Le coincidenze e il principio di sincronicità di Jung
Carl Gustav Jung introdusse il concetto di sincronicità, studiato e discusso insieme la fisico Wolfgang Pauli, alludendo a possibili coincidenze significative esperite tra accadimenti psichici e fatti reali. Esistono forse universi paralleli o sosia che da un’altra parte stanno vivendo la nostra stessa vita? Al di là di queste suggestive ipotesi una coincidenza significativa esiste certo fra fatti e vissuti poiché ciò che accade è sempre filtrato delle nostre personali attribuzioni di significato.
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Il concetto di sincronicità di Jung, a differenza della causalità lineare che collega due avvenimenti che si succedono in tempi diversi, si riferisce a due avvenimenti esperiti dal soggetto nello stesso tempo ma in luoghi diversi, nel senso di un’associazione percepita fra il contemporaneo manifestarsi di un avvenimento interiore e di un fatto reale.
Coincidenze e principio di sincronicità: universi paralleli?
Il concetto di sincronicità ha goduto di molta fortuna in astrologia, esoterismo e tutte quelle correnti che studiano il prodursi di coincidenze significative, avvenimenti contemporanei apparentemente inspiegabili che si vorrebbe far risalire alla possibile esistenza di universi paralleli o di sosia “anagrafici”, persone cioè nate nella stessa ora e nello stesso girono le cui vite si svolgerebbero secondo vicende assolutamente sincroniche pur essendo lontane fra loro…
Coincidenze e principio di sincronicità: il tempo soggettivo
A parte il fascino e l’impossibilità di discutere il fondamento scientifico di queste teorie, il concetto di sincronicità di Jung richiama due questioni psicologicamente rilevanti.
La prima è quella del tempo soggettivo come nostra modalità di esperire gli avvenimenti non solo in base alle categorie logico-razionali della coscienza, secondo coordinate spazio-temporali e nessi causali, ma anche secondo le leggi dell’inconscio, come avviene nei sogni o nei lapsus dove spazio e tempo si annullano e con essi il principio di non contraddizione rimandando ad un altrettanto importante modalità di funzionamento della mente umana secondo modalità simboliche, affettive e non razionali.
Coincidenze e principio di sincronicità: fatti e vissuti
In secondo luogo, il rifiuto della logica lineare di causa-effetto è comune ai moderni paradigmi costruttivisti diffusi oggi in campo epistemologico: gli accadimenti non sono oggettivi e univocamente “dati” ma sempre frutto delle lenti con cui guardiamo la realtà. Il nesso fra un nostro stato interiore e un fatto reale, il significato “extrasensoriale” che possiamo attribuire ad un avvenimento, pur se non proveniente da un universo parallelo, è comunque frutto dei significati che soggettivamente e inconsapevolmente gli attribuiamo, della coloritura emotiva con cui lo viviamo, in un mondo dove mente e corpo sono solo artificiosamente separate (Luigi Solano, Tra Corpo e mente, 2001) e mai potremo individuare una cesura netta fra fatti e vissuti poiché non esiste una posizione neutrale dell’osservatore rispetto all’oggetto osservato ma solo “sistemi osservanti” (Umberta Telfener, Apprendere i contesti, 2011) là dove l’osservatore è irrinunciabilmente parte del contesto osservato e contribuisce a definirlo.
Un avvenimento e i suoi possibili nessi con altri accadimenti non ha mai una coloritura “neutra”, ma è sempre “vissuto” soggettivamente secondo un nostro personale sistema di significati, ciò che ingenuamente potremmo pensare di individuare come “fatto” risente inevitabilmente dei nostri “vissuti”, ciò che ci accade, in ultima analisi,racconta inevitabilmente qualcosa di noi stessi che lo stiamo vivendo.
Fonte immagine: tommy_pariah