ribelli vengono definiti pericolosi per la società così da usarli per rinforzare il controllo. Il fatto è che attraverso la struttura piramidale, il prezzo pagato per questa protezione è ben più alto dei vantaggi ricevuti. Si accetta di rinunciare ad una parte della propria libertà in cambio di una sicurezza spesso apparente. I ribelli, come anche i soggetti fuori sistema, sono utilissimi (ed utilizzati) a creare questa necessità del gruppo sociale e legittimare la perdita di libertà personale in cambio di “notti tranquille”. Pensateci: è davvero necessario, per la propria sicurezza, organizzare un sistema gerarchico? Il pericolo, inoltre, è sempre reale o solo potenziale ed illusorio?
Gli elementi di vantaggio, percepito, di questa organizzazione sono :
-
la necessità di tale sistema sociale poiché espressione della natura umana e dello stato di cose per il quale il divino procede dall'alto in basso
-
la sicurezza che esso garantisce ai suoi appartenenti.
La piramide però può essere dissolta se sgomberiamo il nostro mondo interiore di questi fraintendimenti e queste apparenti necessità.
Dalla piramide al sistema interconnesso
Se la piramide è una convenzione sociale dovremmo poter capire quale sia il sistema originario dalla quale essa emerge. Se pensiamo ad ogni individuo quale espressione di una personale creatività e forza, in base alla tipologia di mezzi di comunicazione e trasporto presenti nella realtà, queste individualità possono entrare in contatto tra loro in maniera più o meno agevole. L'esempio visivo di un sistema interconnesso tra tutte le parti è simile a quello che crea una rete neuronale nel nostro cervello. Se immaginiamo che ognuno di noi è un centro di consapevolezza, che ha i medesimi attributi di base, medesima dignità seppur con differenti espressioni di interesse e doti pratiche, potremmo immaginarci anche come terminali di una rete di interconnessione simile ad internet. Tutte le persone possono collegarsi a tutte le altre e condividere le informazioni. Il sistema non solo condivide informazioni ma genera azioni da parte dei singoli, che modificano la realtà fisica esterna.
Se tutti si riconoscessero di pari dignità ed interagissero con la cooperazione, potrebbe crearsi qualsiasi effetto voluto che, se anche portasse a qualche errore di decisione, potrebbe essere di apprendimento per tutti e miglioramento del sistema stesso. Il comando, quindi, non sarebbe espressione di un gruppo ristretto che diffonde verso la base ma, piuttosto, una emersione di volontà dall'intero gruppo, in una maniera che offrirebbe una maggiore dinamicità. Ciò potrebbe essere agevolato da una informazione condivisa ed a rapido aggiornamento.
Ora passiamo ad una immagine bidimensionale che vuole semplificare l'interconnessione che esiste nella prima immagine. Come facciamo a passare da un sistema del genere alla piramide? Per fare di nuovo un richiamo ad internet, se i computer che compongono la rete fossero programmati per far riferimento ad un certo modello di computer "alfa", si creerebbero dei centri di controllo in questi computer che potrebbero gestire i flussi che passano in essi e che provengono dagli altri. Metaforicamente, immaginate che dalla rete del ragno alcuni nodi vengano tirati verso una certa direzione che, rispetto al piano creato dalla ragnatela, sia perpendicolare. Dal piano emergono quindi dei nodi che si alzano grazie alla credenza/programmazione che diffusa negli altri, crea questo ruolo privilegiato "alfa". Successivamente è pensabile che tra questi nodi che si sono innalzati si crei una rete dedicata di comunicazione. Ecco che avrete due piani di ragnatela uniti ma con una differenziazione di canali di comunicazione. Attraverso il canale dedicato passano informazioni riservate e risorse speciali.
Ripetete i passaggi più volte ed accadrà che vedrete apparire tanti piani, in questa ragnatela, che prenderanno la forma della piramide. Altro esempio visivo, mantenendo la prima figura della rete neuronale, è immaginare che alcuni nodi si colorino di un certo attributo ed iniziassero a creare una rete dedicata interna, nella quale vengono prese alcune decisioni e passate determinate risorse mentre, nella rete collettiva, si farebbe passare agli altri una informazione di qualità scadente e manipolata, oltre che risorse scadenti. Qui potrebbero esserci reti dedicate di sempre maggiore selezione interna e non visibilità agli altri. Quindi la piramide non sarebbe visiva ma la struttura piramidale funzionerebbe in base a codici riservati di comunicazione e canali specifici di interazione. Pensate che esistano nella nostra società? Perchè? La piramide, però, è nata dalla rete interconnessa e nella rete può tornare a dissolversi se si eliminano in ognuno dei nodi e dei computer, la programmazione. Teoria questa che nella nostra realtà sociale risulta realizzabile attraverso un cambio di mentalità di ognuno: ritengo che non sia manifestabile come collettivo in breve tempo ma fattibile nell'arco di generazioni, che crescano in una sempre maggiore presa di coscienza di sé stessi, della propria responsabilità e del proprio potere. E' però immediatamente fattibile la vostra personale liberazione.
