Gioco d’azzardo e crisi economica: rischiare per cosa?
Se c’è un settore che sembra non conoscere crisi è proprio quello del gioco d’azzardo, anzi, varie fonti evidenziano come vi sia una correlazione addirittura inversa fra situazione socioeconomica e crescita del settore, in altre parole, il gioco d’azzardo funzionerebbe come una sorta di “termometro” della crisi economica e finanziaria di un paese: ad un aumento della crisi economica, reale o percepita, corrisponderebbe di fatto, accanto ad un decremento dei consumi, un aumento del denaro speso per giocare.
Quella fra gioco d’azzardo e crisi economica è una correlazione apparentemente paradossale che tuttavia trova le sue logiche nelle modalità altrettanto contraddittorie con le quali è vissuta la crisi e la gestione del denaro da parte delle persone da un lato, e regolamentato e pubblicizzato il gioco d’azzardo da parte dello Stato stesso dall’altro.
Gioco d’azzardo e crisi: nuove dipendenze
Oggi rispetto al passato sono cambiate le motivazioni, la tipologie e le opportunità del gioco d’azzardo: tutti possono giocare, anche da soli e con facilità, vanno per la maggiore giochi dalla vincita immediata (gratta e vinci, slot macchine, videopoker, bingo) e giochi online in cui si è nel completo anonimato e la carta di credito limita la consapevolezza del denaro perso.
E’ soprattutto in tempi di crisi economica che prende piede l’illusione di poter vincere “facile” e cambiare vita col gioco d’azzardo, un settore che lo Stato stesso invece di limitare e regolamentare ha contribuito a promuovere su larga scala (“gioca senza esagerare” alla fine di uno spot può solo mettere a posto le coscienze …). Intanto aumenta il numero di coloro che sviluppano dipendenze patologiche dal gioco d’azzardo e la così detta gambling addiction rischia oggi di diventare un’emergenza sociale anche fra giovani e giovanissimi.
Gioco d’azzardo e crisi: i giovanissimi
Nonostante il divieto di giocare per i minorenni il gioco d’azzardo è diffuso anche fra giovani e adolescenti. Non sono pochi i ragazzi che hanno la possibilità si spendere discrete somme di denaro senza alcun controllo dei genitori, che non conoscono altro modo per distrarsi da problemi familiari o scolastici e passano la maggior parte del proprio tempo da soli o connessi al pc, che non hanno altri hobby né occasione o motivazione per impegnarsi in attività che comportino aver cura e responsabilità di altri animali o persone (Patrizia Patrizi e Anna Bussu, 2005).
Gioco d’azzardo e crisi: scommettere su futuro
Ma perché gioco d’azzardo e crisi economica sono così connessi? Una delle principali motivazioni a giocare, dopo la vincita di denaro, è proprio quella di “sfidare la sorte”, correre il brivido del rischio per sentirsi vivi, per illudersi di ritrovare quel mondo di opportunità e di scelte che nella realtà ci sarebbe stato negato col risultato paradossale di ritrovarsi peggio di prima: il gioco d’azzardo è fine a sé stesso, è molto più facile perdere che vincere e innesca circoli viziosi da cui i soggetti più a rischio non riescono a uscire.
Se gli stessi soldi venissero investiti per “rischiare” e “scommettere” non sui numeri che usciranno, ma su un proprio progetto di vita anche 1 euro speso a tal fine renderebbe più ricchi: credere e investire su un progetto o un ideale è l’unica risorsa che nessun videopoker potrà regalarci, nessun commerciante potrà venderci, ma che potrà fare la differenza nel cogliere quelle opportunità senz’altro oggi più difficili e meno scontate da individuare, ma comunque possibili.
Fonte immagine: Jeff Kubina