Depressione dopo il parto: manifestazioni e sintomi
Come riconoscere le tre forme della depressione dopo il parto, che vanno dal baby blues alla psicosi puerperale. I sintomi principali e tre forum dove cercare aiuto
La depressione dopo il parto – spesso chiamata depressione post partum o depressione postnatale – è un disturbo emotivo che può colpire la donna che ha appena concluso la gravidanza. Di depressione dopo il parto si parla spesso, soprattutto in relazione ai tragici fatti di cronaca che periodicamente finiscono sulle prime pagine dei giornali. Esistono in realtà tre distinte forme di depressione dopo il parto. A seconda dell'intensità, della gravità e della durata dei sintomi si parla di baby blues, di depressione puerperale e, nei casi più critici, di psicosi puerperale.
Baby blues
È la forma più comune, e la più leggera. Il termine, coniato dal pediatra e psicanalista Donald Winnicott, indica il senso di tristezza (blues, in inglese) che colpisce un'ampia percentuale di neomamme – dal 40 all'85 per cento – nei giorni immediatamente successivi al parto. In genere i sintomi emergono tra il terzo e il quinto giorno, ragione per cui il baby blues è conosciuto anche come "sindrome del terzo giorno". Si manifesta con:
- crisi di pianto immotivate
- sbalzi d'umore improvvisi, con irritabilità e ansia
- difficoltà a prendere sonno
- inappetenza e un generale senso di debolezza fisica e mentale.
I disturbi vanno e vengono, fino a scomparire del tutto nel giro di qualche giorno, senza che siano necessarie cure mediche.
Depressione post partum o depressione puerperale
Quando i sintomi si aggravano o si trascinano per più di una settimana si parla di depressione post partum o puerperale, che a differenza del baby blues è una vera e propria patologia. Riguarda il 10-15 per cento delle neomammme, e può durare per mesi: sei, nella maggior parte dei casi. Ma in assenza di una diagnosi e di un trattamento adeguato i disturbi possono protrarsi per più di un anno, con conseguenze importanti anche per lo sviluppo psicologico e cognitivo del bambino.
Come riconoscere la depressione puerperale? Secondo l'ACOG è indispensabile rivolgersi a uno specialista quando:
- emergono sentimenti di rabbia acuta e violenta uno o due mesi dopo il parto
- tristezza, incertezza, smarrimento si acutizzano di settimana in settimana e interferiscono con le normali attività quotidiane
- la neomamma manifesta un'apprensione eccessiva e immotivata o, al contrario, si disinteressa del bambino
- insorgono attacchi di panico e, come sintomo più grave e allarmante, pensieri di morte.
Come per le altre forme di depressione, va affrontata con una psicoterapia, da integrare, se necessario, con un trattamento farmacologico.
Psicosi puerperale
È una malattia mentale rara – si verifica solo nello 0,1-1,2 per cento dei casi – ma molto rischiosa, che ha gravissime ripercussioni sulla salute della mamma e del bambino. I sintomi compaiono entro un mese dal parto, ma possono rimanere in incubazione anche per un periodo superiore, fino a 90 giorni o addirittura 18 o 24 mesi dopo il parto. Le donne più a rischio sono quelle che hanno sofferto di seri problemi psichici come schizofrenia o depressione bipolare.
Prima cosa, cercare il confronto
Gli esperti concordano: il rischio maggiore è trascurare, minimizzare o negare a se stesse e agli altri il proprio disagio. Condividere emozioni, ansie e paure aiuta a sentirsi meno sole e a tranquillizzarsi: prima con il partner e i propri cari, e poi, come amano fare molte neomamme, con altre donne che stanno vivendo la stessa esperienza. Potete incontrarle anche in rete, per esempio nei forum di ilmiobaby, GravidanzaOnLine e Mammeonline.
Immagine | Julia Margaret Cameron, Sadness