Per ora abbiamo un sistema di comunicazione, internet, che inizia a manifestare alcuni attributi di questa consapevolezza nuova e serve quale laboratorio di evoluzione della coscienza. Attraverso la condivisione di informazioni stiamo addestrandoci, ognuno di noi, in un nuovo modo di ricerca e di evoluzione consapevole che permette un superamento del falso riconoscersi in un ruolo piramidale. Al momento le strutture piramidali sono ancora ben presenti seppur attraversate da un malcontento diffuso per diversissimi fattori. I vertici possono perdere sempre più spazi di influenza e la struttura frantumarsi, entrare in lotta e dissolversi con velocità sempre crescente. Soprattutto il fascino della presunta sicurezza e quieto vivere non è più raggiungibile come in precedenza. Il grande lavoro, però, viene compiuto in ognuno di noi che ora può scegliere varie fonti informative. I canali classici, quindi, vengono affiancati da canali alternativi. L'evoluzione è la dissoluzione della piramide nella rete interconnessa di individui coscienti di sé.
Riscrivere l'archetipo
Possiamo svuotare l'archetipo della sua influenza se integriamo nella nostra visuale nuovi punti di vista della realtà sociale e ci liberiamo da illusioni che riteniamo quasi fondamentali. Sappiate che il sistema si regge non solo grazie alla manipolazione ipnotica e culturale ma soprattutto perchè ognuno di noi ha il suo piccolo vantaggio egoistico nel mantenere lo status quo. Il problema ulteriore, poi, è che questo vantaggio è solo una percezione e nemmeno concreto. Si tratta di operare un profondo esame e revisione della propria concezione dell'interazione sociale. Per poter transitare ad un nuovo stato di coscienza che porti ad un nuovo modo di rapportarsi, in questa fase è opportuno ribaltare il concetto e rivederne profondamente la sua reale utilità per ognuno di noi. Se siete delle persone che non avete mai esercitato un ruolo di comando non significa che in voi non sia attivo questo sistema: come intendete la famiglia ed il rapporto di coppia? Sopratutto, come vivete questi micro-gruppi sociali? Come pensate sia giusto educare i figli? Pensateci perchè lì potrete vedere i segni della forza dell'imprinting dentro di voi.
Mentre preparavo questo articolo mi sono reso conto che creare delle linee guida molto generali è praticamente difficilissimo poiché il sistema piramidale-gerarchico è un inquinante che ha pervaso tutti i nostri ambiti di manifestazione ed espressione. Osservo, come detto altre volte, che anche coloro che affermano di voler creare un sistema nuovo poi cadono, purtroppo, nella creazione della medesima funzione cambiando solo alcuni particolari che acquietano, semmai, alcune istanze urgenti. Un nucleo che però posso indicarvi, sul quale lavorare e che può incidere su altre ampie “regioni di consapevolezza” riguarda la fiducia in sé e la liberta responsabile.
La libertà viene ceduta volentieri perchè essere capaci di usare le proprie facoltà, significa anche valutare, bilanciare ed essere consapevoli della responsabilità che quanto si compie genera.La libertà vera non è una via facile nel senso che, esprimersi pienamente, è direttamente connesso ad una coscienza di sé e di quanto si esprime. Si preferisce delegare per soddisfare esigenze meno impegnative ma che, alla lunga, ci uccidono. La persona libera non è prevedibile e non ha una vita di routine: maggiore è la ripetizione che voi osservate nella vostra vita e maggiore è il grado di intossicazione ed imprigionamento nel sistema gerarchico. La fiducia in sé e credere a ciò che si è, risulta un miraggio irraggiungibile per molti. Attanagliati da paure, rimorsi, sensi di colpa, ricordi limitanti ed insegnamenti condizionanti risulta difficile avere fiducia in sé ed in ciò che si sente. La fiducia in sé non è costruita con ipnosi mentale, che crea sempre delle gerarchie ed un sistema mentale gerarchico ancora più forte del precedente. La fiducia in sé può emergere come prodotto della conoscenza di sé e della sperimentazione di sé: un processo che richiede un aumento sempre maggiore della propria libertà personale, interiore ed esteriore. Le due cose sono connesse, parte di un Unico ma possiamo osservarlo anche: nel processo individuale libertà interiore alimenta la fiducia in sè; la fiducia in sé alimenta la libertà interiore; nell' interazione esterna libertà interiore crea azione esteriore libera; l'azione esteriore libera crea fiducia in sé.
