Cos'è la malinconia? Il mal de vivre di ogni secolo
Cos'è la malinconia? Scintilla del genio, possessione demoniaca, effetto di Saturno o substrato del poeta, ha sempre suscitato l'attenzione dell'uomo. Sul cos'è la malinconia hanno indagato uomini di ogni tempo e ancora oggi se ne parla. Ma cos'è la malinconia? Forse una cosa semplice e difficile da accettare: la percezione di una mancanza d'amore
Cos'è la malinconia? Malinconia, melanconia, melancolia. Qualunque nome si usi per evocarla, trova la sua radice in mèlaina cholé: bile nera. Tanti hanno provato a descriverla nei suoi vari travestimenti: poeti, scrittori, artisti, dottori, giovani amanti e umili mortali l'hanno resa protagonista indiscussa di trattati di psichiatria, poesie d'amore, opere d'arte, romanzi struggenti e sussurri del cuore.
Ma cos'è la malinconia? È un alito, un corpo, un umore, uno spirito; è una nera signora che, senza invito, si accompagna alla nostra anima: silenziosa e infaticabile si insinua seducente nelle piccole fessure del cuore e, come una grand noble dame parigina ha un abito per ogni dove. Affascinante. Ma, alla fine, cos'è la malinconia?
Cos'è la malinconia: la malattia malinconica nelle medicine di tutti i tempi
Cos'è la malinconia per Aristotele? È una malattia ma anche un ἦθος, ovvero uno stato che appartiene all'uomo che porta con sé la scintilla del genio. E per Ippocrate cos'è la malinconia?
Nella sua teoria umorale, prima classificazione dei disturbi dell'umore, definiva malinconia un particolare temperamento causato da un eccesso di bile nera nel sangue, che generava un disturbo dell'umore traslabile alla nostra moderna depressione endogena.
In seguito, la psichiatria di tutti i tempi ha da sempre parlato di malinconia mettendola in relazione con diverse psicopatologie: per guarire dalla malinconia si sottoponeva il povero paziente, già malandato di suo, a purghe, salassi, docce fredde, shock e, più in là nel tempo, ad esorcismi e pratiche esoteriche.
Quando questo non bastava e nemmeno le frizioni con olii profumati risvegliavano lo stato umorale del derelitto, si passava alle vere maniere forti: tante botte erano la soluzione, per la serie "o ti passa o te lo faccio passare!". E per il pacifico Seneca cos'è la malinconia? Un po' di respiro: nel De tranquillitate animi, piccoli consigli medici e perle di saggezza venivano stillate per risollevare le sorti dell'uomo malinconico.
Cos'è la malinconia: il morbus animae di papi e papesse
Cos'è la malinconia nel medioevo? L'anno Mille non rese vita facile alla malinconia. Sotto il macigno dell'apocalisse prossima ventura, la paura per le streghe e il demonio che giocava a nascondino dietro l'angolo, i malinconici erano considerati o posseduti dal demone Meridiano, che era solito impossessarsi del malcapitato nel tardo pomeriggio (per capirci, verso l'ora del tè) o immorali recidivi nel perpetrare un peccato mortale, l'accidia, che il nasuto Dante condanna all'eterno pantano dello Stige.
Il morbus animae poteva colpire tutti, clero compreso: riti magici, pozioni, unguenti, diete ed esorcismi si cedevano reciprocamente il passo in cerca di una guarigione per il povero malinconico. Medici, guaritori, preti e vecchie megere dibattevano sul da farsi tra incensi, erbe mediche e puzza di zolfo.
Cos'è la malinconia: la malattia di Saturno
E nel 1600 cos'è la malinconia? Quando il Diavolo ha lo zampino troppo corto e gli esorcismi proprio non volevano funzionare, ad un certo punto della storia ecco che rispunta Saturno che, come nelle più comuni concezioni, quando è contro son cavoli amari. Il saturnino è il nuovo tratto caratteriale del XVII secolo: più triste del depresso, più pazzo di un folle, più sensibile di una giovane donzella, più sfigato tra gli uomini e il più pesante tra i pesantoni.
È in questi anni che Robert Burton, medico, astrologo e filosofo in parti uguali, scrive il suo trattato Anatomia della malinconia.
Cos'è la malinconia: la sensibilità malinconica del poeta e dell'artista
Superata la fine del mondo con qualche indemoniato i meno e qualche santo in più, la malinconia si tinge di rosa e da umor nero diventa struggente stato d'animo del poeta, riflessivo volto del pensatore conoscitore della sofferenza umana, romantico batter di ali del cuore degli amanti straziato dalla lontananza o da un amore impossibile.
Cos'è la malinconia per i romantici? Non più malattia, diventa stato naturale dell'essere umano, che non tutti possono però cogliere e che solo l'uomo dotato di pensiero e sensibilità può sentire e, quindi, patirne la condizione con doloroso, angustiato e, perché no, riflessivo contegno. Insomma, senza il seme della malinconia che logora lo spirito non si può essere un vero artista.
Cos'è la malinconia: arriva Freud
Ma nonostante l'aspetto romantico della malinconia e la convinzione che fosse inseparabile dalla natura umana, gli psichiatri continuarono ad indagare sul "cos'è" la malinconia: quando il mal de vivre, la tristezza del poeta, diventa così forte, allora è patologia clinica. Quando nasce la psicoanalisi non poteva non trattare il tema della malinconia, e così anche Sigmund Freud un bel dì si chiese: "Ma cos'è la malinconia?".
E si rispose anche, tant'è che scrisse un libro, Lutto e melanconia, dove accosta la condizione del lutto alla malinconia perché entrambe hanno lo stesso sottofondo: la perdita. Nel caso del lutto, in senso stretto, cosa si perde è chiaro. Ma nella malinconia, cosa si perde? Secondo Freud, l'amore.
La malinconia è la conseguenza una perdita di un amore profondo e primario che logora e consuma. Quindi, cos'è quel sentimento che ha scomodato alchimisti, esorcisti, filosofi è poeti? Cos'è quel seme insito nell'uomo sensibile e geniale? Cos'è quel pensiero di un tempo perduto che non torna più? È la malinconia: la percezione di aver perso qualcosa, è la sensazione dolorosa che la vita non sarà mai piena, è il dar nome ad una mancanza che, forse, chiamare amore, è difficile.
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