Le app per l'apprendimento dei bambini: imparare divertendosi
Quanto può essere utile una app? Le nuove tecnologie a favore dell'apprendimento usano molto il divertimento per insegnare ai bambini, ma quanto riescono nell'intento? Quanto aiutano in caso di problematicità?
Le app forse nascono con un intento prettamente ludico, ma oggi ce ne sono davvero per tutti i gusti e tutti gli usi, anche i più seri.
Parlando di bambini, sono state create e pensate molte applicazioni che aiutano nell'apprendimento di scrittura, lettura e tanto altro. Quali sono i benefici? Ogni giorno si riflette sui pericoli di un uso smodato delle Nuove Tecnologie (NT), allora cosa pensare quando aiutano ad imparare divertendosi?
NT e apprendimento: pro e contro
Non credo sia giusto eliminare le tecnologie dalla vita dei bambini, ma occorre una riflessione seria su come utilizzarle anche nel campo dell'apprendimento perché "non è tutto oro quello che luccica".
Gli esperti spesso sottolineano l'esigenza di coniugare i diversi modelli formativi perché, se è vero che le NT come le applicazioni possono utilizzare divertimento e appeal per coinvolgere i bambini, non coprono tutte le esigenze formative.
Tra i punti a favore troviamo:
- l'uso del codice visivo, le immagini oggi sono diventate un importante veicolo formativo al pari della scrittura, soprattutto se progettate con un obiettivo
- la creazioni di reti (meglio con l'avanzare dell'età) e spazi di collaborazione per ragionare sul materiale proposto in classe.
Quali i punti a sfavore? Non citerei per prima l'eventualità di stare attaccati allo schermo tutto i tempo, anche perchè l'atteggiamento da topo da biblioteca (un ragazzo/bambino che non stacca il naso dai libri per un pò di vita sociale) non lo ritengo più salubre. Una ricerca statunitense condotta presso Cohen Children’s Medical Center di New York da Ruth Milanaik invece sottolinea che l'uso di strumenti tecnologici dagli 0 ai 3 anni può essere un ostacolo. Dalla ricerca emerge che i bambini che usano prima dei tre anni app educative non mostrano particolari benefici rispetto a chi non li usa e coloro che invece giocano con app non educative mostrano un significativo ritardo nel linguaggio. Le conclusioni della ricerca sono, a mio parere, molto sagge. Non c'è demonizzazione o glorificazione, ma un richiamo al ruolo educativo dei genitori che non può mai essere sostituito.
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Le app per l'autismo e i disturbi dell'apprendimento
Un campo in cui le app per l'apprendimento conseguono buoni risultati sono quelle per bambini problematici.
Vediamo due casi: autismo e disturbi dell'apprendimento. Nel primo caso si segnala lo sforzo di un sito francese che raccoglie le app utili per bambini autistici, già testate da genitori e classificati sulla base dell'abilità messa alla prova. Il plus deriva proprio dal coinvolgimento attivo delle famiglie che, aldilà delle buone intenzioni dei programmatori, possono valutare accuratamente la loro efficacia.
Nel caso dei disturbi dell'apprendimento i device mobili hanno mostrato la loro efficacia soprattutto se integrati all'interno del lavoro in aula, potenziando il lavoro degli insegnanti. Il tablet sembra essere lo strumento più utile sia per le opportunità che offre, sia per la sua natura "positiva" che non etichetta negativamente lo studente che lo usa. Anche in questo caso c'è un sito in aiuto: una psicologa esperta in disturbi dell'apprendimento ha progettato alcune app molto usate anche dagli insegnanti.
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