Creare movimento interiore crea movimento esteriore e dissoluzione delle strutture
La rigidità è una tendenza che molti di noi possono accogliere. La stessa vita sembra divenire più rigida man mano che procediamo avanti nella nostra esprerienza. Si invecchia, il corpo perde elasticità e giungiamo al fermo finale. Tutto questo è una illusione che possiamo dissolvere se lo vogliamo davvero. Ognuno di noi può creare una sempre più grande libertà e liberazione: non abbiamo bisogno di chiuderci in strutture perchè esse saranno la nostra tomba, metaforica e materiale. La piramide quindi va vista come un sistema in dissoluzione e, come avrete notato, ho scelto per questo articolo le immagini delle piramidi di Giza. Esse mantengono un ricordo ma offrono anche un insegnamento: nessuna struttura è eterna, anche la più maestosa. Sono riemerse dalla sabbia per portarci un insegnamento che va oltre quanto voluto, chissà, da chi le aveva concepite o forse noi non avevamo mai osservato cosa sta accadendo da un punto di vista nuovo.
Innanzitutto le piramidi si stanno sgretolando: perdono parti e la loro originaria figura unica viene modificata dal tempo. Visivamente questo ci fa capire che il sistema non sa rigenerarsi, se non vi entrano forze nuove che si adeguano ad esso. Inoltre e forse la cosa più importante, ogni volta che i turisti vanno a Giza cosa desiderano fare: entrare nella piramide. Se eliminate il significato di importanza collegato ad alto/basso, dove il vertice è più importante della base ora possiamo passare all'esterno/interno. La parte più significativa della piramide è il suo cuore: le camere. Esse ci stanno insegnando che non è la punta la cosa principale, seppur possa essere la più evidente, ma bensì il nucleo. Ecco perchè il movimento nel vostro nucleo dissolverà le strutture. Pensando alla piramide, pensate alla camera al suo interno: è lì che l'alchimia avviene.
Sia che voi siate legati alla interpretazione classica dove nella camera del Re vi sarebbe stata la tomba del faraone o che accogliate la funzionalità trasformativa della piramide quale strumento di evoluzione, la parte più importante era il centro. Similmente siamo noi dove nel nostro spazio interiore possiamo trovare il modo di trascendere il limite. Il luogo di riposo del faraone, per come possiamo intenderlo, era invece il luogo della sua trasformazione e liberazione: pensateci. Quindi ora si osserva che la piramide si sta sgretolando, socialmente, e sta emergendo un altro nuovo paradigma che prenderà il posto di quello che ci ha accompagnato per molto tempo. Il sistema piramidale è emerso come espressione di un atteggiamento condiviso che, come una valanga, è stato inarrestabile. La valanga però ha terminato la sua corsa e mostra la non capacità di andare oltre. Sta emergendo, quindi, un altro modo che richiama ognuno di noi a riscoprire sé stesso.
L'archetipo della piramide e del sistema piramidale connesso ci ha accompagnato nel tempo nuovamente come espressione di un fraintendimento e di una separazione dalla nostra vera natura. Pensavamo che in alto ci fosse il cielo, mentre invece il Cielo è dentro di noi. Pensavamo che in alto ci fosse potere, mentre invece il Potere è in noi. Pensavamo che la nobiltà fosse nell'èlite, mentre invece la nobiltà è patrimonio individuale. Ecco che l'alto ed il basso perdono senso, vertice e base si dissolvono nella interconnessione a più dimensioni, ove ogni parte accede a tutto il sistema condiviso. Ecco che ci si libera dai lacci di una ipnotica sonnolenza per riprendere sé stessi. Si manifesta una maggiore libertà ed maggiore fiducia in sé. Si impara a gestire una maggiore responsabilità. Ed il collettivo? Quando cambierà definitivamente il sociale? Iniziate da voi stessi, perchè se riscrivete il vostro codice interiore esso si diffonderà e creerà in maniera imprevedibile.
Amate voi stessi e non il potere gerarchico;
amate la libertà e non la comodità ipnotica;
amate la vita e non una fredda tomba
seppur questa sia ornata d'oro.
Luca Ferretti