Verso un’ecologia della mente: l’opera di Bateson
Gregory Bateson in uno suoi testi più famosi cerca di delineare un concetto rivoluzionario: l’ecologia della mente. "Verso un’ecologia della mente" raccoglie buona parte della sua produzione nel tentativo di ricostruire una visione olistica dei processi mentali e del substrato materiale che entro cui si mantengono in vita
Verso l’ecologia della mente è uno dei testi più famosi di Gregory Bateson, famoso psicologo, che ha affascinato esperti e non esperti. In questo volume Bateson tenta di dare un’immagine olistica ed ecologica dell’individuo e del suo funzionamento mentale, descrivendo un ponte che collega il comportamento alla natura. I riferimenti sono diversi si va dall’antropologia, alla biologia e si arriva anche alla psichiatria perché una descrizione della mente ecologica necessita anche di dare una spiegazione dei ‘malfunzionamenti’ della stessa.
Verso un’ecologia della mente
Il testo racchiude gran parte della produzione dell’autore e, data la sua visione olistica del rapporto tra organismo e ambiente, è uno spunto di riflessione per gli studiosi di genetica, fisica, biologia, psicologia, ecc. Il volume è composto di sei parti molto diverse tra di loro, ma che pur presentano una logica di fondo comune, come dovrebbe essere una mente ecologica. Bateson inizia con una definizione dei metaloghi: conversazioni su argomenti problematici, introdotte da domande pungenti a cui l’autore cerca di dare una risposta. Seguono una serie di saggi sulla struttura delle organizzazioni umane e delle relazioni che intercorrono tra di loro. Nella terza parte vengono affrontate le malattie psichiatriche. Viene introdotta con forza un’interpretazione depatologizzante delle stesse che sono dei comportamenti comprensibili se li consideriamo tentativi di adattamento al sistema. La quarta e la quinta parte sono più vicine alle genetica e all’epistemologia. Bateson conclude con degli esempi di come situazioni di partenza difficili possono evolvere in situazioni di grave disagio, delineando delle traiettorie.
L’ecologia della mente si basa sul rapporto con l’ambiente
Alla base del pensiero di Bateson sull'ecologia della mente, c’è la convinzione che non si può parlare di una specie o di un singolo individuo in modo astratto. Per comprenderne il funzionamento occorre considerare l’organismo inserito nel suo ambiente. L’armonia di questo rapporto è fondamentale sopravvivere e per vivere bene. Anche quando si studia la mente non è opportuno smembrarla in funzioni separate, ma la si comprende solo quando ne comprendiamo l’organizzazione che ricalca le relazioni tra le parti dei sistemi naturali e dell’equilibrio che la natura è riuscita a creare tra loro. Questa mente ecologica fu un’immagine innovativa perché riusciva a spiegare come la mente e la sua ‘immaterialità’ si legasse al substrato materiale che la mantiene in vita senza ridurla ad essa.
Il ruolo della coscienza della mente ecologica
La visione olistica che è alla base dell’ecologia della mente è il tentativo di integrare funzioni mentali molto diverse tra di loro (apprendimento, memoria, linguaggio, ecc.) che però hanno in comune l’organizzazione e il loro funzionamento. In questo percorso Bateson si imbatte nella coscienza, termine che stato coniato per separare le funzioni intellettuali da quelle che in antichità si credevano dominate dal cuore. La coscienza viene introdotta per distinguere ciò che ha natura ordinata e razionale e non ha a che fare con il disordinato e il passionale. Questo genere di dualismo è proprio l’ostacolo alla visione ecologica della mente.
Fonte immagine: vicci